L’ennesimo regalo della libera circolazione

 

Le meraviglie della libera circolazione si moltiplicano! L’ultima è la seguente: architetti laureati pagati 6 franchi all’ora. A Lugano, non a Timbuctù.

Ecco il nuovo regalo della devastante libera circolazione delle persone. Eccola qua, l’imprenditoria di qualità che arriva in Ticino dalla vicina Penisola grazie alla politica delle frontiere spalancate. Ma come: il dumping salariare provocato dal frontalierato non era tutta una balla della Lega populista e razzista? Questa la tesi sostenuta nel famoso studio dell’IRE sulle conseguenze della libera circolazione sul mercato del lavoro ticinese. Studio realizzato, ma guarda un po’, da due ricercatori frontalieri. Uno dei quali è ormai diventato opinionista fisso presso il Corriere del Ticino: probabilmente perché dà proprio quelle risposte che gli intervistatori incaricati di slinguazzare la libera circolazione vogliono sentire.

Malandazzi importati

Ad assumere gli architetti laureati pagandoli 1100 Fr al mese, ossia praticamente 6 Fr all’ora, è un architetto italiano che da un paio d’anni ha aperto studio a Lugano. E che naturalmente assume solo frontalieri, viste le paghe  proposte. In questo modo però si svacca il mercato ticinese: perché l’italico architetto, visto gli “stipendi” che versa, si può evidentemente permettere tariffe inarrivabili per i professionisti locali. Però secondo i camerieri bernesi dell’UE e secondo gli scienziati dell’IRE in Ticino il dumping salariale non esiste.

Cosa deve ancora succedere?

La domanda a questo punto è scontata: cosa deve ancora succedere perché si chiuda finalmente la porta a questa pseudo-imprenditoria d’Oltreconfine, che ha trovato in Ticino “ul signur indurmentàa” grazie alla libera circolazione delle persone? Adesso aspettiamo gli studi della SECO e dell’IRE (ci raccomandiamo: rivolgersi a ricercatori frontalieri) che vengano a spiegarci con dovizia di statistiche “creative” che pagare un architetto 6 Fr all’ora non è dumping salariale. E soprattutto, che ribadiscano ai ticinesi zucconi che  “bisogna aprirsi”, perché senza la libera circolazione delle persone veniamo catapultati nel terzo mondo (quando è semmai il contrario, ossia è la libera circolazione che ci trasforma nel terzo mondo). E che sottolineino l’esistenza di due sole opzioni: o si fanno entrare tutti, o si è dei beceri razzisti e fascisti!

Coerenza…

A rendere pubblico l’ennesimo e clamoroso caso di dumping salariale  da libera circolazione è il sindacalista OCST nonché deputato PPD in Gran Consiglio Giorgio Fonio. Peccato che tra gli strenui difensori della libera circolazione ormai elevata a dogma, nonché tra i becchini del 9 febbraio, ci sia anche il suo partito: il PPD. Che tra l’altro, oltre ad opporsi al 9 febbraio, non voleva neppure “Prima i nostri”. E allora magari maggiore coerenza non guasterebbe. Perché porta a poco denunciare il dumping d’importazione se poi si continua, in ogni occasione, a puntellarne la causa: ossia la fallimentare politica delle frontiere spalancate.

Lorenzo Quadri