Il Cantone lemanico ha indetto un’amnistia, e le autodenunce sono fioccate. E da noi?
I romandi non sono sempre amici del Ticino (la “solidarietà latina” è una bufala) ma di tanto in tanto, bisogna ammetterlo, hanno delle buone idee che varrebbe la pena riprendere anche alle nostre latitudini. E’ il caso della cosiddetta “amnistia” per chi ha abusato di prestazioni sociali, lanciata con successo nei Cantoni di Ginevra e Neuchâtel, e guardata con interesse anche dai vodesi. Di cosa si tratta?
La letterina
A Ginevra i circa 92’000 beneficiari di prestazioni sociali hanno ricevuto lo scorso autunno una letterina dal Cantone. Nella letterina, che fa sfoggio di notevole uregiateria, i destinatari vengono informati con toni melliflui del fatto che, nella denegata ipotesi in cui avessero “dimenticato” – certamente non di proposito, chi potrebbe mai pensarlo! – di fornire “informazioni” circa la loro situazione patrimoniale che potrebbero avere conseguenze sugli aiuti sociali che percepiscono, possono provvedere entro fine anno (quindi dicembre 2016) a regolarizzarsi. Se approfitteranno di questa occasione, dovranno sì trovare delle modalità di restituzione di aiuti indebitamente percepiti, però non verranno denunciati penalmente. E una denuncia penale, in quest’ambito, può avere conseguenze pesanti. Specie per gli stranieri.
Inasprimento delle sanzioni
Lo spunto per l’operazione è l’inasprimento delle sanzioni per chi abusa di prestazioni sociali. Dal primo ottobre scorso è infatti in vigore la nuova legge sugli stranieri. Essa prevede – in (parziale) applicazione di quanto deciso dai cittadini svizzeri che nel 2010 hanno approvato l’iniziativa sull’espulsione dei delinquenti stranieri – l’allontanamento degli immigrati che abusano dello Stato sociale. Il Canton Ginevra ha dunque colto l’occasione per “informare” sulle nuove basi legislative. Destinatari della missiva sono i beneficiari di assistenza sociale, di prestazioni complementari all’AVS o all’AI, nonché di sussidi di cassa malati.
Soddisfazione
Il ministro della socialità del Canton Ginevra Mauro Poggia (MCG) è soddisfatto dell’esito dell’operazione. In effetti lo scorso 31 dicembre il Dipartimento aveva ricevuto oltre 2000 autodenunce. Sono improvvisamente venuti alla luce migliaia di case e di appartamenti all’estero, conti bancari, e chi più ne ha più ne metta. Ad esempio un pensionato portoghese, beneficiario della complementare, aveva “dimenticato” di indicare di essere proprietario, nel suo paese d’origine, di ben due case e sei appartamenti! Ma tu guarda i vuoti di memoria che brutti scherzi che giocano!
E in Ticino?
In soldoni: alla NZZ Poggia ha dichiarato che, grazie all’amnistia si è stabilito, nel solo ambito delle prestazioni complementari all’AVS e all’AI, che il Canton Ginevra negli ultimi 7 anni ha speso 15 milioni in troppo. Mancano ancora le cifre – sicuramente più corpose – dell’assistenza e dei sussidi di cassa malati.
Anche a Neuchâtel è stata messa in atto una campagna analoga ed il Cantone, visto l’alto numero di autosegnalazioni, ampiamente al di sopra delle aspettative, ha deciso di prolungare i termini per le autodenunce fino a fine marzo del 2017.
Non si tratta nemmeno di un’iniziativa “populista e razzista” (l’MCG di Poggia è un Movimento notoriamente ispirato alla Lega dei Ticinesi). Infatti è guardata con interesse anche dal Canton Vaud: e lì il Consigliere di Stato responsabile della socialità è il rossissimo Pierre-Yves Maillard.
Ci pare che anche il Ticino, dove la spesa sociale sta andando clamorosamente fuori controllo, una misura sul modello ginevrino sarebbe alquanto opportuna. Beltracidiamounamossa?
Lorenzo Quadri