Ma come, non dovevano essere tutte balle del Mattino populista e razzista? Ma a Comano s’intende andare avanti “come se niente fudesse”

Ci vuole già una certa creatività per venire smentiti alla grande e pretendere ancora di avere ragione. A Comano questa creatività ce l’hanno. E’ infatti stato divulgato il risultato dello studio che la RSI ha commissionato all’Università di Losanna per capire le ragioni del voto ticinese del giugno 2015. Un voto che, come sappiamo, ha asfaltato la RSI.

Quel voto avrebbe imposto correzioni immediate. Cosa fanno, invece, gli illuminati vertici di Comano? Commissionano uno studio per sentirsi dire che “tout va bien, Madame la Marquise”. E se lo studio dice altro (tradimento!)? Nessun problema: gli si fa comunque dire quello che si vuole sentire.

Qual è infatti il dato saliente che emerge dall’indagine dell’Uni di Losanna? Questo: quasi il 70% degli intervistati ritiene che la RSI presenti la politica in modo fazioso. Ma come: il direttore nonché kompagno militante Maurizio Canetta non ama ripetere che il giornalismo della TV pubblica “è al di sopra delle parti”?

Da non credere
Il mandato di servizio pubblico è l’unica giustificazione al canone. Ed impone l’equidistanza politica. Ma 7 intervistati su 10 ritengono che la RSI lo stia violando. E’ grave. Come reagiscono il direttor Canetta ed il presidente CORSI Gigio Pedrazzini davanti a questo dato? Come se “niente fudesse”! Ma allora tanto valeva non fare lo studio. Si sarebbero risparmiati soldi del canone.

Dice infatti Canetta: “molti hanno interpretato l’esito del voto del 2015 come uno schiaffo alla RSI. Ora abbiamo uno studio che permette una lettura diversa” (Ehhh??). Fa eco Pedrazzini: “L’esito del voto ha suscito commenti sia nella nostra regione che nel resto della Svizzera. C’è chi ha parlato di sanzione alla RSI ma grazie a questa inchiesta la prospettiva cambia” (Doppio ehhhh??).

Beh, c’è davvero da non credere alle proprie orecchie. L’indagine dice che il 70% degli utenti considera la RSI politicamente faziosa. E questo risultato viene utilizzato per sostenere proprio il contrario. L’è tüt a posct. Quindi, non bisogna cambiare niente. Piena libertà alle redazioni di Comano e Besso di fare propaganda politico-partitica pro frontiere spalancate ed anti Lega ed Udc con i soldi del canone!

Nei giorni scorsi…
Nei giorni scorsi si è del resto ben visto con quale libidine la RSI ha trattato la sconfitta a livello nazionale (ma non in Ticino) dell’iniziativa d’attuazione. Ed è solo l’ultimo atto. Anche il meno grave: oramai le bocce erano ferme. Il peggio è accaduto nelle settimane precedenti il voto. Per la goduria della partitocrazia, l’emittente si è impegnata nello sdoganare nell’opinione pubblica tesi farlocche. Vedi quella dell’iniziativa che avrebbe colpito tutti gli stranieri, mentre colpiva solo i delinquenti. O quella della “mobilitazione contro” da parte della società civile, quando invece non si è mobilitata la società civile, bensì l’élite spalancatrice di frontiere; in altre parole, la solita casta. Quella che comanda anche a Comano e a Besso.

Iniziativa No Billag
Le prese di posizione sullo studio dell’Università di Losanna rendono evidente che i vertici della RSI non vogliono alcun cambiamento di rotta. La RSI deve rimanere uno strumento di propaganda politica. Gestito sempre da una sola parte, ça va sans dire.

Ma arriverà il voto sull’iniziativa No-Billag il cui esito in Ticino, anche grazie allo scandalo dei licenziamenti all’americana, appare piuttosto scontato. Se in questo ridente Cantone l’iniziativa verrà approvata, RSI potrà dare la colpa solo a se stessa.
Lorenzo Quadri