PPD in stato confusionale: il gruppo in CC di Lugano smentito dai deputati federali

La persecuzione degli automobilisti, tra ampi strati della politichetta, va sempre per la maggiore. Adesso tornano alla ribalta (si fa per dire) i limiti di velocità generalizzati a 30 Km/h, specie nelle città.

A livello federale, il solito Dipartimento Simonetta vorrebbe infatti “semplificare” l’introduzione di queste zone. La kompagna Sommaruga, invece di trastullarsi con simili boiate, farebbe meglio a preoccuparsi della vera urgenza che il $uo Dipartimento è chiamato ad affrontare. Che non è l’emergenza climatica farlocca, bensì l’emergenza energetica, visto che già tra un paio d’anni la Svizzera rischia di restare al buio durante l’inverno per intere giornate causa mancanza di corrente!

Criteri precisi

Sta di fatto che le zone 30 non possono essere introdotte “alla cavolo”. Esse devono rispondere a criteri specifici stabiliti nella legge federale. E c’è da scommettere che una buona parte delle zone 30 già esistenti in Ticino non reggerebbe ad un esame serio dei requisiti necessari. Per cui, dovesse un domani palesarsi qualche automobilista multato con il pallino dei ricorsi, ci sarebbe da divertirsi…

Desertificare il centro

La ro$$overde città di Zurigo ha tentato di limitare la velocità a 30 Km/h in tutto il centro cittadino. I primi ad insorgere sono stati i trasporti pubblici. Un limite del genere farebbe infatti saltare le coincidenze. Occorrerebbe dunque far circolare più mezzi, con conseguenti spese aggiuntive: veicoli, personale, carburante, e quindi anche inquinamento atmosferico e fonico.

Adesso a Lugano ci ritenta il gruppo uregiatto in Consiglio comunale che, pensando di fare del facile populismo, vorrebbe inserire il 30 km/h nell’intero centro cittadino. Avanti così, continuiamo con la crociata contro gli automobilisti brutti e cattivi. Poi però che nessuno venga a lamentarsi se il centro si desertifica. A causarne lo svuotamento sono infatti in buona parte proprio questo genere di politiche ideologiche, iniziate con il fallimentare piano viario PVP, che si accompagnano alla cancellazione compulsiva di posteggi ed alla pompatura delle tariffe degli autosili. Altro che montare strumentalmente la panna sullo spostamento a Cornaredo di un centinaio di posti di lavoro pubblici tra un decennio, e questo nel tentativo di affossare il PSE per “farla” all’odiato Municipio.

La deriva

Finché simili politichette contro la mobilità privata le portano avanti i kompagnuzzi, tutto rientra nella normalità. Quando a chiedere il 30 Km/h generalizzato sono però gli uregiatti, una qualche domandina bisogna porsela. Ma del resto il PPD ha sposato entusiasta anche la rovinosa legge sul CO2 della kompagna Sommaruga, poi asfaltata dai cittadini lo scorso 13 giugno: la deriva a $inistra appare inarrestabile, ed assume sempre più le sembianze di una frana.

Smentita bernese

Con la sortita dei 30 Km/h all’ora in tutto il centro di Lugano il partito “azzurro” ha rimediato una figura marrone. Meno di 24 ore dopo infatti, essendo il tema attuale anche a livello federale, USAM (Unione arti e mestieri), LITRA (trasporti pubblici), assieme al TCS ed alla Federazione svizzera dei pompieri sono scesi in campo contro il limite generale a 30 all’ora. Ebbene, ma tu guarda i casi della vita, USAM e LITRA sono presiedute da due consiglieri nazionali PPD: rispettivamente Fabio Regazzi e Martin Candinas. E le loro prese di posizione hanno sbugiardato in grande stile i correligionari luganesi. Ulteriore dimostrazione dello stato confusionale in cui versa il partito!

Il sondaggio

Le quattro associazioni testé citate si sono attivate forti di un sondaggio, commissionato dal TCS, dal quale emerge che quasi il 70% dei cittadini svizzeri è contrario ad una generalizzazione del limite di velocità a 30 Km/h. E per fortuna. Sul tema, del resto, il popolo aveva già votato nel 2001. E’ vero che sono passati oltre 20 anni. Ma evidentemente – malgrado la propaganda $inistrata – la posizione della maggioranza non è cambiata.

Inquinamento fonico?

Le zone a 30 Km/h vanno bene dove hanno un senso. Non va invece bene introdurre questo limite ovunque, contro la volontà popolare, con l’obiettivo di “emmerder” (cit. Macron) gli automobilisti e di fare cassetta con le contravvenzioni.

Se poi il problema è l’inquinamento fonico (nuovo pretesto “à la page”), invece di pretendere di bloccare a 30 Km/h anche le auto ibride o elettriche che di rumore quasi non ne fanno, si comincino a proibire certi modelli di motorette che emettono un fracasso insopportabile.

 

Non solo brutte notizie

Per fortuna, anche per gli sfigati automobilisti non arrivano solo brutte notizie. In quel di Berna, all’ordine del giorno della Commissione dei trasporti delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale (CTT-N) c’è una nuova revisione del bidone Via Sicura, con l’obiettivo di smussarne alcuni demenziali paradossi. Intendiamoci: la cosa migliore sarebbe abolire in toto questo aborto legislativo frutto del solito populismo ro$$overde, davanti al quale il centro ha (more solito) calato le braghe. Ma le modifiche sul tavolo sempre meglio di un calcio nelle gengive.

 

Proposta della Lega

Tra le altre cose, a fine mese la CTT-N dovrà chinarsi sulla proposta, presentata da chi scrive, che chiede l’abolizione dell’obbligo di seguire un corso di rieducazione stradale per i conducenti sanzionati con la revoca della licenza di condurre per guida sotto l’effetto di alcol o privati della patente per almeno sei mesi per altri motivi.

Questa disposizione, pur decisa nel 2012 nell’ambito di Via Sicura, non è mai entrata in vigore perché troppo problematica. E’ dunque tempo di spazzarla via definitivamente. Prima che alla Simonetta o ai suoi burocrati venga in mente di renderla operativa.

Lorenzo Quadri