Come c’era da aspettarsi, il numero dei disoccupati in Ticino è ancora aumentato. Il tasso di disoccupazione ufficiale è infatti salito al 4.4%, ossia lo 0.3% in più rispetto al mese precedente e, cosa ancora più grave, lo 0.4% in più rispetto allo stesso periodo del 2011. Tali dati statistici sono inoltre lungi dal comprendere tutte le persone senza impiego.
Nell’attuale situazione, la libera circolazione delle persone – in seguito alla quale in Ticino si è creato un preoccupante fenomeno di sostituzione dei lavoratori residenti con frontalieri (pagati meno) – porta una pesante responsabilità, che va a sommarsi alla crisi economica generalizzata. Infatti nel 2011 il numero dei frontalieri nel nostro Cantone è aumentato di 6000 unità, mentre i nuovi posti di lavoro creati sono stati 3000.
A questo si aggiungono le 15’300 notifiche di lavoro di breve durata (nel 2011) da parte di padroncini e distaccati italiani: un simile ricorso a prestazioni estere non trova alcuni riscontro nell’andamento economico ticinese ed avviene, pertanto, a scapito di artigiani ed aziende residenti.
Alle persone in disoccupazione bisogna poi aggiungere quelle in assistenza (solo una parte di esse figura negli elenchi degli iscritti agli uffici regionali di collocamento). Come noto anche il numero delle persone in assistenza ha subito un’impennata. Un fenomeno che si spiega facilmente: chi entra in disoccupazione non ne esce più, dal momento che il mercato del lavoro è sovraccarico di persone in arrivo da Oltreconfine. Sicché a fine agosto 2012 in Ticino c’erano circa 7300 persone in assistenza; nel dicembre 2011 erano 6600.
Davanti a queste cifre, la Consigliera federale Leuthard dichiara pubblicamente che la libera circolazione delle persone andrebbe non già limitata ma anzi, ulteriormente rafforzata. Ciò significa voler portare la disoccupazione in questo Cantone ai livelli della vicina Lombardia (per la legge fisica dei vasi comunicanti) e fomentare ulteriormente l’esplosione delle domande d’assistenza.
Si spera quindi che la Signora Leuthard, come tutto il Consiglio federale, non solo faccia retrofont su ogni e qualsiasi potenziamento della libera circolazione delle persone, ma percorra invece la strada contraria. In quest’ambito, si chiede al Consiglio federale prendere in considerazione l’ipotesi di una diversa e maggiore imposizione fiscale dei frontalieri, che porterebbe più entrate nelle casse pubbliche sia ticinesi che italiane, e renderebbe nel contempo più difficile per questi ultimi accettare certi salari “stracciati” assolutamente inarrivabili per chi vive in Ticino.
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi