Di certi argomenti non si può più parlare; di altri si può farlo solo in positivo
In Germania dilaga la censura, e soprattutto l’autocensura. Come emerge da un recente sondaggio, solo il 18% dei cittadini reputa di poter parlare liberamente in pubblico, mentre i due terzi degli interpellati ritiene che “bisogna fare molta attenzione agli argomenti sui quali esprimersi”.
I temi più “delicati”, lo si sarà intuito, sono quelli che riguardano immigrazione, migranti, asilanti, musulmani ed islam.
Per contro, si può parlare tranquillamente di clima, di pari opportunità, di educazione dei figli.
Patriottismo tabù
Tra gli argomenti considerati tabù, si segnala un’involuzione significativa nel corso degli ultimi due decenni. Nel 1996, soltanto il 16 per cento dei tedeschi riteneva che il patriottismo fosse una questione delicata. Oggi, questa percentuale è quasi triplicata, attestandosi al 41 per cento. Per l’establishment spalancatore di frontiere, infatti, patria e nazione sono concetti che devono sparire dalla faccia della terra. Quindi, facciamoli diventare qualcosa di disdicevole. Al punto che “patriota”, grazie al lavaggio del cervello multikulti, è diventato addirittura sinonimo di “fascista”.
L’indagine riguarda la situazione in Germania. Ma non c’è alcun motivo per ritenere che in Svizzera siamo messi meglio (anzi, si potrebbe semmai sospettare il contrario).
E’ chiaro quindi dove si sta andando a parare. Sui temi che piacciono alla casta si può discutere. Quando si passa a quelli dei “populisti e sovranisti” come migrazione, islam, eccetera… si può ancora parlarne, ma in un solo modo: in positivo. Le posizioni critiche o contrarie, per contro, vanno denigrate e criminalizzate. Che il cittadino non si azzardi più ad esprimerle (per paura di venire additato) e quindi nemmeno a pensarle.
Il patto demenziale
Il demenziale patto Onu sulla migrazione introdurrà la libera circolazione delle persone a livello mondiale (naturalmente a senso unico: dall’Africa all’Europa). Trasformerà l’immigrazione clandestina in un diritto umano: così nessun governo potrà più contrastarla. E, per non lasciare le cose a metà, si inventerà una nuova categoria di migranti: i rifugiati climatici. L’isterismo ambientalista oggi di moda serve anche a preparare il terreno a questa ennesima “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi).
Ma il patto ONU conterrà pure la censura. I paesi firmatari del trattato dovranno infatti impegnarsi affinché, sul proprio territorio, dell’immigrazione, dei migranti e degli islamisti si parli solo in termini positivi.
Questo processo ha un nome ben preciso: si chiama censura.
Sotto attacco
La libertà di stampa e d’opinione è costantemente sotto attacco. A volerla rottamare sono proprio i sedicenti “progressisti”: alla faccia del progresso!
La delinquente Carola Racket(e), ad esempio, ha chiesto la chiusura dei profili social dell’odiato Salvini. Perché? Perché, secondo costei, diffondono “fake news ed odio”. Capito il giochetto? Le posizioni che non piacciono ai $inistrati non sono “opinioni diverse”. Sono “odio e menzogne”. Altro che sciacquarsi la bocca con “il rispetto della diversità”: questa è gente intollerante, che criminalizza chi la pensa in modo diverso. Ecco chi è il vero partito dell’odio!
Silenzio assordante
Nella censura dilagante, colpisce il silenzio tombale dei media “mainstream”. Colpisce ma non sorprende. Stiamo infatti parlando della stampa di regime, che la “libertà d’espressione” nemmeno sa dove stia di casa: le uniche posizioni che accetta sono quelle della casta. La libertà di stampa viene ormai evocata solo come pretesto per andare ad elemosinare sussidi pubblici. Nella pratica è un vago ricordo. Che triste fine per una delle libertà fondanti della democrazia. Ringraziamo l’establishment!
Un esempio
Un piccolo esempio tra tanti? La stampa di regime ha oscurato l’importante intervista realizzata dal Guastafeste a Magdi Allam, dove il celebre saggista e scrittore dichiara che l’Islam andrebbe messo fuori legge. Chiaro: una cosa del genere non si può neanche osare pensarla. E’ uno scandalo, quasi un crimine. Per contro, sostenere che i sovranisti vanno ridotti al silenzio e messi – loro sì – fuori legge, è cosa buona e giusta. Anzi, è un concetto degno di essere inculcato al popolazzo tramite lavaggio del cervello!
Il rischio
Non bisogna farsi impressionare dalle denigrazioni e dagli strilli isterici dell’élite immigrazionista e cadere nel tranello dell’autocensura, che è ancora più pericolosa della censura. Altrimenti gli spalancatori di frontiere e rottamatori della Svizzera (e dell’Europa) hanno già vinto.
Lorenzo Quadri