I disastri sono sotto gli occhi di tutti. Vogliamo continuare a far finta di niente?

Domani in Consiglio nazionale si dibatterà sull’iniziativa “per un’immigrazione moderata”. Ovvero, l’iniziativa che mira ad abolire la devastante libera circolazione delle persone.

Questa iniziativa, sostenuta in Ticino da Udc e Lega, è diventata indispensabile dopo che il triciclo PLR-PPD-PSS, asservito all’UE, ha rottamato la preferenza indigena ed i contingenti all’immigrazione votati dal popolo il 9 febbraio 2014.

Costituzione calpestata

La volontà popolare e la Costituzione sono state calpestate dalla partitocrazia. Essa ha tradito i cittadini elvetici per accontentare i suoi padroni di Bruxelles. Questi ultimi, per tutto ringraziamento, continuano a ricattare ed a discriminare la Svizzera. Ora pretendono, come se “niente fudesse”, 1.3 miliardi dei nostri franchetti  in regalo. E pretendono pure che accettiamo di ridurci ad una loro colonia firmando lo sconcio accordo quadro istituzionale in cambio di presunti vantaggi economici per pochi (i soliti).  Il triciclo PLR-PPD-P$$, davanti a questa, come a tutte le altre richieste in arrivo da Bruxelles, è già posizionato con le braghe abbassate ad altezza caviglia. Vuole sia il versamento della marchetta miliardaria che, fatto ancora più grave, l’accordo coloniale.

Crescita… per chi?

Il triciclo ha rottamato la preferenza indigena votata dal popolo, sostituendola con la preferenza indigena light, che non serve ad un tubo. I disastri provocati dalla libera circolazione delle persone in questo sfigatissimo Cantone sono sotto gli occhi di tutti. Un mercato del lavoro a catafascio: i ticinesi vengono soppiantati da frontalieri; i giovani non riescono a trovare un impiego, gli ultracinquantenni vengono lasciati a casa, scaricati in disoccupazione prima ed in assistenza poi, e sostituti da permessi G pagati la metà. Del resto, in soli tre mesi i frontalieri nel terziario sono aumentati di 2000 unità, arrivando a quota 42mila. Nel terziario non c’è alcuna carenza di manodopera ticinese (anzi). Però il numero di frontalieri in questi rami lavorativi è quadruplicato nel giro di pochi anni, a causa delle frontiere spalancate.

E’ evidente che la maggior parte dei 2000 posti di cui sopra andava occupata da ticinesi. Poi i soldatini euroturbo della SECO hanno ancora il coraggio di venire a blaterare di economia in crescita. Crescita… a vantaggio di chi? Delle provincie lombarde limitrofe, forse, per le quali il Ticino è diventato la mucca da mungere.

La forchetta

Oltre al soppiantamento di lavoratori ticinesi con residenti, dalle nostre parti si assiste a tutti i deleteri fenomeni di contorno: sottoccupazione da record (ovvero: persone costrette a lavorare a tempo parziale, non per scelta, ma perché non hanno alternativa), working poor, assistenza che esplode, dumping salariale (ben dimostrato dal fatto che la “forchetta” tra gli stipendi in Ticino e nel resto della Svizzera si allarga sempre di più), eccetera.

L’invasione da sud ha poi portato sul nostro territorio i malandazzi d’oltreramina: lavoro nero, caporalato, sbarco in massa di pseudoimprenditori farlocchi che dopo poco tempo falliscono lasciandosi dietro una scia di puff, eccetera eccetera.

Vari settori

Non solo lavoro. L’immigrazione incontrollata ha avuto effetti nocivi in molti altri settori: dalla sicurezza (70%-80% dei detenuti è straniero), alla spesa sociale (il 60% dei beneficiari dell’assistenza è straniero), dalla viabilità all’inquinamento (65’500 frontalieri uno per macchina).
La politica del “devono entrare tutti” ha portato in Svizzera un milione di abitanti in più nel giro di una dozzina d’anni. Il che, evidentemente, si ripercuote sul consumo di territorio, sulla cementificazione, sulla necessità di infrastrutture (strade), sull’uso di risorse, sull’inquinamento, eccetera.

Cosa da ricchi

La libera circolazione delle persone, sostenuta istericamente dal triciclo PLR-PPD-PSS, ha fallito. Altro che “i nostri giovani potranno trovare lavoro a Milano”, come raccontava l’allora presidente del PLR Fulvio Pelli. Le misure accompagnatorie si sono rivelate per quello che sono: cerotti sulla gamba di legno. Particolarmente assurdo il sostegno, dai toni vieppiù isterici, da parte della $inistra: le frontiere spalancate sono sempre state una rivendicazioni dei ricchi, e questi anni ci hanno abbondantemente dimostrato che esse generano una guerra tra poveri che vede i ticinesi sul fronte perdente. Però i kompagni insistono. Non sarà perché in casa P$ a schiacciare gli ordini è il $indakato UNIA, e come ben sappiamo anche i frontalieri si sindacalizzano e pagano le loro brave quote?

Il coraggio di rimediare

Quando si sbaglia bisogna avere il coraggio di correggere la rotta. La libera circolazione delle persone è uno sbaglio. Eppure, la partitocrazia euroturbo PLR-PPD-P$$ non solo persevera nell’errore, ma addirittura smania per aggravarlo. Con lo sconcio accordo quadro bramato dal triciclo, infatti, ci arriverà addosso la direttiva UE sulla cittadinanza, la quale provocherà un nuovo assalto alla diligenza svizzera.

Sbaglio della storia

Che le frontiere devono essere spalancate, non è scolpito nella pietra. Proprio per niente. Per anni ci è stato fatto il lavaggio del cervello in tal senso. Ma questo non è affatto garanzia di veridicità. Globalizzazione e frontiere spalancate sono una realtà da appena tre decenni.  Un battito di ciglia sull’arco della storia. Uno sbaglio che va cancellato. Gli accordi commerciali sono una cosa. Cedere la propria sovranità su un punto fondamentale per l’esistenza di uno Stato, ovvero la facoltà di decidere in modo autonomo la propria politica migratoria, è ben altro. Del resto, i recenti accordi commerciali siglati col Canada o con paesi asiatici non prevedono la libera circolazione.

Far saltare

La partitocrazia cameriera di Bruxelles non ha voluto ripristinare la preferenza indigena per paura di Bruxelles. L’attuale libera circolazione “selvaggia” va fatta saltare. Del resto, è stata imposta al Ticino contro la volontà del 70% della popolazione. “Grazie” anche ai rappresentanti ticinesi del triciclo a Berna: non dimentichiamolo al momento di votare…

#votalegaoleuropatifrega

Lorenzo Quadri