Proseguono, da parte del Consiglio federale, i cerotti sulla gamba di legno in materia di libera circolazione delle persone.
Il governo nazionale ha infatti annunciato urbis et orbis di aver trasmesso al Parlamento il pacchetto per l’adeguamento delle misure collaterali alla libera circolazione delle persone. Ma come: la famigerata SECO, quella del dirigente ed ex sindacalista ro$$o Serge Gaillard noto per la brillante affermazione “immigrazione uguale ricchezza”, non diceva che andava tutto bene? E questa posizione fuori dal mondo non è forse stata pappagallata per anni dai Consiglieri federali titolari del dipartimento dell’economia, vedi Doris Leuthard (che i maligni paragonano ad un grosso uccello bianco che non è un cigno) e Schneider Ammann? Dumping salariale in Ticino? “Dai nostri dati non emerge”! Frontalieri che soppiantano i ticinesi nelle assunzioni? “Dai nostri dati non emerge!” Abusi nel terziario? “Dai nostri dati non emerge!” Però 52mila frontalieri in continuo aumento, come pure le 15’300 notifiche di lavoro temporaneo da parte di artigiani d’Oltreconfine, che si traducono in 628mila giornate lavorative, che a loro volta si traducono in una cifra d’affari di mezzo miliardo (cifra andata persa agli operatori locali e finita in tasche d’Oltreconfine), quelli emergono! E com’è possibile, secondo la SECO e il Consiglio federale, che dati del genere, in un Cantone di 320mila abitanti, rimangano senza conseguenze nefaste?
Sicché, dopo la lunga serie di “non emerge”, ed in palese contraddizione con la medesima, adesso il Consiglio federale propone il pacchetto d’adeguamento delle misure collaterali. Ma come: non andava tutto a meraviglia?
Il pacchetto d’adeguamento, comune, non deve dare adito ad illusioni di sorta: si riduce a qualche cerottino qua e là . Ad una serie di proposte che, per avere un minimo di efficacia, necessiterebbero di risorse finanziarie ed umane enormi, che evidentemente Berna non si sogna di mettere a disposizione.
Queste misure accompagnatorie hanno tutta l’aria del contentino che, in nome del politicamente corretto, “bisognava” accordare ai Cantoni di confine. Ma lì tutto comincia e lì tutto finisce. Non sarà con simili proposte che si risolveranno i gravissimi problemi causati dalla libera circolazione delle persone al mercato del lavoro ticinese. Perché questi problemi non sono risolvibili. Se non buttando all’aria la libera circolazione delle persone. Nessuna misura fiancheggiatrice ci porterà fuori dal pantano. Queste misure hanno ampiamente dimostrato di non funzionare. La realtà è che per il Ticino, proprio come avevano previsto la Lega e il Mattino, la libera circolazione delle persone è stata una sciagura. L’unica via d’uscita consiste nel buttare all’aria la libera circolazione delle persone, reintroducendo clausole preferenziali per i residenti e contingenti sulle notifiche per lavoro di breve durata. Alternative non ce ne sono.