Il Tribunale amministrativo federale (TAF) ci regala un’altra perla giudiziaria. La decisione della Confederazione di creare un centro asilanti nell’ex Caserma di Losone, per la durata di tre anni, non sarebbe una decisione impugnabile.
Questa la sentenza emessa a seguito del ricorso del “Guastafeste” Giorgio Ghiringhelli.
Il motivo addotto dal TAF è che l’annuncio della Confederazione di voler trasformare l’ex caserma in centro asilanti non costituisce una decisione impugnabile.
Qui c’è davvero da restare col naso in mezzo alla faccia. Nel paese dei ricorsi, dove se ne fanno per qualsiasi cosa, un centro asilanti viene sottratto alle verifiche legali. Il vicino litigioso può ricorrere per un pollaio, ma i cittadini di una regione non possono difendersi da un centro asilanti deciso dalla Confederazione con arroganza e contrario alla destinazione concordata per lo stabile (museo del territorio). Né bisogna credere che la promessa di creare un centro temporaneo per tre anni verrà mantenuta. Una volta in funzione la struttura, si troverà sempre una scusa per lasciarla aperta indefinitamente.
Né ci si possono fare particolari illusioni sulla tipologia dei richiedenti l’asilo che verranno ospitati a Losone. La kompagna Sommaruga ha infatti parlato di asilanti non problematici. Solo che questa promessa l’ha fatta a tutti. Ma anche i soggetti problematici dovranno venire sistemati da qualche parte. E sappiamo benissimo come costoro possano avere effetti deleteri sulla qualità di vita di intere regioni. E dove verranno messi i casi problematici? Per la serie, a pensar male si commette peccato ma ci si azzecca quasi sempre, c’è da sospettare che di sicuro il futuro centro di Losone non verrà graziato. A Berna non sembrano infatti rendersi conto che con il centro di Chiasso il Ticino in campo di richiedenti l’asilo ha già dato. E che, più in generale, non si può continuare a tirare la corda sempre con gli stessi. Vediamo bene cosa accade con la devastante libera circolazione e con lo smantellamento della piazza finanziaria che ci penalizzerà sempre più (vedi crollo de gettito fiscale di Lugano; e se Lugano ha problemi, questi si ripercuotono su tutto il Cantone). Non dimentichiamoci poi dei premi di cassa malati versati in esubero dai Ticinesi: se ci va bene, vedremo indietro solo una fettina del maltolto. Il Ticino si trova a subire le conseguenze di decisioni prese a Berna.
Non è peraltro ancora chiaro cosa succederà con il traforo autostradale del San Gottardo: se quest’ultimo dovesse rimanere chiuso per tre anni a seguito dei noti lavori di risanamento al tunnel esistente, il danno all’economia del nostro Cantone sarebbe molto pesante.
Poiché di venire mazzuolati da una Confederazione che di federalista ha sempre meno i ticinesi cominciano ad essere stufi, sarà bene che a Berna cambino atteggiamento, anche sul centro asilanti di Losone: le modalità con cui è stato gestito questo tema estremamente sensibile (in considerazione anche delle esperienze di Chiasso) dimostrano il consueto menefreghismo nonché l’atteggiamento alla SECO, quello del “non è vero che”: non è vero che i frontalieri soppiantano i residenti, non è vero che gli asilanti creano problemi, non è vero che…
La decisione del TAF è impugnabile al Tribunale federale. Ghiringhelli deciderà se adire o no l’istanza superiore. Da parte nostra speriamo che lo faccia.
Lorenzo Quadri