“Disoccupazione ai minimi storici?” Ma finiamola con queste ridicole fregnacce!
Inbase al tasso ILO, la disoccupazione in Ticino è più elevata che in Lombardia! E mica di poco: in Ticino siamo al 7%, in Lombardia al 4.5%. Ebbene, burocrati della SECO e triciclo spalancatore di frontiere? Niente da dire al proposito?
I burocrati della SECO (Segreteria di Stato per l’Economia) non potevano (non potevano proprio?) iniziare l’anno senza rifilarci l’ennesima fregnaccia, o “Fake news” che dir si voglia, sulla disoccupazione.
Al volgo attonito viene dunque propinata la seguente “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi): “Squilli di trombe, rullo di tamburi, in Svizzera abbiamo raggiunto la disoccupazione più bassa degli ultimi 10 anni”. Sì certo, come no! E giù a snocciolare statistiche e cifre rigorosamente farlocche! Basti pensare che si parla di un tasso di disoccupazione del 2.6% a livello nazionale e del 3% in Ticino. L’ennesima presa per il lato B ad opera di burocrati federali che – con la fattiva collaborazione della stampa di regime, la quale con la massima goduria si presta a fare da megafono – perseguono uno solo obiettivo, anzi due.
- Fare il lavaggio del cervello al popolazzo per indurlo a credere che a) con la devastante libera circolazione delle persone va tutto a meraviglia, il mercato del lavoro ticinese va a gonfie vele, non c’è alcuna sostituzione, “immigrazione uguale ricchezza” e di conseguenza b) bisogna sviluppare i rapporti con la fallita UE e sottoscrivere lo sconcio accordo quadro istituzionale.
- Far credere che il presunto – ma proprio solo presunto! – minimo storico della disoccupazione (ah ah ah) sia collegato a quell’immonda ciofeca denominata “preferenza indigena light”. Ovvero la legge anticostituzionale d’applicazione con cui il triciclo PLR-PPD-P$$ ha azzerato il 9 febbraio. Come dire che la preferenza indigena light serve davvero a limitare l’immigrazione, mentre in realtà è solo un patetico bluff.
Disoccupati non iscritti
I burocrati della SECO, profumatamente pagati con i nostri soldi – la SECO ci costa qualcosa come 100 milioni di franchetti all’anno! – vorrebbero sdoganare la tesi che persone “senza lavoro” ed “iscritti alla disoccupazione” sono la stessa cosa. Ma anche il Gigi di Viganello ha capito che non è affatto così. Sempre più senza lavoro NON SONO iscritti alla disoccupazione, e quindi la SECO li fa sparire dalle statistiche. E poi ci vende la fregnaccia del “tasso di disoccupazione più basso degli ultimi 10 anni”.
Intanto l’assistenza…
Ciò che accade in questo sfigatissimo Cantone, dunque, è chiaro: sempre più disoccupati non sono annunciati all’URC poiché non hanno più diritto ad alcuna indennità. Ad esempio perché sono finiti in assistenza: ed infatti, ma tu guarda i casi della vita, praticamente in contemporanea con la fake news della SECO sulla disoccupazione ai minimi storici è uscita la notizia (questa vera) dell’ennesima crescita dell’assistenza. Oppure non figurano più tra gli iscritti all’URC perché sono stati scaricati sull’AI. Oppure ancora perché lavorano a tempo parziale, ma non per scelta, bensì perché non hanno alternativa. O anche perché si sono dovuti rassegnare a fare la/il casalingo/a per forza, a carico del partner che guadagna abbastanza per mantenere la famiglia: e questi casi non figurano in nessuna statistica, nemmeno in quella dell’assistenza.
Secondo il tasso ILO…
Se per calcolare la disoccupazione usiamo il metodo di rilevamento ILO (sistema internazionale; non se l’è inventato la Lega populista e razzista) che considera le persone che effettivamente non hanno lavoro, ecco che il quadro si fa assai più cupo – e più aderente alla realtà.
Scopriamo infatti che, inbase al tasso ILO, la disoccupazione in Ticino è più elevata che in Lombardia! E mica di poco: in Ticino siamo al 7%, in Lombardia al 4.5%.Ebbene, burocrati della SECO e triciclo spalancatore di frontiere? Niente da dire al proposito?
Il bluff
Tentare poi di costruire, sulla balla della disoccupazione ai minimi storici, l’ulteriore bufala dell’efficacia della “preferenza indigena light” e del (parziale) obbligo di annunciare i posti di lavoro vacanti agli URC, non è più nemmeno una presa in giro: è un insulto all’intelligenza dei cittadini.
E tra l’altro ricordiamo ai burocrati della SECO che i balivi di Bruxelles potrebbero presto pretendere di imporci di versare la disoccupazione ai frontalieri come se fossero residenti.Ovviamente i camerieri bernesi dell’UE calerebbero le braghe in tempo reale, “wie immer und wie gewöhnlich”.
Conseguenza: tutti i frontalieri si iscriverebbero agli URC. Ci spieghino allora i premi Nobel della SECO e della partitocrazia quale vantaggio porterebbe al residente, rispetto al frontaliere, l’obbligo di annuncio agli URC dei posti di lavoro vacanti.
Morale: chiudiamo la SECO che è ora! Così risparmiamo anche 100 milioni di franchetti ogni anno! E con 100 milioni all’anno un po’ di posti di lavoro si creano…
Lorenzo Quadri