Contingentare frontalieri e padroncini è una necessità vitale per il Ticino

In Ticino la situazione in regime di libera circolazione delle persone è allarmante. L’esplosione del frontalierato provoca, sul mercato del lavoro, il soppiantamento dei ticinesi e dei residenti con frontalieri. I successi elettorali riportati da chi, come la Lega dei Ticinesi, fin dall’inizio si è schierato contro la devastante libera circolazione delle persone, dimostrano che la situazione è allarmante. Fingere di non vederla, nascondendosi dietro statistiche addomesticate come fanno gli uffici federali, serve solo a peggiorare le cose.

Del resto perfino le cifre ufficiali dimostrano al di là di ogni dubbio che il problema esiste: il tasso di disoccupazione in Ticino è del 5% contro il 3.5% a livello nazionale; quello della disoccupazione giovanile del 6.5% contro il 3.5% nazionale. Da notare che i disoccupati reali sono almeno il doppio di quelli che appaiono nelle statistiche.

Frontalieri raddoppiati

In Ticino il numero dei frontalieri è passato da 26mila nel 1998 a 60mila a fine 2013. Quindi è più che raddoppiato.
Nel 2004 è caduta la priorità dei residenti nelle assunzioni. Dal 2004 ad oggi i frontalieri sono passati da 33mila a 60mila. Nello stesso periodo, nel settore terziario i frontalieri sono passati da 16mila a 33mila. I frontalieri aumentano dunque in maniera esponenziale proprio in quegli ambiti in cui non c’è bisogno di manodopera d’importazione.

In Ticino i frontalieri sono ormai più di un quarto della forza lavoro totale; chiunque è in grado di rendersi conto che una simile proporzione è insostenibile, basti pensare che a livello svizzero i frontalieri sono poco più del 5%. E che nel solo Ticino si trova circa il 20% dei frontalieri totali.

Lavoro temporaneo

Anche nelle agenzie di lavoro interinale il numero dei frontalieri è aumentato in maniera vertiginosa a partire dal 2002. I frontalieri attualmente attivi per le agenzie di lavoro temporaneo sono 4000. Quindi un esercito di precari che diminuisce ulteriormente le possibilità d’impiego dei ticinesi.

Lo studio sui frontalieri pubblicato nel maggio 2013 dall’ufficio di statistica del Canton Ticino (quindi non dalla Lega dei Ticinesi) indica come il profilo formativo dei frontalieri è sempre più simile a quello dei residenti. Chiara dimostrazione che i frontalieri non colmano più le lacune dell’economia, ma si sostituiscono ai ticinesi in tutti i settori. Compreso quello dell’insegnamento, in cui la presenza di frontalieri dal 1998 ad oggi è aumentata del 1000%, quindi è decuplicata. Con tutte le conseguenze del caso.

Il Ticino ha bisogno dei frontalieri?

Il Ticino ha bisogno di un certo numero di frontalieri. Quelli che svolgono effettivamente quei lavori per cui non si trova un numero sufficiente di addetti tra i residenti. Ma per procurarsi questi frontalieri non c’è bisogno della libera circolazione delle persone. La libera circolazione delle persone ha spalancato le porte proprio a quei frontalieri di cui non abbiamo bisogno, anzi: vale a dire, quelli che soppiantano i ticinesi nelle assunzioni. Per questo diciamo che la libera circolazione delle persone per il Ticino è una catastrofe. E lo sarà sempre di più in considerazione del progressivo ed allarmante degrado della situazione occupazionale in Italia; compreso il Nord Italia dove il numero dei poveri è triplicato dal 2006.

I frontalieri di cui il Ticino ha bisogno, ovvero al massimo 35mila, sui livelli del 2004, se li può benissimo procurare in regime di contingentamento. Quindi la libera circolazione delle persone non serve.

Padroncini

Una forma particolarmente perniciosa di frontalierato è quello provocato dai cosiddetti padroncini, ossia dagli indipendenti in arrivo dall’Italia, come pure dai lavoratori distaccati. Nel 2005 le notifiche erano 7’800. Nel 2012 erano esplose a 21’300, l’equivalente di quasi 3000 posti di lavoro; impieghi che vanno persi all’economia locale. Per fine 2013 si calcola che fossero 35mila.

I padroncini, come emerso nei controlli, purtroppo finora troppo rari, effettuati ai confini, presentano un altissimo tasso di illegalità. Alcuni controlli hanno evidenziato il 50% di irregolari, in un’occasione il tasso identificato era addirittura del 100%. Ovvero, nessuno dei fermati era in regola. Questo perché i padroncini le imposte e gli oneri sociali non li pagano da nessuna parte. Il Ticino è dunque confrontato con una vera e propria invasione da parte di questi operatori che, tramite concorrenza sleale, mettono in ginocchio gli artigiani e le piccole e medie imprese del Cantone.
La libera circolazione indiscriminata sta esponendo il Ticino ad una vera e propria invasione dall’Italia. Il nostro Cantone è diventato una valvola di sfogo per i problemi occupazionali della vicina Penisola – e questo a scapito dei residenti. Anche i giornali lombardi se ne rendono conto. La situazione è tale che in Ticino perfino la sezione cantonale dei verdi ed importanti esponenti $ocialisti sostengono l’iniziativa contro l’immigrazione di massa.
Tornare ad un regime di priorità dei residenti è una necessità vitale per il nostro Cantone.

E’ dunque indispensabile sostenere con convinzione l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”.
Lorenzo Quadri