Il 60% di ticinesi che hanno votato sì all’espulsione dei criminali stranieri, alle ormai prossime elezioni comunali si ricordino di chi li rappresenta e di chi, invece, gli dà sistematicamente contro!
Sicché a livello federale, ma non in Ticino, l’iniziativa d’attuazione per l’espulsione dei delinquenti stranieri è stata respinta a maggioranza.
A mobilitarsi contro l’iniziativa non è stata certo la “società civile”, come continua a ripetere qualcuno – a partire dalla R$I dei kompagni – a mo’ di disco rotto. No: a mobilitarsi è stata semmai la (sedicente) élite politikamente korretta. Quella della partitocrazia, della stampa di regime, dei padroni delle ferriere che vogliono svendere la Svizzera all’UE per il proprio tornaconto; quella della casta dei professori universitari galoppini di partito; quella degli strasussidiati intellettualini rossi da tre e una cicca, dei magistrati lottizzati, dei pagliacci, dei nani e delle ballerine.
La mobilitazione contro l’iniziativa ha pagato; almeno a livello federale. Con dovizia di milioni gli spalancatori di frontiere hanno fatto il lavaggio del cervello agli svizzerotti d’Oltralpe. E stranamente questa volta, ma tu guarda i casi della vita, dal campo dei finti moralisti non si è levata la consueta querula voce a protestare contro i milioni spesi in propaganda.
Milioni in propaganda contro
In campo non sono stati messi solo i milioni e gli stramilioni. Anche la macchina del fango è stata accesa per mesi a pieno regime. Ben ricordiamo le grottesche sbroccate contro l’ “iniziativa disumana”. Eh già, perché secondo gli spalancatori di frontiere, “disumani” non sono gli assassini, gli stupratori ei rapinatori stranieri. Non sia mai. “Disumani” sono i cittadini che si aspettano che la feccia d’importazione venga allontanata dal nostro paese, del quale ha crassamente violato le regole.
Tuttavia, bisogna pur riconoscere che la scelta di inserire nel testo dell’iniziativa d’attuazione un lungo e dettagliato catalogo di reati probabilmente non è stata pagante, ed ha fornito appigli ai contrari per montare la panna.
Partitocrazia di nuovo asfaltata
In Ticino, però, l’esercizio denigratorio non è riuscito. E questo è assai rallegrante. La sedicente élite citata sopra, nel nostro Cantone non si è mobilitata con minore intensità che altrove. Ricordiamo i toni isterici dei contrari ai dibattiti pubblici, i cartelloni ovunque e le inserzioni sui giornali. Ma i ticinesotti non ci sono cascati. Quasi il 60% dei ticinesi ha votato sì all’iniziativa d’attuazione. Mica il 50.01%. Quasi il 60%.
La maggioranza è quindi chiarissima. La casta è stata asfaltata. I partiti $torici sono stati asfaltati. Ed è l’ennesima asfaltatura che detti partiti si beccano su temi importanti. Importanti poiché toccano la sovranità elvetica, i diritti popolari ed i rapporti con la fallita UE.
Quindi, tutti quei ticinesi che hanno votato Sì all’iniziativa d’attuazione, alle ormai prossime elezioni comunali, tengano bene a mente chi li rappresenta e chi, invece, dà loro sistematicamente contro, tacciandoli di populisti, razzisti, fascisti, xenofobi, chiusi, gretti, e adesso anche di “disumani”!
Mantenere le promesse
Ora, ovviamente, ci attendiamo che le promesse fatte dai contrari prima della votazione vengano mantenute. Ossia, che la volontà popolare espressa nel novembre 2010 in materia di espulsione di delinquenti stranieri venga davvero rispettata. Che la “clausola di rigore”, inventata dagli spalancatori di frontiere per tenere in Svizzera i delinquenti stranieri non sarà applicata – come spergiurato in campagna di votazione – a chi commette i reati più gravi.
E, soprattutto, ci aspettiamo che verranno effettivamente espulsi 4000 delinquenti stranieri all’anno, contro i 500 attuali. Attendiamo al varco, muniti di pallottoliere.
I camerieri dell’UE
I risvolti a livello internazionale del voto sull’iniziativa d’attuazione saranno giocoforza negativi. Il messaggio che è passato, anche nei notiziari esteri, è che la Svizzera si schiera dalla parte degli stranieri che commettono reati. Un esplicito invito ai malintenzionati a venire da noi: male che vada, non solo potranno usufruire del nostro regime carcerario a cinque stelle ma, una volta scontata la pena, saranno autorizzati a rimanere nel paese. Magari addirittura a carico dell’assistenza!
Inutile dire che i funzionarietti di Bruxelles esultano per il voto elvetico. Complimenti, dunque, alla partitocrazia e all’élite politikamente korretta, che si sono di nuovo dimostrate per quello che sono: le cameriere della Disunione europea. La quale, grazie a loro, continuerà a sentirsi legittimata a minacciarci e a ricattarci. Tanto si sa: basta alzare un po’ la voce, e subito gli svizzerotti calano le braghe.
Lorenzo Quadri