L’eurodeputata Lara Comi ci ricasca. Dopo aver chiesto all’UE di intervenire contro la Svizzera rea, a suo dire, di violare gli accordi Bilaterali (da che pulpito!) ricevendo al proposito le osservazioni del caso, adesso accusa la Lega ed il sottoscritto di demagogia razzista. Secondo la signora, dire che le sue accuse alla Svizzera sono ridicole, cosa che in effetti sono, è demagogia razzista.
L’osservazione evidentemente lascia il tempo che trova, quello che sorprende è che l’europarlamentare italiana – che grazie a tale incarico si porta a casa indennità faraoniche facendo poco o nulla – perseveri nelle corbellerie.
Ora, che la signora eurodeputata di Saronno non sappia nulla di quel che succede in Svizzera, è comprensibile. Sorprende di più che non sappia nemmeno quello che succede in Italia, come dimostra il suo atto parlamentare a Bruxelles.
Ridicolo non è difendere (?), come sostiene la diretta interessata, i lavoratori frontalieri. Ridicolo è accusare la Svizzera di non rispettare gli Accordi bilaterali, quando a non rispettarli è l’Italia.
Forse alla signora Comi sfuggi che il ministro delle Finanze del suo paese, da anni, nel vano tentativo di risanare una situazione finanziaria catastrofica, conduce una guerriglia contro la Svizzera, trattata da Stato canaglia, da caverna dei quaranta ladroni, e via elencando fino ai giorni scorsi, con le ultime contumelie all’indirizzo del nostro paese.
Nell’ambito di questa sua personalissima guerriglia nei confronti di un Paese che dà lavoro a 50mila suoi connazionali e connazionali della signora Comi, i quali se non ci fosse la Svizzera farebbero i disoccupati a carico di Tremonti, quest’ultimo ha varato una lunga serie di misure illegali, dal Fiscovelox alle black list. Con lo scopo preciso di danneggiare la Svizzera.
Al proposito, giusto per rinfrescare la memoria alla signora Comi, le ricordo che in tempi recenti il suo paese è stato costretto da Bruxelles a cancellare un decreto, datato di appena qualche mese, partorito sempre dal solito ministro delle Finanze, che ancora una volta penalizzava indebitamente le imprese svizzere. Senza contare che, buttando a mare decenni di rapporti di buon vicinato, Tremonti cerca di sabotare la conclusione di trattati sulla doppia imposizione tra la Svizzera e altri Stati UE. L’aspetto vergognoso è che davanti ad una simile guerriglia, da parte elvetica non arrivano reazioni, nemmeno le più ovvie come il blocco immediato dei ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri. Ma soprattutto, non arriva il varo di regole che tornino a dare la precedenza ai ticinesi sul mercato del lavoro ticinese.
Davanti ad un simile scenario, uscirsene con accuse alla Svizzera di violare i Bilaterali a danno dei frontalieri è ridicolo, e reiterarle è del tutto idiota.
Se alla signora eurodeputata stesse davvero a cuore la sorte dei frontalieri, dovrebbe intervenire presso il suo governo per chiedere la cessazione delle misure vessatorie antisvizzere, prima che da questa parte del confine si perda finalmente la pazienza.
Soprattutto, invece di lanciare assurdi proclami, e di straparlare di “sfregio” (!) dei diritti dei lavoratori (ma la Comi ha imparato l’italiano da Gendotti?) dovrebbe semmai prendersela con il suo governo. Un governo che non crea lavoro per gli italiani, spingendoli così a fare i frontalieri e a portare via il lavoro ai ticinesi. Ma evidentemente le stratosferiche indennità e i bizantini privilegi di cui gode un’europarlamentare della Vicina Penisola non stimolano a darsi da fare.
Una cosa è certa: la Lega dei Ticinesi, piaccia o non piaccia all’eurodeputata, si batterà affinché i ticinesi, quando cercano un lavoro in casa loro, non vengano più soppiantati da persone in arrivo da Oltreconfine.
E, se questa, come sostiene Comi, è “demagogia razzista”, la cosa di sicuro non ci impedirà di dormire di notte.
Lorenzo Quadri
Deputato e municipale
Lega dei Ticinesi