Caso Bosia Mirra: il P$ si arrampica sui vetri per giustificare l’ingiustificabile

Quando si dice la sfiga. Sabato scorso il presidente del P$ Igor Righini ha dichiarato in un comitato cantonale: “non siamo spalancatori di frontiere”. In precedenza aveva pure chiesto a Norman Gobbi di censurare il Mattino (?) reo di scrivere che il P$ sostiene improponibili “corridoi umanitari” (in realtà vicoli ciechi) per finti rifugiati e che organizza trasferte a Como a sostegno dei migranti economici, mentre se ne impipa dei problemi di ticinesi. A questi ultimi, con l’aiuto dell’emittente di regime, sempre schierata (ovviamente dalla stessa parte) e mai obiettiva, il P$  vuole fare il lavaggio del cervello perché “bisogna far entrare tutti”.

Passano pochi giorni ed ecco che una deputata P$, Lisa Bosia Mirra, finisce “in manette” per un giorno intero. Beccata a fare la staffetta ad un furgone con quattro asilanti a bordo, è accusata del reato di favoreggiamento all’entrata illegale. Non è proprio un reato bagatella, tanto più che l’imputata ha pure ammesso che non era la prima volta. Ma come: e la storia del “non siamo spalancatori di frontiere, non sosteniamo l’immigrazione illegale, sono tutte balle del Mattino razzista e fascista”?

Imbarazz, tremend imbarazz

E come reagisce il P$, sempre pronto a riempirsi la bocca con il “rispetto della legalità” quando si tratta di criminalizzare gli avversari politici, alla messa in stato d’accusa di una sua deputata? All’inizio, il partito tace. Evidentemente, non sa che pesci pigliare. La batosta è troppo grossa. Imbarazz, tremend imbarazz! Poi arriva la prima comunicazione: un esercizio di uregiateria da fare invidia al PPD dei tempi d’oro. “Non prendiamo posizione, c’è un’inchiesta in corso, seguiremo gli sviluppi, comunque la legge  va rispettata”. Ohibò:  se un parlamentare leghista fosse stato fermato con una qualsiasi ipotesi di reato, tempo dieci minuti ed i compagni dalla morale a senso unico avrebbero già infesciato sia gli organi di stampa che l’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio di comunicati grondanti indignazione e di perentorie richieste di dimissioni. Ma qui c’è di mezzo “una dei loro”, sicché la musica cambia radicalmente.

E’ possibile trovare un esempio più eclatante di morale a due velocità?

La risposta è sì. Lo dimostra la successiva comunicazione del P$: un’allucinante difesa dell’indifendibile, in cui il partito discetta su “quando la coscienza è spinta ad infrangere legge…”.

La nuova giravolta

Ecco dunque la nuova evoluzione (giravolta) del P$ pensiero: si rispettano le leggi, ma solo quelle che ci piacciono. Si rispettano le leggi, ma solo a condizione che impongano di spalancare le frontiere e di far entrare tutti. Se le leggi invece dicono che i finti rifugiati non hanno diritto di abusare delle procedure d’asilo per stabilirsi in Svizzera a carico del contribuente, esse sono ingiuste, razziste, disumane; pongono un dilemma di coscienza: quindi è giusto violarle. Ed infatti, sull’onda di questa illuminante visione, i più talebani tra gli spalancatori di frontiere, quelli che si schierano sempre contro la Svizzera e contro gli svizzeri (vedi Addolorata Marra), stanno tentando un processo di beatificazione di Bosia Mirra e di parallela criminalizzazione delle guardie di confine.

Forse costoro credono che la gente sia scema.

Ma come, kompagni, la legge non era uguale per tutti?

La posizione del P$ non mancherà di riscuotere un grande successo tra scafisti e passatori, i quali potranno anche loro dichiarare di aver agito per “questioni di coscienza”.

Problemi di coscienza

Comunque, se a $inistra pensano di avere il monopolio sui problemi di coscienza, forse hanno fatto male i conti.

Anche noi abbiamo problemi di coscienza. Ad esempio quando la legge non permette di espellere delinquenti stranieri. Oppure quando  impone di mantenere immigrati nello stato sociale che se la ridono a bocca larga degli svizzerotti fessi. Oppure quando permette di licenziare un ticinese e sostituirlo con due frontalieri, allo stesso costo. Oppure ancora quando tribunali buonisti comminano pene ridicole ai “simpatizzanti” dell’Isis. (Tutte cose, sia detto per inciso, che accadono con il benestare del P$). Ma adesso sappiamo di poterci tranquillamente fare giustizia da soli, sicuri di poter contare sul pieno sostegno del partito $ocialista e della sua corte dei miracoli di moralisti a senso unico. O vuoi vedere che il partito del “per tutti, senza privilegi”, ritiene che infrangere impunemente la legge sia un “privilegio” solo dei kompagni?

Lorenzo Quadri