Ancora una volta il ministro PLR pensa agli stranieri, mentre del Ticino…

Ohibò, il consigliere federale italo-svizzero dell’ex partitone, Ignazio KrankenCassis, nelle fasi acute della pandemia dal Ticino girava bene al largo. Contrariamente dal solito, visto che, quando si tratta di partecipare ad eventi di propaganda elettorale del PLR, che non c’entrano un tubo con il suo lavoro di ministro degli esteri, non manca mai. In genere con elicottero o areo pagato dal (solito sfigato) contribuente.

Se il Ticino ed i ticinesi non sono in cima alla lista delle priorità del ministro PLR, lo sono invece gli stranieri.

Ed infatti il buon Ignazio ha pensato bene, una quindicina di giorni fa, di lanciare un appello internazionale per il ripristino dei servizi di trasferimento di fondi all’estero. Si tratta in sostanza di riattivare le cosiddette “rimesse”, ossia i soldi (ottenuti in Svizzera) che i migranti inviano nei paesi d’origine.

Quanti siano questi soldi non si sa, ma di certo si tratta di cifre enormi. C’è chi parla di 17 miliardi all’anno. “Le rimesse sono fondamentali”, si è scaldato Cassis (che invece per il Ticino di sicuro non si tira giù la pelle di dosso).

Peccato che non ci si interroghi mai sull’origine di queste rimesse: si tratta di introiti da attività lavorativa regolarmente dichiarata? Oppure questi soldi provengono dai generosi aiuti sociali che gli svizzerotti versano ai migranti economici? I soldi dello Stato sociale rossocrociato servono forse a mantenere intere famiglie (se non addirittura villaggi) al natìo paesello dei migranti? E magari anche a finanziare ulteriori arrivi clandestini?

E’ ovvio che, se così fosse  – e chissà perché, c’è il sospetto che sia proprio così – le prestazioni sociali ai migranti economici andrebbero subito riviste al ribasso! Operazione che, nel periodo attuale, è diventata ancora più urgente, dato che il virus cinese provocherà buchi miliardari nelle finanze pubbliche!

E c’è anche un’altra questione che viene sempre taciuta. Visto che le cosiddette rimesse sono plurimiliardarie, e visto che c’è bisogno di soldi: perché non si introduce una tassa sulle medesime? In altri paesi lo si fa, o si pensa di farlo. Da noi invece… un piffero! Il governicchio federale non ne vuole sapere! E’ molto più facile e comodo mungere gli svizzerotti, nevvero camerieri di Bruxelles?

Lorenzo Quadri