L’attivista Ayaan Hirsi Ali torna a denunciare i pericoli dell’islamizzazione dell’Europa

I migranti musulmani minacciano i diritti delle donne”. A dirlo non è la solita Lega populista e razzista, bensì l’attivista e saggista di origine somala Ayaan Hirsi Ali, più volte premiata per il suo impegno per i diritti umani. Hirsi Ali è stata anche sceneggiatrice, nel 2004, del cortometraggio Submission del regista olandese Theo Van Gogh. Un documento che mostrava il ruolo (sottomesso appunto) della donna nella società islamica. Van Gogh pagò con la vita il proprio coraggioso lavoro di denuncia. Nel 2004, un gruppetto di allora granconsiglieri di varia estrazione politica propose la proiezione di “Submissional festival di film di Locarno. La reazione dell’allora direttrice Irene Bignardi fu uno scandalizzato njet che fece discutere anche la stampa della vicina penisola. Il cortometraggio venne poi distribuito su DVD (ai tempi si usava così) ai deputati in Gran Consiglio.

Le libertà non sono scontate

Hirsi Ali, che da qualche anno vive negli USA, ha da pocopubblicato un nuovo libro sulla condizione femminile nell’islam. Il titolo, “Preda”, parla da sé.

In una recente edizione, la NZZ am Sonntag ha dedicato ad HirsiAli un’ampia intervista, che procurerà gravi forme di orticaria ai $inistrati, e soprattutto alle $inistrate multikulti: quelle che affermano di difendere i diritti della donna mentre in realtà promuovono solo l’immigrazionismo becero, che è deleterio per i diritti delle donne, come pure per quelli delle minoranze.

“La situazione in Europa è chiaramente peggiorata afferma Hirsi Ali nella citata intervista alla popolazione è sempre stato promesso che gli immigrati si sarebbero integrati in Europa, mentre invece sono le donne europee che devono adeguarsi agli immigrati”. “Le nostre libertà – ammonisce l’attivista – non sono scontate. Non possiamo dare per acquisiti i diritti di cui oggi godiamo: la situazione può modificarsi rapidamente. Un giovane uomo che proviene da un paese musulmano ha nei confronti delle donne un atteggiamento completamente diverso da quello di uno che arriva da qualsiasi altra parte del mondo. Uno studio olandese dimostra che tra gli immigrati islamici provenienti dal Libano e quelli cristiani in arrivo dallo stesso paese, c’è un abisso in campo di integrazione”.

Donne scacciate dagli spazi pubblici

Hirsi Ali denuncia poi il lassismo della giustizia in Europa. Una versione più diplomatica nella forma, ma non dissimile nella sostanza, del discorso, più volte fatto da queste colonne, sulla giustizia buonista-coglionista: inflessibile solo con gli sfigati automobilisti incappati nel bidone Via Sicura.

Poi l’affondo: nei quartieri dove ci sono troppi migranti islamici, si vedono sempre meno donne, e quelle che si incontrano hanno il capo coperto. Le donne cominciano ad evitare queste aree e, se ci vivono, si mostrano sempre meno negli spazi pubblici, perché non si sentono più sicure.

Infatti, non è certo un caso se la Danimarca – paese con governo socialdemocratico! – ha deciso di introdurre delle quote massime di immigrati extraeuropei nei quartier urbani, e persegue inoltre l’obiettivo politico asilanti zero”. Sempre la Danimarca è l’unico paese europeo che rimpatria i migranti siriani.

Ricordando il cineasta Theo Van Gogh ed il suo brutale assassinio ad opera di un islamista nel 2004, Hirsi Ali commenta: “oggi siamo messi assai peggio rispetto al 2004, e spero che Van Gogh non sia morto invano”.

Siamo quindi davanti all’ennesimo caso di una riconosciuta attivista per i diritti umani (non una leghista populista e razzista) che rottama le fregole immigrazioniste del triciclo, ed in particolare della $inistra. Pure asfaltati quei politicanti e giornalai che starnazzano isterici al “razzismo” ed all’”islamofobia” ogni volta che qualcuno osa tematizzare i pericoli insiti nella smania di spalancare frontiere a migranti economici non integrabili.

Futuro cupo

Con una partitocrazia che, imbesuita dal fallimentare multikulti, chiude gli occhi davanti a realtà evidenti quali il pericolo che l’immigrazione islamista rappresenta per i diritti delle donne occidentali, ed in più censura la discussione sul tema denigrando chi osa proporla, il futuro della Svizzera si presenta quanto mai cupo.

Il fatto poi che i $inistrati ro$$overdi siano perfino riusciti a lanciare il referendum contro la nuova leggina antiterrorismo all’acqua di rose, starnazzando ovviamente alla “discriminazione”, non necessita di ulteriori commenti. Pori nümmPer fortuna che sul tema si voterà il prossimo 13 giugno. Ed il popolo avrà la possibilità di asfaltare, ancora una volta, gli islamizzatori della Svizzera.

Lorenzo Quadri