Il Gran Consiglio dovrà presto esprimersi sullo scottante tema. E, se si andrà alle urne…
Anche la partitocrazia in Gran Consiglio dovrà presto uscire allo scoperto sul tema della legittima difesa.
Si tratta di un argomento di rilievo. E non solo alle nostre latitudini, come dimostra il dibattito politico nei paesi a noi confinanti (ad esempio Francia ed Italia).
Il problema è noto. Si chiama criminalità d’importazione.
I burocrati federali rifiutano di chiudere le frontiere di notte, per impedire le razzie di rapinatori in arrivo dal Belpaese, malgrado il parlamento abbia deciso altrimenti. Questo accade, evidentemente, non perché la chiusura sia inefficace sotto il profilo della sicurezza: questa è una balla di Fra’ Luca. Accade perché a Berna i camerieri dell’UE in Consiglio federale, in balia di burocrati euroturbo, temono, chiudendo le frontiere di notte, di scontentare l’Italia, o magari l’UE.
Inutile dire che sulla scandalosa decisione bernese di lasciare i valichi secondari aperti 24 ore su 24, la partitocrazia PLR-PPD-PSS non emette un cip. Evidentemente al triciclo va bene così. Del resto, le sezioni cantonali di detti partiti si fanno schiacciare gli ordini dalle rispettive dirigenze nazionali. Alle quali, l’ha capito anche il Gigi di Viganello, dei problemi del Ticino interessa meno di zero.
Il doppio dei reati
Ma naturalmente i delinquenti stranieri attivi da noi non sono tutti residenti oltreconfine. Troppi di loro si sono stabiliti in pianta stabile dalle nostre parti, grazie alla devastante libera circolazione delle persone. Le ultime cifre pubblicate dall’Ufficio cantonale di statistica parlano chiaro. Gli stranieri commettono il doppio dei reati degli svizzeri. E questo malgrado siano un terzo della popolazione. Senza poi contare i delinquenti stranieri che hanno beneficiato di una delle naturalizzazioni facili volute sempre dal triciclo, e che quindi nelle statistiche della criminalità figurano come svizzeri.
Lavaggio del cervello
Sta di fatto che negli ultimi decenni il mondo è cambiato. Per colpa della globalizzazione e per colpa delle frontiere spalancate ci siamo riempiti di delinquenti. A non essere cambiate sono invece le norme che reggono la legittima difesa. Certo: tale diritto esiste ed è riconosciuto. Ma il suo esercizio è difficoltoso. Perché è stato reso tale. Si fa di tutto per scoraggiare la vittima di un’aggressione – pensiamo in particolare ad un’aggressione in casa – dal difendersi. Chi si difende si espone al rischio di finire stesso sotto processo.
Il pensiero che sta dietro questo andazzo è il seguente: il cittadino onesto deve essere inerme per principio. Quindi non deve difendersi. La difesa è monopolio della polizia. Il lavaggio del cervello in questa direzione è in atto da anni. I cittadini inermi tornano comodi ai politicanti che tradiscono la volontà popolare: per costoro infatti il popolo è un nemico. Ma ovviamente ne beneficiano anche i delinquenti.
La resa dei conti
E allora è tempo di cambiare direzione, senza per questo voler portare chissà che stravolgimenti.
Malauguratamente, a livello federale, la casta si è già schierata controil potenziamento del diritto alla legittima difesa di chi viene aggredito in casa. Lo ha fatto respingendo un’iniziativa parlamentare in tal senso presentata da chi scrive. Quindi, invece di stare dalla parte delle vittime, il triciclo sta da quella dei delinquenti. Ma bene!
Anche in Ticino, la partitocrazia dovrà presto uscire allo scoperto. Nella prossima sessione del gran consiglio, a metà settembre, dovrà esprimersi sull’iniziativa popolare “Le vittime di aggressioni non devono pagare i costi di una legittima difesa”. L’iniziativa è stata lanciata dal Guastafeste ed appoggiata dalla Lega. Essa chiede in sostanza che alla vittima di un’aggressione, processata per eccesso di legittima difesa e poi assolta, vengano rimborsate tutte le spese legali. In particolare che vengano riconosciuti i costi dell’avvocato di fiducia. Si tratta di una modifica veramente modesta (del resto, il diritto cantonale non consente grandi spazi di manovra). Eppure, nella commissione Giustizia e diritti del Gran Consiglio, solo Lega, Udc, ed un (!) esponente del PPD la approvano. O meglio: approvano il controprogetto proposto dalla leghista Sabrina Aldi che, se accettato dal parlamento, porterebbe al ritiro dell’iniziativa.
Ricordiamo che il triciclo ha:
- Spalancato le frontiere, riempiendoci di delinquenti d’importazione;
- Calato le braghe davanti al Diktat UE che disarma i cittadini onesti e quindi li impossibilita anche a difendersi (venendo, peraltro, clamorosamente smentito dalla popolazione ticinese);
- accettato che i valichi secondari rimangano aperti di notte, per la gioia dei frontalieri del crimine.
Grave miopia
Se la partitocrazia non vuole compiere nemmeno un piccolo gesto a sostegno di chi si è difeso da un’aggressione, magari da una rapina in casa, appoggiando il controprogetto della leghista Aldi, vuol dire che è davvero allo sbando. E anche che è gravemente miope. Infatti, l’equazione è assai semplice. Respingere il controprogetto comporta che l’iniziativa verrà sottoposta a votazione popolare. Ed in votazione popolare è alquanto verosimile che i cittadini la accoglieranno!
Ma i soldatinidel triciclo ci tengono così tanto a farsi asfaltare per l’ennesima volta dalle urne?Non sarebbe nel loro stesso interesse evitarlo?
Lorenzo Quadri