Lanciata ufficialmente anche in Ticino l’iniziativa per fermare l’invasione da sud
Venerdì è stata presentata ufficialmente in Ticino l’iniziativa popolare per l’abolizione della libera circolazione delle persone (iniziativa “Per un’immigrazione moderata”). L’iniziativa è lanciata dall’UDC a livello nazionale. La Lega sarà in prima fila in Ticino nella raccolta firme.
Questa è la “madre di tutte le iniziative”. Da essa dipende il futuro del nostro Cantone, dei nostri figli. (E non certo dal canone radiotv più caro d’Europa, come vorrebbe far credere la partitocrazia ormai uscita completamente di melone).
Se si arriva a questa iniziativa è perché il triciclo PLR-PPD-P$$ alle Camere federali ha cancellato il “maledetto voto” del 9 febbraio, che chiedeva di contrastare l’invasione. Calando le braghe ad altezza caviglia davanti agli eurofunzionarietti, i camerieri bernesi dell’UE hanno rifiutato qualsiasi limitazione alla devastante libera circolazione delle persone. Le frontiere devono rimanere spalancate! Guai ai populisti e razzisti che osano opporsi a questo sacro dogma!
Il citato triciclo vorrebbe ora fare il bis in Gran Consiglio, affossando l’iniziativa “Prima i nostri” con la solita tattica del “sa pò mia”. Non è vero che “sa po’ mia”. Sono loro che non vogliono. C’è una bella differenza. E’ evidente che i becchini della volontà dei ticinesi verranno indicati sul Mattino con nome e cognome.
Situazione sempre più degenerata
Intanto la situazione sul mercato del lavoro ticinese degenera sempre più. Solo nei giorni scorsi abbiamo letto dell’ulteriore ennesimo aumento dei casi d’assistenza, della ditta di Chiasso che cerca laureati a 600 Fr al mese per un impiego a tempo pieno, e avanti con le nefandezze. Le cifre dei frontalieri sono ormai arcinote e manifestamente insostenibili. Se nelle provincie lombarde un terzo dei lavoratori fosse composto da frontalieri ticinesi, il Belpaese avrebbe già costruito un muro sul confine da far impallidire quello di Trump col Messico.
L’unica via d’uscita
Il discorso è molto semplice. O la libera circolazione salta, oppure in questo Cantone di futuro per i ticinesi non ce ne sarà più. Ci trasformeremo in appendice lombarda. I giovani ticinesi (ma anche i meno giovani) per lavorare dovranno tornare ad emigrare come alla fine dell’Ottocento. E per questo sapremo chi ringraziare.
Visto dunque che la partitocrazia non ne vuole sapere di limitare la libera circolazione, l’unica via d’uscita, essendo l’andazzo attuale intollerabile, è la disdetta dello scellerato accordo con l’UE. Se poi la conseguenza dovesse essere la caduta di tutti gli altri trattati del pacchetto bilaterali I, poco male. Questi accordi non sono di certo un regalo degli eurofalliti agli svizzerotti. Essi portano infatti molti più benefici all’UE che alla Svizzera. Inoltre, si possono benissimo concludere trattati commerciali interessanti senza alcun bisogno di inserirvi la libera circolazione delle persone. Un paese che non controlla la propria immigrazione è un paese finito. Se ne stanno accorgendo anche all’interno della stessa DisUnione europea.
I soldatini insorgono
Naturalmente i soldatini delle frontiere spalancate sono subito insorti contro l’iniziativa “Per un’immigrazione moderata”. La casta ci offrirà il solito triste spettacolo, fatto di terrorismo di regime e di tentativi di lavaggio del cervello al popolazzo becero che vota sbagliato. Si moltiplicheranno inoltre gli studi farlocchi e le statistiche taroccate su disoccupazione e frontalierato.
Le perle di “Leider” Ammann
Un primo assaggio di campagna l’abbiamo già avuto con le brillanti esternazioni del ministro dell’economia Johann “Leider” Ammann (naturalmente liblab). Secondo questo luminare, l’iniziativa contro la libera circolazione sarebbe “priva di senso” e “verrà bocciata”.
Bravo “Leider” Ammann, tu sì che sei un grande statista. L’iniziativa sarebbe “priva di senso” perché non piace ai tuoi amichetti liblab delle grandi industrie, quelli che vogliono la manodopera estera a basso costo per lasciare a casa gli svizzeri? Quindi l’unica cosa sensata sarebbe continuare con l’invasione attuale e con la svendita del paese a Bruxelles?
Ricordiamo che il buon Giuànn (Johann) praticamente a due minuti dall’affossamento del 9 febbraio ad opera della partitocrazia PLR-PPD-P$$ alle Camere federali (16 dicembre 2016, venerdì nero della democrazia svizzera), già telefonava tutto scodinzolante al presidente della Commissione UE Jean-Claude “Grappino” Juncker per annunciare con orgoglio la missione compiuta: i camerieri di Bruxelles hanno azzerato la volontà popolare sgradita!
Priva di senso?
Ovunque, anche all’interno della stessa UE, ci si rende conto che l’immigrazione deve essere controllata e Leider Ammann parla di “iniziativa priva di senso”? Chiaro: da uno che, assieme all’ex compagno di merende Didier Burkhaltèèèr, già lo scorso anno avrebbe voluto sottoscrivere subito lo sconcio accordo quadro istituzionale con l’UE, ci si può solo attendere il peggio. L’unica cosa “priva di senso” è che ci siano consiglieri federali del genere, guarda un po’ dell’ex partitone. Che poi l’iniziativa “sarà respinta”, caro “Leider” Ammann, è tutto da vedere.
Per cui, sotto con le firme!
Lorenzo Quadri