Il giovane delinquente straniero conosciuto con lo pseudonimo di Carlos dovrà essere rilasciato dal centro di esecuzione delle misure per adolescenti e giovani adulti di Uitikon (ZH): lo ha deciso il Tribunale federale.
Carlos è balzato agli onori della cronaca, se di onori si può parlare, a seguito del particolarissimo programma di risocializzazione di cui beneficiava.
Un programma che costava, udite udite, la spropositata somma di 29mila Fr al mese.
Qui stiamo veramente uscendo di cranio: per risocializzare un delinquente straniero che ha cominciato a delinquere a 9 anni (sic!!) e che appena diventato un po’ più grandicello ha accoltellato alla schiena un altro ragazzo che a momenti ci lascia le penne, si sperperano ogni mese 29mila fr del contribuente. (Ma come: i giovani stranieri che delinquono non dovevano essere tutta un’invenzione della Lega populista e razzista?).
Intanto migliaia di Svizzeri onesti tirano la cinghia e a loro vengono magari negati aiuti sociali  per poche centinaia di Fr perché bisogna risparmiare… E sulla “risocializzazione” dei delinquenti stranieri, che come tali non dovrebbero nemmeno rimanere in Svizzera, invece, non si risparmia mai? Beh certo: questi programmi di presunta “risocializzazione” non solo sono politikamente korretti per cui non si toccano, ma sono dei piani occupazionali per assistenti sociali del partito giusto (si sa benissimo quale). Per cui, guai a metterli in discussione! Si viene subito denigrati come populisti e razzisti!

Ma lavorare no
Quindi nella bella Svizzera si polverizzano 29mila Fr al mese di denaro pubblico per mandare in palestra, seguito da un harem di presunti specialisti, un giovane delinquente straniero il quale non si sogna di andare a lavorare come tanti suoi coetanei onesti, svizzeri o stranieri che siano. E’ chiaro: la thai boxe, non proprio un passatempo per vecchiette, il buon Carlos la può praticare tutto il giorno senza stancarsi; ma quando si tratta di lavorare, ecco che da sotto i deltoidi pompati emerge con prepotenza la cannetta di cristallo di Boemia.
Il colmo è che tutti questi soldi sono  stati gettati letteralmente nel water. Infatti, una volta rientrato nel penitenziario da cui non sarebbe nemmeno dovuto uscire, il bravo giovane “non patrizio” ha pensato bene di fare disastri su disastri, allagando più volte la cella. A dimostrazione dunque che la risocializzazione a peso d’oro non è servita ad un tubo. Ed il conto degli atti vandalici lo salda, ancora una volta, il contribuente.

Chi s’assomiglia…
E questa è solo la prima parte dello scandalo. La seconda è che tra i “tutor” di Carlos (il termine inglese fa tanto figo) spicca il suo allenatore di thai boxe. Il quale, per la serie “ma tu guarda i casi della vita”, è anche lui un pregiudicato straniero. Proprio vero che chi s’assomiglia si piglia!
Sicché nei giorni scorsi è successo il patatrac. Nella palestra basilese del citato pregiudicato straniero si è verificata una megarissa,  o  meglio uno scontro con una scuola rivale: evidentemente qualcuno crede di essere in un film di arti marziali di serie B. Risultato: ospedalizzazioni, ossa rotte, e via elencando.
Da notare che il pestaggio è avvenuto con l’ausilio di mazze da baseball e pure di pistole (che non risultano essere degli attrezzi ginnici legati alla pratica della thai boxe). Ma come: questi fanno thai boxe ma non sanno nemmeno prendersi a cazzotti?

La “bella” notizia
A questo punto vien proprio voglia di dire che chi concepisce ed approva progetti di risocializzazione “alla Carlos” dovrebbe finire in gabbia pure lui. Lo scandalo è al culmine: si spendono 29mila Fr al mese del contribuente per far recuperare un giovane delinquente straniero, condannato per crimini violenti, da un altro delinquente straniero nella cui palestra avvengano scontri sanguinosi tra gang rivali.
Tutto, e lo ripetiamo, con soldi pubblici!

Ah già, ma da beceri populisti e razzisti dimenticavamo di citare l’entusiasmante novità in questa indegna vicenda,una vera rivoluzione copernicana: se il bravo giovane straniero si degnerà di collaborare, d’ora in poi il suo “inserimento nella società” costerà al contribuente solo – sottolineiamo: solo – 19mila Fr al mese! Ah, però!!
La conclusione a questo punto può essere una sola: sì alla risocializzazione di Carlos, ma al suo paese. Il bravo giovane va dunque caricato sul primo aereo a destinazione della sua nazione d’origine. In caso di difficoltà, una volta giunto a destinazione, saprà mettere a frutto gli insegnamenti sportivi ricevuti, con i soldi degli svizzerotti, da cotanto maestro. 
Domanda da un milione: in quale altro paese si spenderebbero ogni mese 29mila Fr del contribuente per “risocializzare”, oltretutto senza alcun esito, un giovane delinquente straniero?
Lorenzo Quadri