Il “Far West” non c’entra un tubo: lo Stato deve finalmente fare una scelta di campo

Il prossimo 26 settembre i cittadini dovranno rivotare sull’iniziativa popolare « Le vittime di un’aggressione non devono pagare i costi di una legittima difesa ». La prima votazione, annullata dal Tribunale federale perché l’opuscolo informativo del governicchio conteneva una serie di gravi panzane contro l’iniziativa, si tenne il 9 febbraio 2020. Allora l’oggetto venne respinto di misura: forse a seguito delle dichiarazioni governative farlocche, che tacciavano falsamente la proposta di incompatibilità con il diritto federale? Adesso c’è la possibilità di “rimediare”.

La proposta

La richiesta dell’iniziativa è questa: alla vittima di un’aggressione che si è difesa (o che ha difeso una terza persona), e che per questo è stata accusata di eccesso di legittima difesa, ma poi pienamente assolta, lo Stato deve rimborsare non solo i costi dell’avvocato d’ufficio, come accade oggi, bensì quelli dell’avvocato di fiducia (che in genere fattura di più). Inoltre, l’iniziativa prevede il rimborso anche per i casi cosiddetti bagattellari”, che poi tanto “bagattelle” non sono, visto che comportano una pena detentiva fino a 4 mesi.

Il rifiuto della partitocrazia

Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di questioni minori. Ma il margine a disposizione a livello cantonale è questo. La legittima difesa è essenzialmente competenza del diritto federale. E a Berna la partitocrazia rifiuta di schierarsi a sostegno delle vittime di un’aggressione. Perfino se viene commessa al loro domicilio. Nel marzo del 2018 ha infatti respinto un’iniziativa parlamentare per il potenziamento del diritto alla legittima difesa di chi viene aggredito in casa propria, con argomentazioni (?) oscillanti tra il ridicolo e l’isterico. Argomentazioni portate, tra l’altro, da una consigliera nazionale verde-anguria con doppio passaporto.

Sul perché della distinzione tra avvocato d’ufficio e avvocato di fiducia non serve spendere molte parole: se un imputato innocente non dispone di un buon legale, rischia di essere condannato comunque.

Le panzane dei contrari

Una delle più grosse fregnacce usate dal triciclo per combattere l’iniziativa popolare su cui presto ri-voteremo è che essa  fomenterebbe il Far West (corbezzoli!) e la giustizia “fai da te”. Niente di più falso: infatti, a beneficiare della “copertura spese accresciuta” sarebbero persone assolte dall’accusa di eccesso di legittima difesa. Quindi, persone innocenti. Chi invece ha effettivamente ecceduto nella legittima difesa (quindi, chi si è comportato come nel Far West) non trarrebbe alcun beneficio dall’iniziativa.

La seconda panzana è lo spauracchio dei costi che l’iniziativa provocherebbe. Ossignùr. Per fortuna, i processi per eccesso di legittima difesa in Ticino sono pochi.  E’ pertanto evidente che i maggiori costi generati dall’iniziativa sarebbero irrisori per il Cantone. Chiaro: la politica delle frontiere spalancate voluta dalla partitocrazia ci sta riempiendo di criminali stranieri violenti. Per cui è possibile che i casi di aggressione  siano destinati ad aumentare; in particolare le rapine in casa. Per questo possiamo ringraziare il triciclo. Quello che oltretutto rifiuta di sostenere le vittime che si difendono. Ma ciò non toglie che combattere l’iniziativa con argomenti da contabile mezzemaniche fa ridere i polli.

Nemmeno l’obiezione sulla presunta disparità di trattamento porta lontano. A chi è stato ingiustamente accusato di eccesso di legittima difesa si riconoscerebbero i costi dell’avvocato di fiducia, mentre chi è stato accusato a torto di altri reati beneficerebbe solo della copertura dei costi dell’avvocato d’ufficio. E’ vero che c’è una differenza. Ma c’è anche un motivo. La persona riconosciuta innocente di eccesso di legittima difesa non è stata “soltanto” accusata ingiustamente; prima è stata anche aggredita. Ha quindi subito due torti. Non uno solo.

Scelta di campo

Approvare l’iniziativa pro-legittima difesa è un gesto politico forte. Significa schierarsi dalla parte delle vittime di un’aggressione, che si sono difese. Queste persone meritano di venire sostenute dallo Stato. Non criminalizzate,  come invece accade ora. Oggi a queste vittime la partitocrazia dice: uhhh, guarda che se ti difendi poi finisci in tribunale e sono cavoli amari! Quindi, ti conviene lasciar  fare al criminale tutto quello che vuole, così sei tranquillo”. Ma stiamo scherzando? Difendersi è un diritto naturale.  Lo Stato non può e non deve, in nome dell’ideologia buonista-coglionista, costringere l’onesto cittadino vittima di un’aggressione, magari in casa propria, a farsi pecora. Perché significa fare il gioco dei criminali, sempre più iperprotettida un garantismo tafazziano. Il quale, oltretutto, compromette la fiducia dell’opinione pubblica nella giustizia.

Lorenzo Quadri