Asilanti: a margine dell’ennesima “emergenza” che, va da sé, nessuno poteva prevedere
Come volevasi dimostrare, ecco che il Ticino si trova confrontato con l’ennesima “emergenza asilanti”: come si possa parlare di emergenza peraltro non è chiaro, dal momento che sono mesi che in Italia sbarcano 2000 clandestini al giorno. Che da qualche parte vanno a finire. Nessuno se n’era accorto?
Si ricorderà che, secondo i fallimentari accordi di Dublino, in Svizzera di asilanti non ne dovrebbero nemmeno arrivare: a meno che giungano in aereo, in mongolfiera o in dirigibile, prima di arrivare da noi i richiedenti devono infatti transitare per uno Stato UE, in genere la vicina Penisola. Il quale stato sarebbe tenuto a tenerseli, rispettivamente a riprenderseli nel caso in cui gli asilanti facessero domanda in un secondo paese. In Italia ovviamente hanno ben presto trovato il trucco (non è che servisse una laurea a Cambridge per arrivarci): basta non registrare i richiedenti l’asilo per non doverseli riprendere. Corre voce che il ministro dell’Interno italiano abbia ordinato esplicitamente di non registrare gli immigrati e di istradarli verso nord: ennesimo esempio di cooperatività della Vicina Penisola (quella che ci iscrive su liste nere illegali però ci sfrutta come valvola di sfogo per la sua drammatica situazione occupazionale).
Intanto gli sbarchi in Italia proseguono e, di conseguenza, l’arrivo – più o meno pilotato – di clandestini in Svizzera in numero spropositato. I quali clandestini portano tra l’altro con sé, benché i politikamente korretti spalancatori di frontiere cerchino di nasconderlo, malattie gravissime come la tubercolosi e l’ebola. Nella vicina Penisola tra i militari si sono già registrati i primi casi di positività alla tbc, ma guarda un po’… e non si crederà mica che da noi non succederà la stessa cosa?
Legalità a corrente alternata
E qui si inserisce il famoso nuovo centro asilanti all’ex caserma di Losone, come pure la cinquantina di richiedenti collocati a Lodano.
La struttura Losone, che di fatto sarebbe una succursale del centro di registrazione di Chiasso – sarebbe quindi gestita dalla Confederazione e non dal Cantone – Berna ha dichiarato di volerla aprire in autunno. Questo malgrado sia tutt’ora pendente, davanti al Tribunale federale, un ricorso del Guastafeste che chiede la concessione dell’effetto sospensivo ad un suo ricorso contro una precedente decisione del TAF in cui si respingeva un suo ricorso contro il centro asilanti all’ex caserma.
Ma guarda un po’ gli amici bernesi: quando si tratta di rifiutare di intraprendere una qualsiasi azione a tutela degli svizzeri dalla devastante libera circolazione delle persone tirano in ballo ogni sorta di cavilli legali, reali e – soprattutto – immaginari per rimanere inattivi. Quando si vogliono imporre ulteriori asilanti ai ticinesi, invece, ecco che si diventa assai meno formali. Questo malgrado i ticinesi, con il centro di registrazione di Chiasso ed i relativi disagi, abbiano ampiamente “già dato”!
Frottole federali
Da notare che al Ticino vengono attribuiti circa l’8% dei richiedenti l’asilo che depositano una richiesta in Svizzera. Il che già non sta in piedi, visto che siamo il 5% della popolazione. La kompagna Sommaruga ed i suoi tirapiedi hanno tentato di indorare la pillola del nuovo centro a Losone raccontando due panzane.
1) che il centro sarà provvisorio per tre anni, malgrado si sappia benissimo che ci sarà sempre un’emergenza, va da sé “imprevedibile”, per tenerlo aperto ad oltranza; e
2) che in cambio al Ticino verrà ridotta l’attribuzione di cui sopra, anche in questo caso ci sarà sempre l’”emergenza” come scusa per non mantenere le promesse; ed intanto i ticinesotti si saranno fatti menare per il naso.
Paga Pantalone
Gli è che, e anche qui non serviva il Mago Otelma per prevederlo, a suon di attribuzioni che navigano sulle 30 persone a settimana in Ticino non si trovano più posti per piazzare gli asilanti: i due centri della Croce rossa ancora rimasti aperti sono stracolmi, e a quanto pare ci sono oltre 200 persone alloggiate in albergo. Naturalmente a carico del contribuente ticinese, dal momento che da Berna arrivano meno di 50 Fr al giorno per richiedente l’asilo attribuito al nostro Cantone; però, mantenere un asilante in albergo costa oltre 80 Fr al giorno considerando spillatico, costi medici, eccetera. La differenza ce la mette il Pantalone ticinese: e poi in governo c’è chi vorrebbe aumentarci le imposte e tagliarci i sussidi di cassa malati.
Oltre agli asilanti in albergo è poi giunto il bel regalo dei 50 collocamenti a Lodano. E sicuramente, visto l’andazzo degli sbarchi in Italia, non è finita qui!
Troppo attrattivi
E’ chiaro, e questo l’hanno capito tutti tranne quelli che proprio non vogliono capire (leggi $inistrorsi e politikamente korretti) che dobbiamo assolutamente diventare meno attrattivi per gli asilanti, i quali – sempre grazie alla nostra deleteria politica buonista – vengono in Svizzera perché “ci danno soldi e casa, mentre in Italia dobbiamo dormire per terra” (dichiarazione di un asilante raccolta dalla ro$$a R$I, assai poco sospetta di filo leghismo).
Quindi per gli asilanti, altro che alberghi, altro che PC di Lodano: cominciamo ad utilizzare le installazioni militari in disuso, poste lontano dai centri abitati. E avanti con le limitazioni alla libertà di movimento dei richiedenti, non è mica normale che questi possano starsene in giro tutto il santo giorno negli spazi pubblici a sbevazzare e a molestare cittadini (soprattutto cittadine) e dipendenti comunali. I politikamente korretti che insorgeranno, comincino ad ospitare almeno 5 asilanti in casa propria; poi potranno parlare.
Centri Croce Rossa
A proposito, chi ha deciso di chiudere la dozzina di centri della croce rossa precedentemente esistenti dove i richiedenti l’asilo per lo meno sottostavano ad un certo controllo, per metterli – sotto la gestione del Soccorso operaio – negli alberghi, dove di controllo non ce n’è, e quindi gli ospiti fanno tutto quello che più gli aggrada, dallo spaccio all’ospitalità a clandestini? Forse l’ex capo della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie kompagno Martino Rossi, attualmente capogruppo $ocialista in consiglio comunale di Lugano?
Lorenzo Quadri