Fiscalità dei frontalieri: nuova figura “marròn” del quasi ex ministro Burkhaltèèèr

 

Il quasi ex ministro degli esteri liblab Didier Burkhaltèèèr ha  voluto concludere la propria carriera in quel di Lugano con un’ultima figura da boccalone, rimediata al “forum per il dialogo tra Svizzera ed italia”. Il buon Didier si è fatto di nuovo infinocchiare, questa volta dal suo collega ministro degli esteri Angelino Alfano, voltamarsina seriale, uno dei peggiori esponenti della casta politicante della vicina Repubblica.

Forum o buco (nell’acqua)?

C’è poi da chiedersi a cosa serva un Forum per il dialogo Svizzera–Italia quando il dialogo in questione si riduce ad uno sconcertante blabla del tutto improduttivo. Un blabla dove, va da sé, l’interlocutore svizzerotto si  beve con la massima goduria tutto quanto raccontato dall’italico parolaio. Forum o non Forum, con il Belpaese non se ne viene ad una, e questo per un motivo molto semplice. Gli svizzerotti fanno i compiti: il che in genere si traduce in cedimenti su tutta la linea per “dare l’esempio”, immaginando (?) che l’esempio verrà seguito. Gli italiani invece se ne sbattono e perseguono unicamente i propri interessi, alla faccia degli impegni presi. Logico che gli “intreghi” bernesi restino sempre turlupinati.

Per le banche…

Oltre all’ormai arcinota questione dell’accordo fiscale sui frontalieri, che mai vedrà la luce, c’è anche quella meno nota, ma non per questo irrilevante, dell’accesso al Belpaese per gli operatori finanziari elvetici. Come sappiamo, grazie alla catastrofica ex ministra del  5% Widmer Schlumpf, la Svizzera ha calato le braghe sul segreto bancario, senza ottenere nulla in cambio.  Intanto nel 2019 comincerà a trasmettere dati bancari a  go-go, anche e soprattutto all’Italia. Ma quando si tratta della possibilità per le banche svizzere di offrire servizi nel Belpaese, possibilità prevista dalla road map, ecco che da Roma arriva perentorio il njet. Se vogliono lavorare nella Penisola, le banche “svissere” devono aprire una filiale lì e quindi spostarvi i posti di lavoro. Il che significa: cancellare impieghi in Ticino e crearne al di là della ramina (ovviamente assumendo italiani). Non risulta, ma forse ci siamo persi qualche puntata, che l’Associazione ticinese degli impiegati di banca abbia fatto cip al proposito. Probabilmente il segretariato era in altre (autopromozionali) faccende affaccendato.

Campa cavallo

Nell’ambito dell’inutile incontro di lunedì, Burkhaltèèèr ha avuto la bella idea di uscirsene giulivo a dichiarare che la firma dell’accordo sulla fiscalità dei frontalieri sarà cosa fatta entro la fine dell’anno. Certo, come no! Campa cavallo che l’erba cresce! E’ piuttosto sconcertante che il quasi ex ministro non solo si faccia prendere per i fondelli, ma ci tenga poi ad ostentare urbis et orbis la propria credulità. Chissà, forse prima di lasciare la carica si è messo in testa di soffiare il boccalone d’oro al collega “Leider” Ammann, che nelle scorse settimane è riuscito addirittura a farsi infinocchiare da tale ministro Carlo Calenda, uno che nemmeno in Italia hanno mai sentito nominare.

“Nemmeno in agenda”

Ed infatti un paio d’ore dopo che il buon Didier se ne usciva con la barzelletta degli accordi sottoscritti entro fine anno, ecco che già fioccavano le smentite. Sia parte dello stesso Alfano che anche di Lamberto Dini (ma è ancora in circolazione costui?) il quale ha precisato che gli accordi con la Svizzera non sono affatto una priorità della Penisola, la quale deve pensare alla legge elettorale. Traduzione: dagli svizzerotti fessi abbiamo già ottenuto tutto quello che ci interessava,  non c’è quindi alcun motivo per fare delle concessioni, ed inoltre la priorità sono le CADREGHE. Morale: “l’accordo sui frontalieri non è nemmeno nell’agenda del governo Gentiloni”. Palazzo Chigi dixit. Prendere su e portare a casa.

Il peggio

Ma il peggio della catastrofica performance luganese di Burkhaltèèèr non è l’incredibile sfoggio di dabbenaggine. Non è  nemmeno la fotografia che lo immortala assieme ad Alfano mentre sghignazza scioccamente (per la serie: ridi ridi, che la mamma ha fatto gli gnocchi).

Il peggio è la dichiarazione seguente: “La decisione coraggiosa (!) del governo ticinese  sul casellario giudiziale ed il progetto di ordinanza federale relativo alla messa in pratica dell’articolo costituzionale sull’immigrazione di massa rispondono alle preoccupazioni italiani”.  

Il “coraggio” secondo Didier

Ah bene. La partitocrazia iscariota PLR-PPD-P$$ cancella una votazione popolare e Burkhaltèèèr, nella sua pochezza, va in giro a vantarsene. La maggioranza, sempre PLR-PPD-P$$, del governicchio ticinese si dice pronta a rottamare la richiesta del casellario giudiziale, che ha permesso di evitare che nel nostro Cantone si trasferissero centinaia di pericolosi delinquenti; e il Didier straparla di “decisione coraggiosa”. Certo, ci vuole un bel coraggio per compiere scelte del genere, clamorosamente contrarie agli interessi del Cantone che si è stati eletti per governare, e poi mettere ancora fuori la faccia. E ci vuole anche un bel coraggio per raccontare bestialità come quelle del Didier.

L’amico Angelino

In sostanza, il Forum per il dialogo tra Svizzera ed Italia  è servito solo ad intasare la viabilità luganese, già sinistrata dal PVP, con le auto blu del siculo ministro e del suo seguito di bodyguard, nani e ballerine. Sui dossier aperti tra i due paesi non si avanza di un millimetro. Ma il buon Burkhaltèèèr si fa ritrarre mentre se la ride a bocca larga ammiccando all’amico Angelino da Agrigento. Proprio vero che chi si accontenta gode.

Lorenzo Quadri