Il 9 febbraio votiamo SI’ ad una piccola modifica a favore delle vittime di aggressione

Il prossimo 9 febbraio i ticinesi voteranno sull’iniziativa popolare  “Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa”.  L’iniziativa, lanciata nell’aprile 2016 dal Guastafeste e sostenuta da un gruppo interpartitico che contava vari esponenti di Lega ed Udc, ha raccolto quasi 9300 sottoscrizioni. La richiesta è semplice: se la vittima di un’aggressione che si è difesa è stata messa sotto accusa per eccesso di legittima difesa, ma in seguito è stata assolta (o il procedimento è stato abbandonato), lo Stato deve farsi carico dell’integrità delle spese legali sostenute. Il diritto attuale riconosce solo i costi dell’avvocato d’ufficio. Con l’iniziativa, sarebbero riconosciuti anche quelli – in genere superiori – dell’avvocato di fiducia.  Grazie all’avvocato di fiducia aumentano le chance dell’imputato accusato ingiustamente di vedere riconosciuta la propria innocenza.

La modifica proposta non è certo di portata stravolgente: si tratta più che altro di un aggiustamento. Anche perché gli spazi di manovra nell’ambito del diritto cantonale sono assai modesti: la legittima difesa è tema federale.

L’iniziativa va votata perché il diritto alla legittima difesa, mortificato e criminalizzato dalla partitocrazia immigrazionista, politicamente corretta e buonista-coglionista, va valorizzato. Difendersi da un’aggressione è diritto naturale, ma la casta fa di tutto per inibirlo: perché più il cittadino è inerme, meglio è per l’élite.

Solo chi è stato assolto

L’iniziativa non premia chi commette reati, poiché della copertura integrale dei costi beneficerebbe solo chi è stato assolto dall’accusa di eccesso di legittima difesa. Quindi chi si è difeso in modo perfettamente legale.

La legittima difesa è destinata a diventare un tema sempre più importante per il futuro: la politica delle frontiere spalancate voluta dalle maggioranze PLR-PPD-PSS ha reso il nostro Cantone, per ovvi motivi geografici, terra di scorribande per delinquenti basati oltreconfine. Nella vicina Italia sono da tempo una realtà le rapine in casa ad opera di criminali  privi di scrupoli, che non esitano ad introdursi nelle abitazioni in presenza dei titolari, per costringerli con la violenza a farsi consegnare soldi ed oggetti di valore. Se ci illudiamo di rimanere immuni in eterno da questa piaga, forse è tempo che apriamo gli occhi.

A posteriori

La sicurezza dei cittadini è compito dello Stato, ovvero della polizia. Ma la polizia non ha il dono dell’ubiquità. Ben difficilmente può essere presente in loco nel momento in cui viene commessa un’aggressione: in genere interviene a posteriori, per tentare di assicurare alla giustizia i colpevoli. La vittima di un rapinatore (tanto per fare un esempio) si trova sola davanti ad un criminale di cui non può valutare la pericolosità. In pochi secondi deve decidere cosa fare. I buonisti politicamente corretti pretendono che rinunci a difendere se stessa, i propri beni ed i propri cari. E a tale scopo agitano lo spauracchio dell’eccesso della legittima difesa. In altre parole: se ti difendi rischi di finire tu sul banco degli imputati; quindi farai bene a rinunciare. Questo messaggio è deleterio. Lo Stato deve stare dalla parte delle vittime delle aggressioni, non spianare la strada ai delinquenti picconando preventivamente le difese delle vittime. In  vari paesi a noi confinanti questo messaggio – che comporta una scelta di campo politica – inizia a passare. In Svizzera no. La partitocrazia PLR-PPD-P$$ (verdi-anguria ovviamente inclusi) spalanca le frontiere ai delinquenti e nel contempo impedisce ai cittadini di difendersi. Complimenti!

Colmare una lacuna

Chi si è difeso da un’aggressione deve poter contare sull’appoggio dello Stato. L’iniziativa in votazione il 9 febbraio è un piccolo passo in questo senso. A trarne vantaggio sarà soltanto chi non ha commesso alcun eccesso: solo lui potrà beneficiare di una migliore tutela legale. Questo è nell’interesse in particolare delle persone meno abbienti, che non possono permettersi di affrontare i costi di un avvocato di fiducia e sarebbero di conseguenza costrette ad accontentarsi della difesa d’ufficio, in genere meno efficace. Va poi rilevato che per i casi cosiddetti bagatellari – che poi tanto bagatellari non sono (reati con pena detentiva fino a quattro mesi) – non è oggi prevista alcuna assistenza giudiziaria gratuita. In questi frangenti la vittima ingiustamente accusata di eccesso di legittima difesa, se non è abbiente, non potrebbe fare altro che rinunciare ad una rappresentanza legale, col rischio di venire condannata per un reato che non ha commesso, con tutte le conseguenze personali e professionali del caso (iscrizione a casellario giudiziale, eccetera). L’iniziativa colma dunque una lacuna.

Obiezioni ridicole

Vista la modesta portata dell’iniziativa, sono del tutto ridicole le tesi dei contrari secondo cui essa inciterebbe alla giustizia “fai da te”. Poiché solo chi viene assolto beneficerebbe dell’iniziativa, la storiella del “ritorno al far west” altro non è che una BALLA patetica, ideologica e populista. E’ semplicemente scandaloso che a sostenere una simile fregnaccia ci sia anche un deputato P$ ex procuratore pubblico. Altrettanto risibile la tesi che l’iniziativa comporterebbe alti costi per l’ente pubblico. Per fortuna, in Ticino i casi di persone accusate di accesso di legittima difesa e poi assolte si contano sulle dita di una mano. L’iniziativa porterebbe più giustizia a queste persone che, senza alcuna colpa, sono state aggredite ed in più si sono trovate ad affrontare pesanti (in tutti  i sensi)  iter giudiziari. Uno solo dei finti rifugiati che tanto piacciono ai $inistrati istericamente contrari a qualsiasi potenziamento del diritto alla legittima difesa costa alla collettività come decenni di applicazione dell’iniziativa!

Lorenzo Quadri