Che a Berna sull’iniziativa del 9 febbraio si stia facendo melina l’hanno ormai capito anche i paracarri. Del resto c’era da aspettarselo. Il Consiglio federale ed i partiti sono stati sconfessati dal voto popolare e certo non su un tema marginale, bensì su un argomento fondamentale di principio.
Quella sui rapporti con l’UE è la battaglia decisiva per il futuro della Svizzera. Non stupisce dunque che Christoph Blocher abbia lasciato sì il Parlamento, ma non la politica: che procede su questo specifico tema.
Carte false
Sicché il Consiglio federale ed i partiti fanno carte false per poter aggirare il voto del 9 febbraio. Tanto per cominciare, continuano ad applicare la devastante libera circolazione come se niente fosse.
La libera circolazione ha provocato in Ticino danni enormi ed è perfettamente inutile che qualcuno finga di non vederli e si ostini a parlare di populismo. Un vecchio detto dice che “chi rompe paga”. La Confederazione, però, ha imposto al nostro Cantone (i cui abitanti sono sempre stati contrari) la libera circolazione delle persone, quindi ha fatto il danno. Ma non vuole pagare. Ad esempio non intende prendersi a carico i costi necessari al potenziamento dei controlli sul mercato del lavoro ticinese.
Inoltre, come noto, la kompagna Sommaruga rifiuta l’abolizione delle notifiche online per i padroncini con la scusa che tale abolizione violerebbe gli Accordi bilaterali. Eppure sappiamo benissimo che, per la ditta ticinese che volesse andare a lavorare oltreconfine, altro che notifica in un click. Questa ed altre situazioni hanno provocato il voto del 9 febbraio, e vanno quindi prese sul serio. Vanno date delle risposte. Ma niente di tutto questo accade.
Chi denigra il voto?
Inoltre, funzionari dirigenti della Confederazione si ostinano a schierarsi contro chi gli paga lo stipendio, ossia i cittadini svizzeri, continuando a denigrare il voto popolare. Esempio. Malgrado sia ormai stato appurato in tutte le salse che i programmi Erasmus plus erano solo un costosissimo bidone, di cui il 98.5% degli studenti giustamente se ne è sempre infischiato, il segretario di Stato Dell’Ambrogio – uno che per tutta la sua carriera professionale non ha fatto altro che saltare da un posto pubblico all’altro, ed unicamente perché appartenente al partito “giusto” – ancora va in giro a glorificarli.
Abituare il cittadino
E’ poi evidente che il Consiglio federale sta facendo di tutto e di più per farsi dire No da Bruxelles alle limitazioni alla libera circolazione delle persone. Ogni presa di posizione di oscuri burocrati cui nella stessa UE non dà retta nessuno viene spacciata per Vangelo. A che scopo? Ovvio: abituare il cittadino che la limitazione della libera circolazione delle persone non si può fare, per poi portarlo un domani a votare per annullare l’articolo 121 a della Costituzione, spacciandola per l’unica soluzione ragionevole.
E no, il trucchetto è vecchio!
Due pesi e due misure
L’Udc ha già ventilato l’idea di lanciare un’iniziativa di attuazione; però il risultato sarebbe quello di far trascorrere altro tempo, ed inoltre per modificare la Costituzione federale bisogna votare una volta; non due.
Ricordiamo bene che, la sera stessa della votazione sull’iniziativa Weber contro le residenze secondarie, la Doris uregiatta dichiarò pubblicamente: “da oggi cambia tutto”.
Invece, davanti al voto sull’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, il motto è diventato: “non cambia niente né oggi né mai”.
Troppo facile. Non è così che funziona e non intendiamo farci menare per il naso!
Lorenzo Quadri