RadioTV: Sorpresa! La Commissione del nazionale chiede di studiare un canone ridotto

 

Anche se il voto popolare sull’iniziativa No Billag sarà presumibilmente tra un anno, il tema è già caldo. Evidentemente qualcuno ha la coda di paglia, e tenta di dire il peggio possibile degli iniziativisti. Che vengono dipinti addirittura come demolitori della nazione. Perché – udite udite – la coesione nazionale adesso sembrerebbe dipendere dal canone radiotv più caro d’Europa. Come se la coesione nazionale l’avesse inventata la SSR.

Ma guarda un po’: adesso i nemici della patria non sono quelli che rottamano la volontà popolare e la sovranità nazionale per asservirci ai funzionarietti di Bruxelles. Ma quando mai. I nemici della patria sono quelli che osano mettere in discussione i miliardi pubblici incassati dall’emittente di regime. Ma chi si pensa di prendere per i fondelli?

Billag liquidata

Nei mesi scorsi la ministra delle telecomunicazioni, la Doris uregiatta, ha liquidato l’impopolarissima Billag che, con i suoi metodi dispotici nella riscossione del canone, ha contribuito a guastare anche la reputazione della destinataria del balzello, ossia la SSR. La Doris, lo sappiamo, è sempre stata pappa e ciccia i vertici radiotelevisivi. Addirittura, ha fatto pubblicare al Consiglio federale rapporti imbarazzanti: logorroici documenti che  vengono a raccontarci che il servizio pubblico della radiotv è uno splendore, e questo malgrado nel giugno 2015 metà della popolazione svizzera l’abbia bocciato. Panzane così manifeste che perfino altri uffici federali  (ad esempio la SECO e la Comco) si sono sentiti in dovere di intervenire, suonando un’altra campana. Questo tanto per ricordare che forse le cose non vanno poi così bene come si vorrebbe far credere.

L’IVA non restituita

La liquidazione della Billag in tempi assai sospetti ha evidentemente l’obiettivo di allentare la tensione sulla SSR. Peccato che il duo SSR- Billag sembra proprio  impegnarsi per rendersi antipatico. Nell’ultima riunione della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale (CTT-N), tenutasi il 10 e 11 aprile, la maggioranza commissionale ha deciso di presentare una mozione che chiede la restituzione dell’IVA riscossa ingiustamente sul canone radiotv, con effetto retroattivo su 5 anni.

Come sappiamo nell’aprile 2015 il Tribunale federale ha stabilito che sul canone non si può prelevare l’IVA. Quindi quest’ultima è stata fatta pagare ingiustamente. Però nessuno si sogna di restituire il maltolto ai cittadini; al punto da rendere necessario l’intervento della Commissione del nazionale tramite mozione. La granitica ostinazione dell’accoppiata Dipartimento Leuthard – SSR nel fare i propri comodi subisce così un primo colpo.  Che non è neppure il più grave.

I due scenari

Nella stessa seduta infatti la CTT-N ha cominciato la trattazione dell’iniziativa No Billag. Iniziativa che il Consiglio degli Stati ha rottamato nella recente sessione primaverile, senza voti contrari. Trattandosi di iniziativa popolare, tuttavia, la rottamazione si riduce de facto nel consigliare ai cittadini di respingerla in votazione senza controprogetto. In sostanza, quindi, tanta cagnara per decidere una semplice indicazione di voto, che conta come il due di briscola.

Dato il precedente della Camera alta, ci si sarebbe potuti attendere che la Commissione del nazionale avrebbe fatto la stessa cosa senza perdere troppo tempo. Invece, ha deciso – sempre a maggioranza – di chiedere ulteriori approfondimenti. In concreto, ha chiesto all’amministrazione federale di presentare due scenari intermedi tra la situazione attuale e l’abolizione del canone. In particolare, ha chiesto  di indicare 1) cosa succederebbe se le entrate annue del canone venissero abbassate ad un miliardo (quindi il cittadino risparmierebbe circa 300 milioni) e 2) se venissero invece portate a 750 milioni (quindi taglio di ca 550 milioni).

Si prepara il terreno

Non ci vuole molta fantasia per immaginare che il Dipartimento Leuthard, a manina con la SSR, presenterà scenari apocalittici. Eppure il solo fatto che la maggioranza della  CTT-N incarichi di approfondire  queste ipotesi, significa che le prende in considerazione. Altrimenti l’esercizio non avrebbe senso.

Questo significa che si sta preparando il terreno per il dopo No Billag. Come già scritto, l’iniziativa non ha chance di venire approvata dal popolo. Ma, più voti farà, più quanti alle Camere federali chiedono riduzioni del canone  – ed anche restrizioni del campo d’azione della SSR – saranno legittimati a portare avanti le proprie proposte.

Questo significa che se tra un anno l’iniziativa No Billag non verrà proprio spazzata via dalle urne con maggioranze bulgare (del tipo 90% di No) la SSR dovrà mettere in conto dei tagli al canone. Tagli la cui entità sarà direttamente proporzionale alla percentuale di sì ottenuta in votazione. E’ per questo che i vertici radiotelevisivi si agitano così tanto per combattere un’iniziativa destinata a non passare.

Le informazioni richieste dalla CTT-N sugli scenari con canone decurtato saranno pronte per la seduta di luglio. Siamo curiosi di conoscerle.

Lorenzo Quadri