Ma intanto il governo ticinese sostiene la libera circolazione delle persone con la Croazia

Lemano, frontalieri raddoppiati in 10 anni

Anche la Romandia apre gli occhi sulle devastanti conseguenze dalla libera circolazione delle persone. Ma sul Lemano stanno comunque sempre meglio che da noi

 

Anche nei tre cantoni lemanici (Ginevra, Vaud e Vallese) il numero dei frontalieri è esploso, ed infatti il loro numero è raddoppiato in 10 anni: da 44 mila nel 2002 a 90mila nel 2012. Da notare che 90mila frontalieri in 3 Cantoni sono una storia ben diversa rispetto a 60mila in un Cantone con 340mila abitanti, come è il caso del Ticino.

 Quindi in Romandia stanno ancora meglio di noi ed inoltre qualche sistema di difesa l’hanno messo in atto. In Ticino invece dal DFE della Consigliera di Stato del PLR non esce assolutamente nulla a tutela dei lavori ticinesi. Anzi, addirittura si arriva a sostenere l’allargamento della libera circolazione delle persone con la Croazia, pur producendosi nei soliti distinguo cavillosi che all’atto pratico non portano assolutamente a nulla. Tale presa di posizione da parte della maggioranza del Consiglio di Stato denota un allucinante menefreghismo nei confronti dei problemi del Ticino invaso da frontalieri e padroncini, ma soprattutto un totale disprezzo della volontĂ  popolare; ed infatti in questo Cantone la popolazione ha sempre (giustamente) votato contro gli Accordi bilaterali.

Il raddoppio dei frontalieri in Romandia dimostra che la devastante libera circolazione delle persone sta facendo danni anche lì e quindi – e la vittoria elettorale del Muovement citoyen genevois lo conferma – gli accordi bilaterali ciurlano sempre piĂą nel manico. Altro che esprimersi a favore della libera circolazione delle persone con nuovi Stati membri UE, quando bisognerebbe semmai disdire quelli giĂ  in essere!

In Romandia, come da copione, il Consigliere di Stato vodese Pascal Broulis ha difeso ad oltranza la libera circolazione delle persone, andando a raccontare la storiella che i frontalieri non sarebbero in concorrenza con i lavoratori residenti. Non sappiamo se questo sia vero in Romandia, anche se non ci risulta che sul Lemano la crescita economica sia stata tale da creare lavoro per tutti, ed infatti se così fosse l’MCG non avrebbe vinto le elezioni. Quello che invece sappiamo per certo è che in Ticino la sostituzione è una realtà. Le cifre parlano chiaro. Nell’anno 2012 nel nostro Cantone sono stati creati 3000 nuovi posti di lavoro, mentre i frontalieri sono aumentati di 6000 unità. Questo vuol dire che non solo tutti i nuovi impieghi sono andati a beneficio dei frontalieri (almeno numericamente) ma che ci sono 3000 posti di lavoro, prima occupati da residenti, che sono ora passati a frontalieri.

Del resto, se perfino la SECO ha dovuto ammettere che “in Ticino non si può escludere l’esistenza di un fenomeno di sostituzione di lavoratori residenti con frontalieri” vuol proprio dire che tale fenomeno ha ormai raggiunto proporzioni tali che nemmeno la SECO, con le sue notorie taroccature, riesce più a nasconderlo nelle pieghe dei giochetti statistici.

E’ quindi evidente che, contrariamente a quanto affermato dalla maggioranza del Consiglio di Stato che si porterà a casa l’ennesima remenata dalle urne, la libera circolazione delle persone con la Croazia va affossata, con l’obiettivo di far saltare tutta la libera circolazione delle persone, ciò che permetterebbe di finalmente contingentare frontalieri e padroncini. Le iniziative Ecopop e Contro l’immigrazione di massa vanno, in quest’ottica, sostenute.

Lorenzo Quadri