Referendum finanziario obbligatorio: votiamo Sì all’iniziativa e Sì al controprogetto
Tra gli oggetti in votazione cantonale il prossimo 26 settembrefigura anche il referendum finanziario obbligatorio (RFO). Un istituto che già esiste in 18 Cantoni; quindi non si tratta di una stravaganza ticinese. Cosa prevede il RFO? Che, per le spese cantonali che superano un determinato “tot”, i cittadini siano chiamati automaticamente alle urne. Senza quindi la necessità che qualcuno raccolga le firme.
Poiché la maggioranza, peraltro risicata, del Gran Consiglio ha approvato un controprogetto, i votanti possono ora scegliere tra tre opzioni:
– l’iniziativa: obbligo di votazione popolare per le nuove spese uniche sopra i 20 milioni e per le nuove spese annuali che superano i 5 milioni per almeno quattro anni;
– il controprogetto, che aumenta le soglie minime per la votazioneindicate sopra a 30, rispettivamente 6 milioni, e prevede che si andrà a votare solo se lo deciderà un terzo dei presenti in parlamento (“referendum obbligatorio light”); e
– lo statu quo.
La Lega ed il Mattino sostengono l’iniziativa. Pertanto, l’indicazione è quella di votare Sì all’iniziativa, Sì al controprogetto e di dare la preferenza all’iniziativa.
Sul fronte opposto troviamo l’ormai abituale tandem composto dal PLR e dai $inistrati ro$$overdi.
Il Referendum finanziario obbligatorio serve a conferire più potere decisionale ai cittadini ed a mantenere la spesa pubblica sotto controllo. Adesso non lo è. Il Piano finanziario del Cantone prevede infatti che da qui al 2024 il debito pubblico ticinese passerà dagli attuali 1.9 a 3 miliardi di Fr.
Questo avviene perché spesso e volentieri la partitocrazia si abbandona al “tassa e spendi”. Anzi, addirittura allo “spendi e tassa”. Ovvero: prima i politicanti sperperano i soldi (degli altri). E, quando quelli a disposizione finiscono, pretendono di prenderne di ulteriori dalle tasche dei contribuenti. Come? Aumentando imposte, tasse, balzelli, e ladrocini assortiti.
Il RFO non è di per sé uno strumento di risanamento finanziario. Per questo servirebbe la famosa revisione dei compiti dello stato: quell’entità misteriosa di cui si sente parlare da un quarto di secolo senza che se ne venga ad una. Il RFO serve a tenere sotto controllo le nuove spese. Col Referendum finanziario obbligatorio, dilapidare i soldi degli altri diventa, per i politicanti, un po’ meno semplice. Perché gli “altri” in questione devono dare il proprio consenso.
Sabotatori dei diritti popolari
I politicanti ed i partiti che combattono il Referendum finanziario obbligatorio sono quelli che vogliono essere liberi di mettere le mani nelle tasche altrui. Ed è inutile che costoro vengano a raccontarci la consueta storiella che chi non è d’accordo con l’una o l’altra nuova spesa allegra già oggi può raccogliere le firme.
Come i soldi pubblici, neppure le firme crescono sugli alberi. Al contrario: raccoglierle diventa un’impresa sempre più difficile. Lostrumento del referendum non è alla portata di tutti, ma solo di chi può permettersi di pagare i raccoglitori di firme. Oppure dei sindacati che mandano i propri funzionari ad estorcere sottoscrizioni ai passanti in orario di lavoro.
Il Ticino rimane uno dei Cantoni dove è più difficile fare ricorso ai diritti popolari: il numero di firme richiesto è maggiore, mentre il tempo a disposizione per raccoglierle è minore rispetto alla media nazionale.
Non solo ricorrere ai diritti popolari è impresa ardua, in particolare in regime di voto per corrispondenza, ma c’è chi vorrebbe renderla ancora più difficile, aumentando il numero delle firme necessarie alla riuscita di iniziative e referendum. Chi se ne è uscito con questa “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi)? Risposta: il cosiddetto “Think Tank” (uella) Avenir Suisse; che è una succursale del PLR!
A pensar male…
Quindi: il PLR, a manina con i ro$$overdi, non solo è contrario al RFO, ma vorrebbe addirittura mettere ulteriori bastoni tra le ruote all’esercizio dei diritti popolari. Poi però pretende di venire a dire che il Referendum finanziario obbligatorio è inutile, perché c’è già il referendum “normale”?
Per la serie “a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre”, è facile immaginare quanto segue: l’ex partitone non ha alcun interesse a contenere l’esplosione della spesapubblica perché a beneficiarne sono le lobby ad esso associate. Apartire da quelle edili.
Stesso discorso vale per i $inistrati, notoriamente abbarbicati alla greppia statale come cozze allo scoglio.
Teorie farlocche
Sono poi farlocche le teorie secondo cui l’introduzione del RFO porterebbe i cittadini alle urne ogni tre per due, bloccando l’attività statale. Il motivo è semplice. Il RFO non sarebbe una prima ticinese. Esiste già in 18 Cantoni su 26. Forse che questi Cantoni sono paralizzati? Forse che vi si tengono votazioni popolari ogni fine settimana? No di certo!
Il RFO non è un salto nel buio. E’ uno strumento collaudato. Sicché, il 26 settembre, tutti a votare Sì all’iniziativa e Sì al controprogetto!
Lorenzo Quadri