Partitocrazia allo sbando: prima di intervenire vuole aspettare che ci scappi il morto!
Ennesima perla della partitocrazia spalancatrice di frontiere! I suoi soldatini, come ben sappiamo, si oppongono al divieto di burqa in votazione oggi (per chi non l’avesse ancora fatto: c’è tempo fino a mezzogiorno per votare Sì). A partire dalla ministra di giustizia liblab Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS). Quella che se ne esce giuliva a dichiarare che la scelta più difficile nell’ambito della pandemia da stramaledetto virus cinese è stata la – tardiva! – chiusura delle frontiere durante la prima ondata (adesso, come ben sappiamo, i valichi sono spalancati e senza controlli).
Capita l’antifona? L’economia può essere mandata in fallimento ed i cittadini ridotti in miseria a suon di lockdown (serrate) che non finiscono mai. Senza alcun patema d’animo. Se invece si tratta di chiudere le frontiere all’invasione…
Niente carcere preventivo
I soldatini del triciclo, Ka-Ka-eS in primis, si oppongono quindi al divieto di burqa. Un divieto che – tra le altre cose – ha l’obiettivo di combattere l’islam politico, che è poi l’humus sul quale prolifera il terrorismo. Gli attentati di Morges e di Lugano dimostrano che anche in Svizzera combattere il terrorismo islamico (sottolineare: islamico) è una priorità. Ma la partitocrazia e Ka-Ka-eS dicono che per contrastare l’islamismo non bisogna proibire il burqa: occorre fare “altro”. Peccato che i soldatini non vogliano fare proprio niente! E nei giorni scorsi ne è arrivata l’ennesima dimostrazione. In Consiglio degli Stati, il triciclo ha infatti respinto lunedì per 37 voti a 5 e un’astensione una mozione dell’UDC – già accolta dal Nazionale ma ormai, a questo punto, archiviata – che chiedeva il carcere preventivo per le persone che rientrano in Svizzera e sono sospettate di terrorismo finché le autorità non hanno verificato la reale pericolosità del soggetto in questione. Il motivo: la mozione sarebbe contraria alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo.
Bombe ad orologeria
Qui qualcuno è fuori come un terrazzino. L’attentatrice di Lugano era nota come simpatizzante della jihad. Però era libera di andare in giro ad accoltellare la gente. Secondo la partitocrazia, in nome del rispetto di convenzioni internazionali del piffero, dovremmo permettere a dei potenziali terroristi di muoversi liberamente in casa nostra. Altrimenti detto: dobbiamo metterci in casa delle bombe ad orologeria e poi stare guardare. In attesa, si suppone, che ci scappino i morti. E tutto per non correre il rischio di essere accusati di “islamofobia” e “razzismo”. Ma si può essere più fessi ed autolesionisti? E’ così che lo stato protegge i cittadini dal terrorismo islamico? E’ così che la politichetta federale immagina di impedire che la Svizzera si trasformi nel paese del Bengodi per jihadisti, trasformazione per altro già ampiamente in atto? Se qualche soldatino/a della casta pensa di contrastare l’estremismo islamico con il buonismo-coglionismo, è meglio che si dia all’ippica.
E’ evidente che non possiamo permettere a presunti terroristi islamici di andare in giro a piede libero nel nostro Paese. Se questa foffa non vuole essere incarcerata a titolo preventivo, basta che non venga in Svizzera. Più facile di così!
“Sa po’ mia!”
Gli svizzerotti non possono (“sa po’ mia!”) espellere i terroristi islamici se questi si troverebbero in pericolo nel paese d’origine: quindi se li tengono in casa.
Gli svizzerotti non possono (“sa po’ mia!”) mettere in detenzione preventiva i sospetti terroristi. Quindi li lasciano andare in giro ad accoltellare la gente (vedi quanto successo a Lugano). E questo per applicare pedissequamente la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo?
Visto che detta Convenzione all’atto pratico serve a difendere i terroristi, è ora di disdirla, come la Lega chiede da tempo. Del resto, per garantire il rispetto dei diritti umani in casa nostra non abbiamo bisogno della CEDU, né dei suoi giudici stranieri. Per difendere la sicurezza del paese dal terrorismo islamico, per contro, abbiamo bisogno di sbarazzarcene.
Lorenzo Quadri