L’UDC nazionale intende fermare la libera circolazione delle persone. Un’ottima notizia che trova il pieno sostegno della Lega dei ticinesi, la quale sarà in prima fila nel raccogliere le firme. L’iniziativa soprannominata “per la limitazione”, prevede che la Confederella regoli in modo autonomo la propria immigrazione. Se verrà accettata dal popolo, il Consiglio federale avrà un anno di tempo per negoziare la fine della libera circolazione delle persone con Bruxelles.
C’è chi grida allo scandalo
Ma ancora una volta c’è chi grida allo scandalo: ovvero le Associazioni economiche. Si perché, già nel 1992 durante la campagna di voto per l’entrata della Svizzera nello Spazio Economico Europeo, i toni erano gli stessi.
Di continuo si afferma che dobbiamo il nostro benessere all’Accordo di libera circolazione siglato quasi vent’anni fa. Ma non è propriamente così. Dal dopoguerra al 2000, prima dell’introduzione dei “Bilaterali I”, la crescita annua del Prodotto interno lordo in Svizzera si attestava di media attorno al 2%. Ma poi magicamente dopo la decisione della Berna federale di introdurre la libera circolazione totale delle persone, la crescita si è fermata.
Per non parlare del continuo aumento dei lavoratori frontalieri, che nelle zone di confine, come è il caso emblematico del Ticino, ha toccato, alla fine del 2017, quota 65mila. Non dimentichiamoci pure dei tassi di disoccupazione che dai minimi storici del 2000 (1.9%) sono largamente duplicati, e del continuo aumento delle persone che fanno capo alle prestazioni sociali.
La volontà popolare non viene rispettata
Inoltre l’Europa a più riprese non ha spinto a più riprese la Svizzera a non rispettare la volontà popolare del popolo. Pensiamo all’azzeramento da parte delle Camere federali e del Consiglio federale del voto del 9 febbraio 2014, che non limiterà l’immigrazione di un’unità; o la soluzione di una preferenza indigena “light” decisa da Berna e Ticino per l’iniziativa “Prima i nostri”. Insomma la disdetta della libera circolazione delle persone rimane l’unica via percorribile. Già, perché l’immigrazione di massa ci sta sommergendo; costa, stressa e toglie un grosso pezzo della nostra qualità di vita. Smettiamola di osannare gli accordi bilaterali e quelli di libera circolazione!
La Svizzera deve salvare la propria sovranità
La Svizzera deve rispondere ai pilastri dello Stato, ovvero indipendenza, democrazia diretta, neutralità, federalismo, innovazione e affidabilità. Se la Confederazione vuole salvare la propria sovranità, il proprio mercato del lavoro, la sicurezza interna, deve prendere le distanze dall’Unione europea che pretende di imporre regole e accordi quadro istituzionali definiti “Accordi amici”.