La candidatura di Norman Gobbi al Consiglio federale è una grande opportunità per il Ticino, che manca da 16 anni dal Consiglio federale.
Dal 1999 ad oggi è cambiato il mondo. La fallimentare libera circolazione delle persone senza limiti, adesso duramente contestata perfino all’interno della stessa UE (vedi la lettera della Gran Bretagna agli eurobalivi), ha devastato il Ticino. Ma in Consiglio federale non c’era nessuno che potesse parlare con cognizione di causa della situazione creatasi in questo sempre meno ridente Cantone. Risultato: a Berna l’esecutivo fa fede (?) agli studi farlocchi della SECO, realizzati con l’obiettivo di dire che “l’è tüt a posct” quando invece la realtà è ben diversa. E quanto sia facile ottenere questo risultato – strillando, oltretutto, alla scientificità – lo dimostra lo studio dell’IRE (poi demolito dalla SUPSI).

Gli interlocutori
Oltre che agli studi farlocchi, il Consiglio federale fa fede ai suoi interlocutori. Che sono poi:
1) gli alti funzionari con i piedi al caldo; quelli dell’ “immigrazione uguale ricchezza”. Quelli che vogliono l’adesione della Svizzera all’UE.
2) i rappresentanti della grande economia, che vogliono la manodopera a basso costo per aumentare profitti e concorrenzialità, echissenefrega se gli svizzeri vanno in disoccupazione ed in assistenza. Loro, ed i loro gruppi di pensiero come Avenir Suisse che vogliono rendere più difficile (!) l’esercizio dei diritti popolari.
3) I partiti $torici ostaggio delle categorie di cui sopra oltre che delle proprie scelte politiche sballate. Da chi, prima della votazione popolare sugli accordi di Schengen (giugno 2005), ha parlato di “evidenti vantaggi per la sicurezza” (!) e di “garanzia per il futuro del segreto bancario” (!!), cosa ci si poteva aspettare?

Marketing
Lo stesso Consiglio federale ha a lungo evitato il Ticino, salvo poi moltiplicare le visite a scopo di marketing dopo che i sette si sono accorti che a sud delle Alpi “qualcosa” non andava per il verso giusto. Evidentemente pensavano che bastasse metter fuori la faccia e raccontare un paio di compiacenti banalità per tener buoni i ticinesotti. Una volta rientrati a Berna, però, tutto cade in dimenticatoio.
Emblemi dell’incomprensione federale nei confronti della situazione ticinese, l’ottusa opposizione alla richiesta del casellario giudiziale, ma anche il demenziale progetto di concedere ai frontalieri le stesse agevolazioni fiscali di cui beneficiano i residenti. E’ l’evidente sconfessione di tutte le dichiarazioni di “attenzione” nei confronti del nostro Cantone.

Riuscire dove gli altri hanno fallito
Adesso il Ticino, la maggioranza dei ticinesi, ha la possibilità con Norman Gobbi di tornare a farsi sentire all’interno del Consiglio federale. Scontata l’arrampicata sui vetri dei partiti $torici alla ricerca di scuse per non sostenere il candidato di Lega ed Udc. Lor$ignori da anni insistono sul Consigliere federale ticinese che non c’è; ma evidentemente solo quando c’è da promuovere una candidatura dei “loro”. Se il candidato è del partito sbagliato, scatta il contrordine compagni: in fondo si può aspettare ancora qualche anno…
Lega ed Udc con la candidatura Gobbi – che ha suscitato riscontri positivi Oltregottardo – hanno la possibilità di riuscire dove gli altri hanno fallito. Che smacco per l’ammucchiata antileghista se fosse proprio l’odiata Lega, con l’Udc, a restituire il Consigliere federale al Ticino! Smacco, oltretutto, potenzialmente gravido di conseguenze elettorali…
I mal di pancia, dunque, sono programmati. Anche da parte di quegli esponenti di altri partiti che miravano, magari da anni, al Consiglio federale e adesso rischiano di veder sfumare le proprie chances.

Fazione del sabotaggio
La fazione del sabotaggio della candidatura Gobbi – e quindi del Ticino – si è manifestata come previsto. Ha messo in piazza solo odio e livore, ma nessun argomento. La realtà è emersa con prepotenza nei giorni scorsi. Contro il presidente del CdS sono stati lanciati solo petardi bagnati. I soliti noti, vedi lic iur Bernasconi, hanno tentato di montare una campagna denigratoria sul nulla. Per la frase infelice del 2007 (quasi nove anni fa!) all’indirizzo del giocatore di colore, Gobbi ha pagato da tempo. Se questo è il pezzo forte del repertorio del partito dell’odio antileghista, si può proprio dormire tra quattro guanciali.
Lorenzo Quadri