Rapine in casa: dopo quanto accaduto a uno anziano del Milanese…

Chi è aggredito nella propria abitazione deve potersi difendere, senza se né ma

Di recente a Vaprio d’Adda, nel Milanese, un pensionato ha sparato ad uno scassinatore albanese che era entrato di notte in casa sua, assieme a dei complici. L’arma utilizzata era legalmente detenuta: il padrone di casa se l’era procurata dopo che la sua abitazione era stata presa di mira più volte dai ladri, ciò che i vicini hanno confermato. L’anziano ha poi allertato i soccorsi, ma l’albanese è deceduto sul posto. Il pensionato andrà incontro ad un processo, teso ad accertare se si sia reso colpevole di eccesso di legittima difesa. Se la legittima difesa non è infatti punibile, l’eccesso lo è.

Politica italiana
Particolarmente interessante la reazione degli ambienti politici lombardi al fatto di cronaca nera. Il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha detto che l’anziano ha fatto bene a sparare. Il governatore della Lombardia Maroni ha annunciato che lo Stato si assumerà i costi della difesa dell’uomo. La base legale che permette di farlo è estremamente recente: trattasi infatti dell’art. 21 comma 2 della Legge del 24 giugno 2015 intitolata “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata e per la promozione della cultura della legalità”.
A quanto si può leggere nei vari blog e commenti, la reazione del pensionato derubato in casa è condivisa praticamente all’unanimità.

Anche da noi?
Visto che i criminali stranieri che razziano le province lombarde a pochi km da noi potrebbero tranquillamente sconfinare in Ticino “grazie” alla sciagurata politica delle frontiere spalancate – a proposito, ministra (speriamo quasi ex ministra) del 5%, ormai ridotta al 4%, Widmer Schlumpf: a che punto è la chiusura notturna dei valichi secondari? – il tema della legittima difesa delle vittime di aggressioni in casa è d’attualità anche alle nostre latitudini. Da un giorno all’altro la vicenda del pensionato milanese si potrebbe riprodurre in Ticino, pari pari. Con quali conseguenze? Da noi la legge lombarda invocata da Maroni per coprire le spese legali dell’accusato di eccesso di legittima difesa non esiste. Chi viene aggredito in casa non ha diritto all’avvocato gratis. Questo è infatti un privilegio che la maggioranza politica (con l’unica eccezione di Udc e Lega, che infatti hanno lanciato il referendum) vuole riservare ai finti rifugiati la cui domanda è stata respinta.

Due atti
A proposito di legittima difesa, alle nostre latitudini sono pendenti due atti politici, che non sono in conflitto tra loro ma possono essere considerati come complementari. Il primo è la mozione Quadri al Consiglio federale, che chiede la depenalizzazione dell’eccesso di legittima difesa di chi è aggredito nella propria abitazione. Questo perché il normale cittadino non può sapere quanto sia pericoloso il delinquente che si è introdotto in casa sua – ma già la circostanza che l’abbia fatto in sua presenza fa nascere legittimi sospetti. E quindi, la vittima del reato non deve essere costretta da leggi buoniste, che andavano bene quando il massimo della delinquenza era il ladro di ciliegie, a mettere in pericolo la propria integrità fisica o la propria vita nel timore che la legge tuteli il delinquente e non lei (ohibò, e chissà come mai sussistono certi timori?).

La petizione
Il secondo atto politico è la petizione del Guastafeste Giorgio Ghiringhelli, presentata nel marzo scorso e corredata da un migliaio di firme. Essa chiede che l’ente pubblico si faccia carico dei costi legali di chi è accusato di eccesso di legittima difesa per aver reagito ad un aggressione in casa propria (e solo in quel caso). In settembre il Gran Consiglio ha però deciso a larga maggioranza di archiviare la petizione. Lo ha fatto adducendo argomenti evanescenti. Ad esempio quello della disparità di trattamento con chi commette altri reati (come se l’unico caso cui la petizione si riferisce fosse paragonabile ad altri reati). Oppure quello dei paventati costi (ma si tratta di casi molto rari, almeno per ora). E’ il colmo: assistenza giudiziaria gratuita ai finti rifugiati respinti, ma non agli onesti cittadini aggrediti in casa da un delinquente, nella stragrande maggioranza dei casi straniero? (Ma come, gli stranieri che delinquono non erano un’invenzione della Lega populista e razzista?).

Adeguare le regole
La vicenda del pensionato milanese rilancia la questione della legittima difesa di chi è aggredito nella propria abitazione. La rilancia anche da noi, che distiamo pochi chilometri dal luogo del “misfatto”.
Pure in Svizzera occorre adeguare le norme legali ad uno scenario criminale che è profondamente mutato, e per questo mutamento ci sono dei precisi responsabili: i politikamente korretti spalancatori di frontiere, quelli che “Schengen è una conquista (?)”. L’adeguamento ha due obiettivi:
1) schierare la legge dalla parte della vittima dell’aggressione in casa propria, senza se né ma;
2) chiarire in modo inequivocabile che chi viola l’abitazione altrui, quindi quello spazio in cui più di ogni altro il cittadino ha il diritto di sentirsi al sicuro e protetto , lo fa interamente a proprio rischio. Se le cose dovessero mettersi male…
Lorenzo Quadri