Germania: l’ex banchiere centrale socialista Sarrazin lancia l’allarme, e vale anche per noi
Anche a Bellinzona si sono viste di recente allucinanti manifestazioni pro Palestina, organizzate dalla solita $inistrucciaimmigrazionista, antisvizzera ed islamofila (islamo-gauchiste). Decerebrati soggetti mostravano cartelloni in cui la stella di Davide veniva equiparata alla svastica. Stranamente, ma tu guarda i casi della vita, l’inutilissima e faziosa Commissione federale contro il razzismo su simili aberrazioni non ha nulla da dire.
Parecchi manifestanti erano arabi residenti in Italia.
E’ evidente che l’arrivo in massa di migranti “provenienti da altre culture” (islamiste) va fermato. Di fatto si tratta di un’invasione. Per colpa di questa invasione da parte di stranieri non integrati e non integrabili, in sempre più città europee è tornato a dilagare l’antisemitismo. E’ il fallimento totale del multikulti. A suon di immigrazionismo-buonismo-coglionismo-autolesionismol’Occidente (Svizzera compresa) si distrugge da solo. Però qualcuno ha ancora il coraggio di blaterare che “immigrazione è uguale a ricchezza”.
La nostra sicurezza (la criminalità d’importazione esplode), la nostra libertà (a partire da quella d’espressione), il nostro stato sociale sono minacciati. Gli extracomunitari sono spesso e volentieri a carico del contribuente. Intascano prestazioni che ai migranti economici non dovrebbero nemmeno venire concesse. E che spesso e volentieri, specie nel caso dei nuclei familiari, sono ben più consistenti dello stipendio di un lavoratore (per non parlare della rendita di un pensionato).
Intanto in Ticino, nel Preventivo 2024, il DSS targato “Il Centro” taglia sui sussidi di cassa malati per risparmiare, però aumenta la spesa per l’asilo.
Il monito
Di recente sul settimanale Weltwoche Thilo Sarrazin, economista socialista tedesco e già membro del direttorio della Deutsche Bank, ha pubblicato un articolo intitolato: “La Germania deve fermare l’immigrazione dal mondo islamico”. Mica solo la Germania, anche la Svizzera. Il problema riguarda tutta l’Europa, tranne forse qualche paese che ha avuto la lungimiranza di costruire MURI sul confine, venendo per questo infamato dalla casta immigrazionista.
Sempre in Germania, il tracollo integrale del multikulti è certificato da un recente articolo del tabloid “Bild”. Il popolare quotidiano dimostra peraltro una notevole ipocrisia: nel 2015 strombazzava in copertina il proprio benvenuto ai finti rifugiati, adesso invece denuncia il caos asilo.
Sta di fatto che la Bild – che è la testata europea con la diffusione maggiore – ha preso l’iniziativa di pubblicare, ad uso dei migranti islamici (che però nemmeno lo leggeranno), un elenco di 50 regole di vita in Germania. Tra le quali citiamo le seguenti:
2) Da noi non ci sono “infedeli”: ognuno può credere a chi gli pare, anche a Babbo Natale.
3) Chi considera le leggi e la Costituzione come un insieme di raccomandazioni facoltative, deve lasciare la Germania al più presto.
4) Chi intende rimanere qui deve imparare il tedesco.
6) Ci guardiamo in faccia, non portiamo maschere o veli integrali.
10) Diamo la mano per salutare.
13) Lo Stato ha il monopolio della forza. Non ci si fa giustizia da soli.
15 e 16) Nel nostro paese, c’è il diritto di vivere come omosessuali.
17 e 37) I servizi sociali non servono a finanziare chi non vuole lavorare. Ci aspettiamo che chi può lavorare si cerchi un impiego e si mantenga, anche se l’aiuto sociale può essere inizialmente (?) più elevato dello stipendio.
19) Le donne, in piscina, indossano dei costumi da bagno e dei bikini.
26) Non bruciamo le bandiere dei paesi che non ci piacciono: è reato!
28) Le donne che hanno delle relazioni (extraconiugali) non vengono ostracizzate, men che meno picchiate o lapidate.
31) Non sposiamo i bambini. E gli uomini possono avere una sola moglie.
34) I coltelli stanno in cucina e non in tasca.
42) Chi non accetta le caricature di politici, personaggi famosi, divinità o profeti non è al suo posto in Germania.
49) I ragazzi e le ragazze possono andare insieme in passeggiata scolastica, possono fare sport e nuotare assieme.
Certificato il fallimento
Se è necessario che la principale pubblicazione europea precisi che in Germania (ma nel Vecchio continente in generale) non si sposano i bambini, non si gira con il coltello in tasca, non si lapidano le donne e non ci si fa giustizia da soli, vuol dire che l’integrazione dei migranti islamisti è miseramente fallita. Ed è fallita perché è impossibile. Costoro, infatti, non hanno alcuna intenzione di integrarsi. Vogliono continuare a vivere in casa nostra secondo le loro regole, e poi imporle anche a noi non appena avranno i numeri per farlo.
Quindi: blindare le frontiere e avanti con le espulsioni di massa! Altre vie non ne esistono!
Lorenzo Quadri