Stati UE vogliono limitarla
I Paesi “ricchi” vogliono tutelarsi dall’immigrazione nel loro Stato sociale da parte di cittadini di Stati UE in bancarotta. E la Svizzera?
L’immigrazione nello stato sociale è una realtà ben conosciuta alle nostre latitudini. E’ l’ennesima conseguenza negativa della libera circolazione delle persone (che in Ticino ha fatto solo disastri).
In sostanza accade che, grazie alla libera circolazione delle persone, cittadini UE arrivano in Svizzera con lo scopo preciso di farsi mantenere dallo stato sociale finanziato da noi svizzerotti. Arrivano con questo scopo e, naturalmente, lo raggiungono.
In teoria, presupposto per l’ottenimento di un permesso per stabilirsi in Svizzera è disporre di un contratto di lavoro. Tuttavia il contratto di lavoro può anche essere taroccato e venire rescisso nel giro di un paio di mesi o settimane o giorni. Basta che il cittadino UE sia in grado di dimostrare (?) di aver lavorato per un periodo di tempo sufficiente ad aprire un termine quadro, ed ecco che ha il diritto di usufruire delle prestazioni di disoccupazione, senza aver mai contribuito.
Una volta esaurito il termine quadro di disoccupazione, forse che il cittadino UE viene cortesemente invitato a lasciare la Svizzera, dal momento che il permesso di risiedervi era condizionato all’esercizio di un’attività lavorativa, requisito non più dato? No di certo: rimane in Svizzera a carico dell’assistenza. Ed infatti a Lugano il 15% ca delle nuove domande d’assistenza proviene da cittadini UE con permesso B. Si verifica insomma quell’immigrazione nello Stato sociale che la Lega ed il Mattino avevano previsto fin dall’inizio. Ma naturalmente secondo i partiti $torici, come di consueto, non era vero niente; erano tutte frottole della Lega populista e razzista.
Invece nel Canton Berna è stato scoperto, qualche settimana fa, un giro di contratti tarocchi, grazie ai quali cittadini UE (principalmente portoghesi) potevano trasferirsi in Svizzera, per poi mettersi ben presto a carico dello Stato sociale.
Poco ma sicuro che analoghi giri esistono anche in Ticino.
Lettera alla Commissione UE
Mentre gli svizzerotti – malgrado il nostro Paese non sia membro UE – rifiutano di prendere atto dell’ennesima prevedibile conseguenza negativa della libera circolazione delle persone, a porre dei paletti sono gli stessi Stati membri UE. Segnatamente Germania, Austria, Olanda e Gran Bretagna. Ancora una volta, dunque, mentre gli Stati membri della fallimentare Unione europea vogliono limitare la libera circolazione delle persone, la Svizzera continua ad applicarla in modo pedissequo e a proprio svantaggio.
I citati Stati UE hanno infatti annunciato la volontà di inviare una lettera alla Commissione UE. Nella lettera si auspica di realizzare una barriera. Ma come, le barriere non erano cose da leghisti populisti e razzisti? Invece…
In sostanza le quattro nazioni citate vogliono che gli immigrati UE che non hanno mai lavorato nel loro paese non abbiano il diritto di percepire prestazioni sociali. Ciò vale anche per la copertura delle spese sanitarie. Il messaggio è chiaro: venite da noi e non siete in grado di mantenervi? Affar vostro, non riceverete un centesimo.
Romania e bulgaria
Destinatari del monito sono principalmente i cittadini rumeni e bulgari per i quali a partire dall’anno prossimo la libera circolazione delle persone varrà senza restrizioni. Evidentemente Germania, Austria, Olanda e Gran Bretagna sono preoccupate dell’allarmante fenomeno migratorio che potrebbe derivarne. Con i relativi costi a carico dei paesi con gli Stati sociali più sviluppati, facili bersagli di un “assalto alla diligenza”.
E se i quattro Stati in questione devono preoccuparsi, figuriamoci la Svizzera le cui prestazioni sociali, finanziate dai contribuenti elvetici, sono ancora più attrattive.
Ma, mentre gli stessi Paesi UE corrono ai ripari e vogliono limitare la libera circolazione delle persone, cosa fa la Svizzera che non è neppure Stato membro UE? Naturalmente applica la libera circolazione delle persone alla lettera. Commissiona alla SECO studi farlocchi per farsi dire che “tout va bien, Madame la Marquise”. E chi osa puntare il dito contro la libera circolazione delle persone, naturalmente, è un becero populista e razzista.
Lorenzo Quadri