Sentenza scandalosa che cala le braghe davanti agli estremisti: da cancellare subito!
Ah beh, questa ci mancava! Con sentenza dello scorso 3 febbraio il giudice di prima istanza (Pretura penale) ha deciso di assolvere un islamista, originario della Svizzera tedesca ma residente a Lugano, che nel 2018 aveva minacciato di morte il pubblicista Stefano Piazza per un suo articolo critico sull’islam. Il testo, sgrammaticato, dice: “con il suo lavoro contro l’”islamismo” non farà molta strada e perderà. Non ci combatta, altrimenti può fare la fine dei dipendenti di Charlie Hebdo giustamente puniti con la morte”.
Il Ministero pubblico avevo emessa un decreto d’accusa contro l’islamista per tentata coazione, mettendo a suo carico le spese giudiziarie. Ma l’uomo ha impugnato la decisione ed in Pretura penale ha ottenuto ragione (!), venendo prosciolto dall’accusa! La vicenda non è terminata poiché la sentenza pretorile può essere impugnata mediante appello. Ma l’assoluzione in primo grado rimane scandalosa.
“Giustamente puniti con la morte”
Coazione significa: ricorso alla violenza, o alle minacce, per limitare la libertà d’azione altrui. L’islamista ha minacciato di morte l’autore di articoli dal contenuto a lui sgradito (“può fare la fine dei dipendenti di Charlie Hebdo giustamente puniti con la morte”). Quindi in casa nostra c’è gente – nel caso concreto si tratta di uno svizzero tedesco convertito, quindi nemmeno lo si può sbattere fuori dal paese come meriterebbe – che reputa giusto che chi critica l’islam “faccia la fine dei dipendenti di Charlie Hebdo”. E però questo figuro viene assolto in Pretura penale, in barba al decreto d’accusa emesso dal Ministero pubblico!
In altre parole: la Pretura penale dà licenza agli estremisti islamici di minacciare impunemente di morte (!) chi si permette di contrastarli. E ciò in casa nostra, non in Afghanistan! Se questa non è una “cagata pazzesca”…
Si tollerano le minacce
Le giustificazioni addotte dall’islamista fanno ridere i polli. Costui nel verbale d’interrogatorio dichiara di essere stato frainteso: non essendo di lingua madre italiana si sarebbe espresso male. Non voleva dire che i redattori di Charlie Hebdo meritavano di morire, ma che “se la sono andata a cercare”. A parte che per bersi una scusa così puerile bisogna già impegnarsi; anche a volerla prendere per buona, spiegateci cosa cambia! Ve lo diciamo noi cosa cambia: niente! Dove starebbe la sostanziale differenza tra “se la sono andata a cercare” e “meritavano di morire”? Semplice: non c’è!
Assolvendo l’estremista si tollera che chi critica l’islam venga minacciato. Dunque: in Svizzera si possono criticare tutte le religioni, compresa quella cristiana che è la religione ufficiale. Tutte tranne una: quella islamica, ovvero quella dei migranti economici, la quale godrebbe dunque di uno statuto privilegiato! Qui abbiamo davvero perso il lume della ragione. In casa nostra, le nostre convinzioni religiose possono venire tranquillamente irrise e spernacchiate; e ci deve andar bene. Quelle dei migranti economici no! Perché si sa che gli islamisti potrebbero reagire violentemente e quindi (?) chi li critica se l’è cercata, e se va a finir male è colpa sua! E noi, giù le braghe! Tolleriamo e addirittura ratifichiamo in sede giudiziaria! Invece di difendere la libertà d’espressione e di pensiero, lo Stato “liberale” si schiera dalla parte dell’estremista violento che, poverino, è stato ferito nelle sue convinzioni dall’occidentale infedele e blasfemo!
In questo sfigatissimo Cantone c’è gente che è stata condannata per razzismo per aver dato dell’albanese ad un albanese, però il musulmano estremista che minaccia di morte chi osa criticare l’Islam non commette reato e viene assolto? Ma stiamo dando i numeri?
Il reato
La storiella poi che la coazione non sarebbe andata a buon fine perché il pubblicista minacciato avrebbe continuato a scrivere è francamente ridicola. Infatti, l’accusa è quella di tentata coazione. Non ha raggiunto l’obiettivo sperato, ma è stata messa in atto lo stesso. Il reato c’è. Altrimenti sarebbe come sostenere che chi spara ad una terza persona con l’obiettivo farle la pelle, però manca la vittima designata la quale ne esce incolume, non ha commesso alcun crimine. Non è così che funziona.
Spazzare via
C’è quindi da sperare che l’indecorosa sentenza venga spazzata via in appello quale increscioso incidente di percorso, da non ripetere mai più. In caso contrario, vorrebbe dire che questo è proprio diventato il Paese del Bengodi per gli estremisti islamici. Che possono immigrare illegalmente, farsi mantenere, e adesso pure minacciarci di morte! Quale sarà il prossimo passo? L’obbligo agli infedeli svizzeri (cristiani ed ebrei) di convertirsi per “non provocare” con la propria fede i migranti economici islamisti, che altrimenti potrebbero reagire male?
Lorenzo Quadri