Il Consiglio federale contrario alla proposta del deputato leghista, che rilancia e guarda alla “dottrina del castello” in vigore in vari Stati USA
Le rapine in casa sono l’ennesimo bel regalo della politica delle frontiere spalancate. Va infatti da sé che a metterle a segno non sono certo delinquentelli locali, bensì criminali in arrivo da lontano, spesso dall’est europeo.
Al proposito il Consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri ha presentato nello scorso dicembre una mozione al Consiglio federale in cui si chiede di potenziare il diritto alla legittima difesa di chi viene aggredito nella propria abitazione. In questo caso l’eccesso di legittima difesa non deve più essere punibile. Nei giorni scorsi il Consiglio federale ha formulato il proprio parere sulla proposta. Parere che è negativo.
Lorenzo Quadri, è sorpreso della posizione del Consiglio federale sulla sua mozione?
No, il Consiglio federale respinge di principio la stragrande maggioranza della proposte che vengono formulate, in base al ben noto principio del “l’è tüt a posct”, al cui proposito gli esempi si sprecano. Con questo retroscena, dunque, non ci voleva molta fantasia per immaginare quale potesse essere la posizione del Consiglio federale su una proposta al di fuori dai canoni del politikamente korretto, come quella che ho avanzato.
In che senso “fuori dai canoni del politikamente korretto”?
Il politikamente korretto vuole disarmare i cittadini onesti: vediamo bene le cocciute battaglie contro il diritto di mantenere armi legali al domicilio, diritto peraltro confermato in sede di votazione popolare. Politikamente korretto è da un lato spalancare le frontiere, col risultato che, ancora prima della manodopera a basso costo, dall’estero arrivano i rapinatori. E, contemporaneamente, mettere paletti su paletti alla possibilità di autodifesa della vittima, in particolare tramite il possesso di armi legalmente dichiarate, da attacchi che avvengono nella propria abitazione.
La delinquenza è cambiata?
E’ un dato di fatto, riconosciuto anche dai criminologi, che la delinquenza anche alle nostre latitudini ha fatto il salto di qualità. Una volta c’erano solo i topi d’appartamento che entravano nelle case approfittando dell’assenza degli occupanti. Oggi a queste figure si sono aggiunte quelle di criminali spregiudicati, senza scrupoli, che entrano di proposito nelle case in presenza degli occupanti per costringerli con la violenza a consegnare oggetti di valore o denaro. Noi rischiamo di diventare il paese del Bengodi per questo tipo di delinquenti.
E perché?
I sistemi di sicurezza presenti sulle nostre abitazioni sono per lo più classificabili tra l’inesistente e il ridicolo. E a noi è stato inculcato che difendersi non è politikamente korretto. La situazione è quindi ad alto rischio.
Ma lei cosa vuole, il far west?
No, semmai la dottrina del castello che esiste in vari Stati USA in base alla quale il domicilio beneficia di una protezione speciale e quindi chi lo viola con intenzioni criminali deve poi metterne in conto le eventuali conseguenze. Anche pesanti. Non è dunque la vittima che deve rinunciare a difendersi per paura di finire a sua volta sul banco degli imputati. E’ chiaro che ciò ha uno stretto legame con la possibilità di detenere al domicilio armi legalmente dichiarate. E questo, va da sé, comporta l’istruzione necessaria per saperle usare.
Ma un cambio di legge è davvero necessario?
A parte che ogni rapina in casa è una di troppo, le prospettive non paiono certo rassicuranti. Basti pensare che in Italia il numero delle rapine in casa è passato dalle 2016 del 2010 alle 3601 del 2013. Quindi 1600 in più nel giro di tre anni. Non dobbiamo illuderci di essere immuni a questo trend. L’azione deterrente è indispensabile e funziona. Il cittadino armato fa paura al delinquente. C’è una recente indagine USA che lo dimostra. Bisogna inoltre considerare che la sicurezza non è solo un problema ed un compito della polizia. Pensare che la polizia da sola basti è un’illusione, nella situazione attuale. La polizia non può essere ovunque contemporaneamente.
Quali chance di riuscita dà alla sua proposta?
Difficile avanzare delle previsioni. Siamo solo all’inizio della procedura. Non mi faccio illusioni. Conosco abbastanza la politica federale per sapere che, per ottenere qualcosa, di qualsiasi cosa si tratti, servono reiterati tentativi e parecchia ostinazione.
MDD