I terroristi islamici arriveranno tutti in Svizzera perché capiranno che è il paradiso
Ed ecco che ci risiamo con il politikamente korretto che ci mette nella palta. E lo fa facendoci perdere – o meglio: facendo perdere alla maggioranza politica – tutte le occasioni possibili ed immaginabili per combattere il dilagare dell’ islamismo in Svizzera.
Il famoso piano della Confederazione “contro la radicalizzazione” fa ridere i polli. Tanto per cominciare, si tratta di un non-piano, in quanto i compiti vengono semplicemente scaricati sul groppone dei cantoni e soprattutto dei comuni. Naturalmente senza dotazioni supplementari di risorse. Per la serie: noi bernesi diciamo agli altri quello che dovrebbero fare (?) ma non ci mettiamo un ghello. Classico esercizio-alibi per lavarsi la coscienza. La quale, evidentemente, ne ha parecchio bisogno.
Le basi legali
In effetti, ogni volta che ci sarebbe da prendere misure chiare per ostacolare gli estremisti islamici, ecco che il Consiglio federale, a partire dalla ministra del “devono entrare tutti” kompagna Sommaruga, si nasconde dietro le “basi legali che non ci sono”. Si tratta evidentemente di un pretesto per non fare nulla. Così non si scontentano i multikulti islamofili. E dire che in altri paesi magari a noi confinanti le basi legali ci sono. Naturalmente le famose basi legali mancanti non solo il governicchio federale non si sogna di crearle, ma respinge con sdegno tutte le proposte in tal senso, a suon di “sa po’ mia”.
Esempio lampante, la questione dei finanziamenti esteri a moschee e centri culturali islamici. Che spesso e volentieri sono foraggiati da regimi o organizzazioni straniere interessati a diffondere il radicalismo della nostre parti. Ma naturalmente, il Consiglio federale è contrario ad impedire questi “sussidi”, come pure ad obbligare moschee e centri culturali islamici ad indicare la fonte dei propri finanziamenti. Il Consiglio nazionale ha invece per fortuna deciso di misura il contrario; si aspetta ancora di sapere cosa intendono fare gli Stati.
Ma intanto che si continua a restare “al palo” l’estremismo prende piede.
Troppo presto?
Analoga la situazione per quel che riguarda il divieto di distribuzione gratuita del Corano da parte dell’organizzazione salafita “Lies”, che organizza simili iniziative per radicalizzare. Malgrado vari Cantoni e Comuni abbiano già decretato divieti di distribuzione sul proprio territorio, a Berna la partitocrazia pavidamente tentenna e ritiene che sia “troppo presto” per tale misura: vedi la recente decisione della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio degli Stati. E cosa aspettiamo allora, il primo attentato terroristico islamico in Svizzera?
Se non si ha nemmeno il coraggio di prendere provvedimenti “basici” come quelli di cui sopra, figuriamoci di più incisivi. Ad esempio, rendere più difficile l’accesso alle prestazioni assistenziali ai musulmani radicalizzati. Costoro infatti nella Svizzera paese del Bengodi possono svolgere indisturbati la propria opera di radicalizzazione e dedicarvi tutto il tempo che vogliono. Di andare a lavorare non hanno bisogno: a mantenerli ci pensa l’assistenza. Vari esperti di estremismo hanno sottolineato che la Svizzera nell’attuale situazione rischia grosso – oltre naturalmente a regalare soldi pubblici a chi non li merita affatto. Ma naturalmente neppure su questo fronte si muove qualcosa!
Nel frattempo aumentano invece le sentenze buoniste-coglioniste con cui i tribunali rifiutano di espellere i jihadisti.
Il Diktat UE
Il massimo è che invece la kompagna Sommaruga e degni colleghi di CF sono prontissimi ad applicare in Svizzera il Diktat UE contro le armi detenute legalmente dai cittadini onesti. Una misura contraria alle nostre leggi, alla nostra volontà popolare e alle nostre tradizioni. I balivi di Bruxelles l’hanno decisa con la scusa della lotta al terrorismo islamico. Ma nessun terrorista islamico si serve, per i suoi attentati, di armi di fuoco legalmente dichiarate. Quei pochi che ancora le usano, evidentemente, se le procurano sul mercato nero.
Questa misura europea dal profilo della lotta al terrorismo non serve assolutamente ad un tubo. La kompagna Sommaruga la vuole solo perché corrisponde alla sua volontà disarmista.
Avanti così…
Avanti di questo passo e presto tutti i terroristi islamici arriveranno qui sul serio, perché non ci metteranno molto a capire che la Svizzera è, per loro, il paese del Bengodi.
Grazie partitocrazia politikamente korretta! Grazie, ministra del “devono entrare tutti” kompagna Sommaruga!
Lorenzo Quadri