Il 13 giugno votiamo Sì al sostegno all’occupazione edall’economia del nostro paese

Il 13 giugno saremo chiamati a votare anche sulla Legge Covid-19.

Come dice il nome si tratta di una legge dedicata allo stramaledetto virus cinese. La sua durata è limitata nel tempo. La Lega ed il Mattino raccomandano di votare sì.  

A questo punto qualcuno si potrebbe legittimamente chiedere: ma come, se si vuole sanzionare il governicchio federale, che nella gestione della pandemia non ne ha azzeccata mezza, non sarebbe invece il caso di votare no?

Danni incalcolabili

E’ indubbio che, dal febbraio 2020 in avanti, i camerieri dell’UE in Consiglio federale, con l’appoggio della partitocrazia triciclata, ne abbiano combinate peggio di Bertoldo. Intanto  la stampa di regime slinguazzava beata, alla faccia del preteso ruolo di “cane da guardia”. Da queste colonne lo abbiamo sempre ribadito, e continueremo a farlo. La politica di $inistra del kompagno Berset– vale a dire  lockdown infiniti  accoppiati al FALLIMENTO  plateale sul fronte dell’approvvigionamento dei vaccini –  ha provocato danni incalcolabili sotto ogni aspetto: umano (quante persone sono morte nella ricca e tecnologicamente avanzata Svizzera a causa della mancanza di vaccini?), economico, occupazionale, sociale… E’ quindi evidente che qualcuno si dovrà assumere la responsabilità, anche politica, di questa débâcle. In altre parole: kompagno Berset a casa! E con lui i vertici dell’UFSP e della fallimentare Task force!

All’atto pratico

Oltretutto, le cappellate continuano senza posa,  se si pensa che le sale dei ristoranti dovranno stare chiuse almeno fino a giugno.

Ora, votare contro la Legge covid  – che noi chiameremo “Legge virus cinese” – costituirebbe, dal punto di vista politico, un forte segnale di disapprovazione nei confronti del “ministro dei flop”  Berset e compagnia cantante. Detto questo, però, si è detto tutto.  

All’atto pratico, un no alla Legge virus cinese porrebbe fine al lockdown? Risposta: no. Impedirebbe in futuro  al governicchio federale di rottamare nuovamente libertà e  diritti individuali? Risposta: ancora no. Ci metterebbe al riparo da altre dittature in nome di un qualsivoglia virus? Sempre no!

Ridurre il margine di manovra

Con o senza Legge virus cinese, il CF in caso di pandemia potrebbe decretare tutti i lockdown che vuole. Infatti queste facoltà gliela conferisce non già la legge virus cinese – che quando sono state prese le fallimentari decisioni chiusuriste era ancora al di là da venire – bensì la Legge sulle epidemie del 2012.  La Legge virus cinese serve semmai a ridurre il margine di manovra, troppo ampio, che quella sulle epidemie conferisce al governicchio federale (evidentemente nel 2012 nessuno si era posto il problema, forse ritenendo che le pandemie fossero solo un’ipotesi  e che le disposizioni liberticide non sarebbero mai state applicate. Invece…). La legge virus cinese obbliga i camerieri di Bruxelles a tener conto, nelle proprie decisioni in caso di pandemia, del principio di proporzionalità, oltre che degli aspetti di politica economica e sociale. Intendiamoci: come diceva Totò, “Accànisciuno è fesso”. In quanta considerazione verranno tenuti i principi appena citati, è tutto da vedere. Ma è un dato di fatto che la Legge virus cinese non estende le facoltà d’intervento del governicchio federale: al contrario, le riduce. Se di tanto o di poco, è un’altra questione.

“Tu mi chiudi, tu mi paghi”

Ma soprattutto, il principio centrale contenuto nella Legge virus cinese, e che non si trova da nessun’altra parte, è quello riassumibile nel motto seguente: “tu mi chiudi, tu mi paghi”. Chi senza alcuna colpa si vede piombare addosso un divieto statale di esercitare la propria professione (pensiamo alla ristorazione, alle palestre, eccetera) deve essere indennizzato dallo Stato. Se il 13 giugno dovesse passare un no, la conseguenza sarebbe che il 25 settembre 2021 decadrebbero tutte le misure di sostegno all’economia ed all’occupazione, per mancanza di base legale.

Un sì alla legge virus cinese  è dunque sostanzialmente un sì agli aiuti al tessuto economico duramente colpito dalla pandemia, oltre che dalla sciagurata gestione ro$$a della medesima. Niente legge uguale fine degli aiuti. Votare no sarebbe dunque un’operazione in pura perdita. Ed il governicchio federale, al di là del danno d’immagine, riderebbe sotto i baffi: se anche decadesse la Legge virus cinese, rimarrebbe  quella sulle epidemie. Che  gli conferisce una “licenza di delinquere” più ampia.

Il 13 giugno diciamo quindi Sì al sostegno alla nostra economia ed alla nostra occupazione!

Lorenzo Quadri