Greenpeace: causa farlocca contro la Svizzera e vecchiette usate come “scudi umani”

Quando si parla di ecotalebani, il pensiero va subito ai fankazzisti climatici. Ossia ai “gretini” che bigiano le lezioni per “manifestare” e che un paio di anni fa sono addirittura finiti sul diario scolastico del ro$$o DECS quali modelli da emulare. Oppure ai dementi che vandalizzano le opere d’arte o si incollano sull’asfalto, bloccando le autostrade, e che – questo il parere di un’esperta tedesca – stanno pericolosamente scivolando verso il terrorismo di $inistra.

C’è però anche un altro gruppetto climatista elvetico di cui talvolta si sente parlare; è accaduto nei giorni scorsi. Si tratta delle “anziane per il clima”. Queste pensionate hanno denunciato la Svizzera presso la Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo (CEDU), dalla quale sono state audizionate il 29 marzo.

L’accusa rivolta alla Confederella è  di non aver raggiunto gli obiettivi climatici previsti dagli accordi di Parigi e dunque (?) di violare il diritto alla vita e alla salute dei cittadini.

Con tutto il rispetto che meritano delle attempate signore che probabilmente sono nonne e bisnonne: si tratta di fregnacce manifeste. Non a caso la loro associazione, ben lungi dall’essere spontanea, è l’emanazione di una delle solite ONG (Organizzazioni non governative) del piffero. Nel caso concreto l’ONG che tira i fili è Greenpeace. Essa non solo finanzia le pensionate climatiche e le loro cause giudiziarie, ma fornisce anche i legulei per allestirle. Perché puntare sulle vecchiette? Al di là dell’evidente e squallido ricatto morale (chi oserà mai opporsi ad un gruppo di signore ultraottantenni?) c’è anche un motivo giuridico. Le persone anziane sono particolarmente sensibili alle ondate di canicola. Pertanto possono far valere in sede giudiziaria di essere toccate in prima persona – e quindi legittimate ad intentare azioni legali – dal cosiddetto surriscaldamento climatico.

Tanto per una volta

La Svizzera, nella sua presa di posizione sulla denuncia, asfalta (tanto per una volta) le pretese dei legulei di Greenpeace, che usano le “anziane per il clima” come proprio megafono. In particolare la Confederella fa valere che:

  • la CEDU deve applicare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, non altri trattati internazionali, come quello di Parigi sul clima invocato dalle querelanti.
  • Gli accordi di Parigi non prevedono, e di proposito, meccanismi vincolanti di controllo sul raggiungimento degli obiettivi. E (udite udite)
  • L’influsso della politica nazionale svizzera sul riscaldamento globale non è tale da poter avere ripercussioni degne di nota sulla salute degli anziani. Altrimenti detto: la Svizzera genera meno dell’uno per MILLE della CO2 globale. La Cina produce in mezza giornata l’anidride carbonica che la Confederella emette in un anno. E quindi – conclusione logica – qualsiasi sacrificio possa imporre la casta agli svizzerotti per ridurre le emissioni di CO2, non sortirà alcun risultato apprezzabile!

Uscire dalla CEDU!

La grottesca denuncia a Strasburgo orchestrata da Greenpeace, principalmente a scopo di propaganda mediatica, merita poi qualche considerazione aggiuntiva.

  • Gli obiettivi contenuti dagli accordi di Parigi non li rispetterà nessun paese firmatario. Altro che fare causa alla Confederella.
  • Se la Svizzera non raggiunge (per poco, sia chiaro) alcuni dei risultati prefissati in materia di riduzione delle emissioni di CO2, la colpa è dell’immigrazione scriteriata che ha fatto impennare la popolazione residente e, con essa, anche le emissioni. Perché allora Greenpeace non denuncia alla CEDU le politiche migratorie all’insegna del “devono entrare tutti”? Risposta: perché questi Verdi-anguria sono immigrazionisti, altro che “clima”!
  • Se vogliamo parlare di inquinamento nocivo alla salute delle persone più vulnerabili (quindi anche degli anziani), la realtà più lampante è quella della nostra rete stradale infesciata di veicoli di frontalieri che viaggiano uno per macchina, con le emissioni di gas di scarico che ne derivano. L’87% delle auto di frontalieri che varcano il confine hanno a bordo il solo conducente. Perché allora Greenpeace &CO non denunciano alla CEDU la devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, che sta all’origine di tale scempio? La risposta è la medesima del punto 2).
  • Ciò che i climatisti vogliono è noto: una pletora di tasse e di divieti che devasterebbero sia il reddito che le libertà dei cittadini. A partire dalla libertà di movimento. Adesso i legulei di Greenpeace vorrebbero farci credere che i divieti sarebbero delle libertà, e che la povertà giova alla salute. Ma chi credono di prendere per il lato B?
  • La sentenza della CEDU sulla causa delle anziane per il clima (ovvero di Greenpeace) è prevista verso fine anno. Nella denegata ipotesi in cui dovesse dare ragione alle querelanti, la Svizzera avrà un buon motivo in più per disdire la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo ponendo così fine alla giurisdizione dei giudici stranieri della CEDU in casa nostra. Infatti, non sta né in cielo né in terra che i legulei di Strasburgo sfruttino i diritti umani come pretesto per mettere il becco nelle politiche nazionali sul clima, magari decise dal popolo. Ricordiamo infatti che il 18 giugno saremo chiamati a votare sulla Legge federale sugli obiettivi in materia di protezione del clima (la “famosa” legge divoratrice di energia). La quale potrebbe benissimo venire rottamata dalle urne, cosa che fortemente auspichiamo. Quindi: giudici stranieri föö di ball! Ed invece la partitocrazia non solo vuole mantenere quelli della CEDU, ma addirittura sogna di fare arrivare, in aggiunta, pure quelli della Corte europea di giustizia, tramite accordi istituzionali con la fallita UE. Col piffero!

 

Lorenzo Quadri