Ringraziamo la partitocrazia spalancatrice di frontiere ed il deleterio multikulti
Come volevasi dimostrare, grazie alla politica delle frontiere spalancate e del fallimentare multikulti voluta dalla partitocrazia, la Svizzera si è riempita di foffa islamista.
Settimana scorsa ne abbiamo avuto due “begli” esempi.
1) Un iracheno 53 enne, in Svizzera da 20 anni “senza mai avere svolto un lavoro regolare” è in carcere nel Canton Berna per sostegno all’Isis. Era in contatto con dirigenti del sedicenteStato islamico. E’ stato condannato a 5 anni di detenzione ed a 15 di espulsione dal Paese. Anche dal carcere, la “risorsa da integrare” continua con l’opera di supporto all’Isis e – tanto per non farsi mancare niente – avrebbe pure tentato di organizzare l’omicidio dell’ex moglie. Naturalmente, davanti a queste situazioni, ci si chiede perché mai il solito sfigato contribuente dovrebbe pagare le spese stratosferiche di carcerazione dei jihadisti stranieri, che andrebbero invecemandati a scontare la pena al natìo paesello. Necessita inoltre di spiegazioni quel “senza aver mai avuto un lavoro regolare” indicato nelle note stampa. Significa forse che il migrante economico era a carico dello stato sociale nel mentre che “lavorava” per l’Isis? Al proposito si ricorda che la Lega, tramite chi scrive, già due anni fa presentò una mozione che chiedeva di correggere l’andazzo, tutto elvetico,dell’assistenza sociale facile ai migranti economici. Questo perché l’attuale sistema rende la Confederellaparticolarmente attrattiva per gli islamisti: possono radicalizzare mentre sono mantenuti dal contribuente. Inutile dire che né il governicchio federale, né la partitocrazia, si sognano di intervenire! “Sa po’ mia!”.
2) Uno svizzero di carta, con anche cittadinanza inglese, è stato condannato in Marocco a 5 anni di reclusione poiché implicato nell’attentato terroristico islamista messo a segno nel 2019 che ha comportato la decapitazione di due turiste scandinave. La SEM, segreteria di Stato della migrazione, ha avviato la procedura per togliergli la cittadinanza elvetica. Ed è il minimo! Ma la moglie del terrorista islamico, con una faccia di tolla che la metà basta, si dice “scioccata” poiché “togliere la nazionalità a qualcuno è un atto molto violento (sic)”. Hai capito? La signora non è scioccata perché il marito è coinvolto nella decapitazione (sicuramente non violenta, vero?) di due donne; è scioccata per la violenza (?) del ritiro del passaporto! Qui davvero si passa ogni decenza. Föö di ball anche lei assieme al marito! E, nel caso pure la consorte non fosse svizzera di nascita: un altro passaporto rosso da ritirare!
I fatti di cui sopra, accaduti oltretutto a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, confermano che in Svizzera il problema dell’islamismo va preso sul serio.
Eppure i $inistrati e le $inistrate ro$$overdi – oltre a difendere il burqa – sono riusciti a lanciare il referendum contro la nuova leggina antiterrorismo all’acqua di rose, venendo peraltro asfaltati dalle urne.
Ma avanti, votateli…
Lorenzo Quadri