Le frontiere spalancate hanno messo in ginocchio il Ticino. E con l’emergenza virus…
La libera circolazione delle persone ha messo in ginocchio il Ticino. Altro che “con la libera circolazione delle persone, i nostri giovani potranno lavorare a Milano”, come diceva l’allora presidente del PLR ticinese Fulvio Pelli. Il numero dei frontalieri è esploso in pochi anni. Risultato: nel nostro Cantone la maggioranza dei lavoratori è straniera, i frontalieri sono un terzo della forza lavoro totale, mentre quasi due terzi dei permessi G (45mila su 70mila) sono impiegati nel settore terziario. Parallelamente si impennano alle nostre latitudini le cifre della disoccupazione e dell’assistenza. Basti pensare che il tasso ILO di disoccupazione in Ticino è dell’8.1%, contro il 5.1% della Lombardia. I sottoccupati sono raddoppiati in pochi anni.
La libera circolazione delle persone ha inoltre portato in Svizzera un milione di abitanti in più in 13 anni. La conseguenza è stata l’esplosione della spesa sociale, mentre le infrastrutture faticano a reggere la pressione ed il territorio viene cementificato per alloggiare i nuovi arrivanti. Con tutte le conseguenze del caso, anche sotto l’aspetto dello sfruttamento delle risorse: siamo qui in troppi!
La libera circolazione ha conferito diritti agli stranieri a scapito dei cittadini svizzeri. Ha permesso a tanti “furbi” di approfittarsene, a spese nostre. Vedi i sedicenti “imprenditori” in arrivo dal Belpaese che assumono solo frontalieri. Vedi i “padroncini” che fanno concorrenza sleale ai nostri artigiani. Vedi i troppi frontalieri che sputano nel piatto dove mangiano.
La libera circolazione, per la maggioranza politica PLR-PPD-P$$, pavida ed asservita a Bruxelles, è diventata un dogma sacro ed inderogabile. La triste dimostrazione è arrivata con l’emergenza coronavirus. Il Consiglio federale, schiavo della libera circolazione, non ha voluto chiudere le frontiere ai 70mila frontalieri nemmeno davanti ad un’emergenza di salute pubblica. Per settimane ha ignorato tutte le richieste in questo senso, per poi uscirsene senza vergogna a dichiarare che “adesso è troppo tardi”. In questo modo tutta la Svizzera è stata infettata in tempo di record.
La crisi coronavirus ha anche messo a nudo la debolezza di un sistema economico che, a causa della libera circolazione, si è colpevolmente reso dipendente, in ambiti fondamentali, da personale estero e da decisioni di paesi stranieri.
Cova sotto la cenere
La partitocrazia PLR-PPD-P$$ ha affossato le preferenza indigena votata dal popolo, trasformandola nell’inutile preferenza indigena light. E ancora smania per ulteriormente spalancare le frontiere e per rottamare la nostra sovranità. Vedi lo sconcio accordo quadro istituzionale. Questo immondo trattato coloniale – definito dal PLR “l’accordo della ragione, da firmare subito” – non è affatto sparito. E’ solo stato messo in “stand by”. Se l’iniziativa “per la limitazione” (quando i camerieri dell’UE in Consiglio federale si degneranno di metterla in votazione popolare) dovesse venire respinta, l’accordo quadro verrà firmato il giorno successivo. E allora ci ritroveremo in vigore non solo la libera circolazione delle persone, ma anche la direttiva UE sulla cittadinanza (impossibilità di espellere delinquenti stranieri, se questi sono cittadini comunitari: alla faccia della volontà popolare!).
Sempre sotto la cenere cova pure lo sconcio patto ONU sulla migrazione, che mira a trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano e ad inventarsi la nuova figura dei rifugiati climatici.
E’ ora di mettere fine a questa spirale discendente che la partitocrazia continua ad alimentare. STOP alla libera circolazione!
Lorenzo Quadri