Un insulto agli svizzeri

Qui i conti proprio non tornano. L’attuale sistema di elezione del Consiglio federale tramite inciuci parlamentari mostra tutti i suoi limiti, con il risultato che vengono elette persone che poi vanno in giro a raccontare cose e a sostenere teorie che non hanno nulla a che vedere con la volontà della popolazione, ed anzi la contraddicono in modo plateale.
La Consigliera federale Doris Leuthard, – che i maligni paragonano ad un grosso uccello bianco che non è un cigno – aveva guadagnato qualche punto con la decisone a favore del secondo traforo autostradale del San Gottardo. Decisione presa perché alternative plausibili non ce ne sono. Per lo meno Leuthard, e questo va detto a suo merito, non ha avuto paura di ammettere di aver cambiato idea. Prima la ministra del trasporti sosteneva la chiusura triennale con misure accompagnatorie costosissime e fallimentari; poi si è resa conto che questa opzione è una belinata, e ha almeno avuto l’onestà di riconoscerlo e di cambiare cavallo.
I punti guadagnati li ha però dissipati ora con un’uscita oltre ogni decenza sulla libera circolazione delle persone che sta mettendo la Svizzera a ferro e fuoco. A partire dalle regioni di frontiera, ma non solo.
A grande maggioranza la popolazione elvetica chiede una cosa al suo governo. Che la devastante libera circolazione delle persone venga limitata. C’è chi come noi vuole farla saltare, dati gli effetti deleteri esplicati in Ticino; c’è chi, Oltregottardo, assume posizioni più “sfumate”. Può permettersi di farlo poiché non vive sulla propria pelle l’invasione di frontalieri e padroncini (perché di invasione si tratta), Nemmeno sperimenta quotidianamente il frontalierato del crimine per il quale possiamo ringraziare gli smantellamenti dei controlli doganali. Per non parlare poi della massiccia immigrazione nel nostro stato sociale: altro che “arriverà in Svizzera solo chi avrà un lavoro”, come veniva raccontato prima delle votazioni popolari. Pure in Svizzera tedesca, peraltro, si comincia a pagare pegno. Pegno che nel concreto si traduce nell’arrivo in grande stile di manager e dirigenti germanici. E ben gli sta agli amici d’Oltregottardo, si potrebbe dire: avete voluto la bicicletta, ossia la libera circolazione delle persone (che il Ticino invece in votazione popolare ha sempre rifiutato), e adesso pedalate anche voi. Sta comunque di fatto che di rafforzamento della libera circolazione delle persone, ossia di frontiere ancora più spalancate, nessuno parla. Ne parla invece Doris Leuthard che ha ancora il coraggio di uscirsene con l’abusata fregnaccia della libera circolazione che avrebbe favorito la crescita. Un teorema che altri traducono con l’aberrante equazione: “immigrazione uguale ricchezza”. Ma la “velina” è sempre la stessa.
Evidentemente al Consiglio federale comincia a “venir fredda la camicia”. La recente riuscita alla grande dell’iniziativa Ecopop contro la sovrappopolazione – e quindi, ovviamente, contro l’immigrazione incontrollata – è un segnale che comincia a far accendere lampadine. Tanto più che per lungo tempo l’iniziativa in questione sembrava votata al fallimento (la raccolta firme ha conosciuto un rush finale). Non è un caso che l’improvvida sortita leuthardiana sia stata fatta a pochi giorni dalla consegna delle 120mila firme a sostegno di detta iniziativa. Il Consiglio federale si rende conto con orrore che il consenso popolare per la libera circolazione delle persone si sgretola anche dove c’era. Che le panzane raccontate per anni a giustificare quella che è semplicemente una svendita del nostro Paese all’UE si infrangono contro la dura realtà.
In Ticino la situazione è catastrofica. 6000 frontalieri in più all’anno (nel corso del 2011) quando nel medesimo periodo i nuovi posti di lavoro creati sono stati 3000, non è crescita, è un disastro. Vuol dire che ci sono 3000 impieghi che prima erano occupati da residenti che sono andati a frontalieri.
Venire a dire che la libera circolazione delle persone deve essere potenziata è un affronto a chi non ha, diversamente da Leuthard, il posto di lavoro sicuro in Consiglio federale e poi la pensione a vita di 200mila Fr all’anno una volta lasciata la carica. Un affronto che non può essere tollerato. A Leuthard, compari e comari va ricordato che sono lì a rappresentare il popolo svizzero e non le proprie balorde e fallite ideologie internazionaliste. Altrimenti che lascino il posto ad altri.
Lorenzo Quadri