Il primo problema per le persone “non binarie” sono gli immigrazionisti ro$$overdi
Le scuole sono iniziate da una settimana, eppure l’ormai famosa agenda gender del DECS (detta “agender”) tiene ancora banco (speriamo non più per molto).
I sostenitori dell’ agender si arrampicano sui vetri per difendere l’indifendibile. Ovvero la pretesa del DECS di propinare d’imperio propaganda genderfluid a dei bambini di 10 anni, importando ideologie $inistrate promosse dagli USA e dalla fallita UE.
Anche il Gigi di Viganello ha capito che il diario scolastico è solo il primo passo.
La $inistra sbrocca
I favorevoli all’agender, vedendo messi in discussione i propri dogmi – e quindi la propria pretesa ed autocertificata superiorità morale – hanno avuto la reazione tipica dei soldatini della gauche-caviar. Ovvero sono impazziti, accusando i contrari all’agender di essere trogloditi, omofobi, fascisti e via elencando. Imbarazzante, in particolare, la sbroccata dal collettivo “Io l’otto ogni giorno”: forse queste sedicenti femministe immaginano di fare un favore alle donne sostenendo il diritto dei maschi di usare i bagni delle signore.
Parto di fantasia?
Ci vuole anche un bel coraggio per affermare che l’ideologia gender sarebbe frutto di fantasia: infatti è così fantasiosa che, nei giorni scorsi – tanto per dirne un – la città statunitense di Boston ha eliminato dai certificati matrimoniali l’identità di genere, blaterando di “inclusività”, concetto ormai assurto a mantra con cui sdoganare qualsiasi boiata. Il prossimo passo sarà l’eliminazione del genere dai libri di biologia? Perché qui, per motivi ideologici, si pretende di azzerare il dato biologico.
E che dire dei kompagni che parlano di “persone con mestruazioni” invece che di “donne”, e che se ne escono in comunicati ufficiali con perle del seguente tenore: “La maggior parte delle persone con mestruazioni sono donne”? Questa non sarebbe ideologia? Ma non facciamo ridere i gallinacei…
Alto rischio
In Svizzera le operazioni di cambio di sesso sono possibili solo a partire dai 18 anni. Con l’eccezione della mastectomia. Da un rilevamento dell’Ufficio federale di statistica risulta che nel nostro Paese, tra il 2020 ed il 2018, 9 ragazze tra i 10 ed i 14 anni si sono fatte asportare chirurgicamente i seni. Le giovani tra i 15 ed i 19 anni che si sono sottoposte a questa operazione sono state 58. E’ evidente che con l’indottrinamento gender si fomentano anche scelte avventate, con gravi conseguenze fisiche. Specie se si pretende di incasellare qualsiasi interrogativo – spesso momentaneo – di un giovane sulla propria sessualità come una “disforia di genere”.
Conseguenze dell’ipermediatizzazione
L’accusa rivolta agli oppositori dell’agender di “mancare di rispetto alle minoranze” (altro ritornello con cui i kompagni tentano di rendere spregevole chi osa contraddire le loro castronerie) è un ulteriore petardo bagnato. Nessuno se l’è presa con le persone “non binarie”, la critica è sempre stata rivolta alle iniziative velleitarie e divisive del ro$$o DECS e all’ideologia genderfluid. E quest’ultima non è affatto minoritaria. Al contrario, fa parte del pensiero unico mainstream.
Se poi la polemica sulle “due paginette del diario scolastico” si è gonfiata come una rana, ciò è solo l’ennesima conseguenza negativa dell’ipermediatizzazione che affligge questo sfigatissimo Cantone.
Le micro-minoranze
Le persone che non si identificano con il proprio sesso esistono, ma sono poche unità su centomila. Si tratta di casi isolati, che come tali vanno considerati. Non si può pretendere di buttare all’aria la società per ogni piccolissima minoranza. Ci sono anche persone convinte di essere Napoleone: e queste come le includiamo? Abolendo i calendari e i libri di storia?
I contrari all’agender “sviliscono e banalizzano il vissuto di sofferenza”, pontificano ancora i kompagni. Di recente un’amica che da tempo vive in Francia ed ha una figlia liceale raccontava che nella classe di quest’ultima le ragazze ed i ragazzi “binari” sono una minoranza. Che nessuno venga a raccontare che ciò rappresenterebbe il reale orientamento sessuale di questi giovani. E’ evidente che si tratta di comportamenti indotti. Di una moda. Forse che questo non è “svilire e banalizzare”?
Immigrazionisti
La $inistra mondiale, e anche quella elvetica (elvetica per modo dire, data l’alta concentrazione di doppi passaporti) sogna una società fatta di genitori 1 e genitori 2, di documenti ufficiali senza indicazione di genere, di bagni per un fantomatico terzo sesso, e via sproloquiando: insomma, pur di non difendere i lavoratori, i kompagni se le inventano tutte. Però, ma tu guarda i casi della vita, i $inistrati sono pure immigrazionisti. A partire proprio dalle femministe ro$$overdi. Ma quando, grazie alle politiche migratorie promosse dai kompagn*, i musulmani saranno in maggioranza, o comunque diventeranno una minoranza consistente, le ideologie gender verranno spazzate via in tempo di record. E per le persone non binarie sì che saranno cavoli non dolcificati.
La gauche-caviar continua a tacere sul fatto che la maggioranza delle aggressioni omofobe è commessa da persone con passato migratorio. Quelle che, secondo i kompagn*, “devono entrare tutte”. Poi però i politichetti di $inistra tentano di far credere che il problema degli LGBTQVattelapesca sarebbero i contrari all’agender. Quando invece sono proprio loro, con la loro fissazione di far arrivare in Europa tutto il Maghreb; e quindi di trasformare l’Europa nel Maghreb.
Lorenzo Quadri