Il capodicastero Lorenzo Quadri: “le case per anziani si sono trasformate radicalmente”
Casa Serena, la “decana” – oltre che la più grande – delle case per anziani della città di Lugano, ha compiuto 40 anni. Una traguardo che il municipio ha voluto sottolineare martedì con evento alla presenza di autorità civili e religiose. Ne abbiamo parlato con il capodicastero degli istituti sociali della città di Lugano, Lorenzo Quadri.
“Con l’evento di martedì – esordisce Quadri – si è voluto segnare, oltre ai 40 anni di Casa Serena, la conclusione dell’importante cantiere di ristrutturazione che ha interessato l’edificio negli ultimi sei anni. I lavori sono infatti iniziati nell’ottobre 2010 per concludersi un paio di settimane fa”.
Un cantiere in una casa abitata non è facile da gestire…
No, e a maggior ragione in una struttura medicalizzata. Una casa anziani non si svuota durante il giorno perché gli inquilini vanno a lavorare. Gli ospiti sono sempre lì, e la residenza deve essere operativa sette giorni su sette e 24 ore al giorno. Coordinare il cantiere e la gestione quotidiana è stata una sfida molto impegnativa per tutte le parti coinvolte: edilizia da un lato e gestione della struttura dall’altro. Senza dimenticare ovviamente abitanti di Casa Serena ed i loro familiari. Quindi sono sicuramente stati sei anni “intensi”, per usare un eufemismo.
Cosa è cambiato a Casa Serena dal 1976 ad oggi?
Moltissimo, fare un elenco esaustivo prenderebbe svariate pagine. Cito un paio di cifre. Nel 1976 Casa Serena ospitava 84 anziani e c’erano 40 appartamenti, che vennero poi riconvertiti in camere già negli anni Novanta. I collaboratori erano 40 e c’erano 18 suore. Oggi gli anziani sono 174 ed i collaboratori (prendendo solo quelli sanitari) sono 112. Ed è rimasta una sola suora, che presto ci lascerà poiché destinata ad altri incarichi dalla casa madre. Con questa partenza si chiude un’epoca, perché il personale religioso ha sempre svolto un ruolo negli istituti sociali comunali, fin dall’apertura del primo ricovero d’assistenza nel 1910.
Cosa ci dice l’evoluzione del personale di Casa Serena?
Ci dice che col passare del tempo la casa si è sempre più medicalizzata. La tipologia dell’ospite è cambiata. Negli anni Settanta anche persone autosufficienti sceglievano di trasferirsi in una casa anziani, cosa che oggi nessuno più farebbe (del resto non verrebbe neppure ammesso). Oggi si rimane a casa propria il più a lungo possibile, con l’aiuto dei servizi di cura e assistenza a domicilio. Solo nel momento in cui lo stato di salute è compromesso in maniera tale da rendere impossibile una permanenza a domicilio, si opta per il trasferimento in casa anziani. Da qui l’innalzamento dell’età media di entrata (attualmente di 86 anni) e la crescente medicalizzazione di questi istituti. Inoltre nel 1976 nessuno parlava di “Alzheimer”, che è invece oggi uno dei grandi temi legati all’invecchiamento: le decadenze cognitive sono la conseguenza dell’allungamento della vita. Casa Serena dispone di un reparto specializzato in casi Alzheimer dal 2008, mentre il giardino appositamente dedicato agli ospiti del reparto è stato inaugurato quest’anno.
Quali altre novità si possono indicare?
Il risultato più vistoso del cantiere è la creazione del nuovo blocco C dell’edificio e l’orizzontalizzazione dei reparti, che in precedenza erano organizzati in verticale, ciò che era poco funzionale. Ma, sempre nell’ambito dei grandi lavori di ristrutturazione, è stato creato il reparto dialisi nel 2011. Esso permette agli ospiti di casa Serena che devono sottoporsi a questo trattamento, che è pesante ed invasivo, di evitare defatiganti trasferte in ospedale, oltretutto in orari sfavorevoli. Un passo avanti importante, dunque, per la qualità di vita dei dializzati. Posso poi anche citare il nuovo reparto di cure palliative, il robot di farmacia che permette di minimizzare gli errori nella preparazione dei farmaci, e la sopraelevazione della sala Airoldi. Grazie al lascito Kratt e ad una generosa donazione dall’Associazione italiana di Lugano per gli anziani (AILA) è stato possibile aggiungere un secondo piano alla sala Airoldi creando nuovi importanti spazi a giorno, che sono poi gli spazi di vita degli ospiti di Casa Serena al di fuori delle camere.
Per ricordare i 40 anni di Casa Serena è stato scelto un oggetto particolare…
Sì, invece di posare la tradizionale targa o di piantare un alberello, si è deciso di riportare a nuova vita un pezzo della Lugano che fu. Vale a dire la fontana che si trovava in Piazza Castello, prima che le casermette di Villa Ciani venissero demolite per fare spazio al Palazzo dei Congressi (la cui costruzione, tra l’altro, è quasi contemporanea a quella di Casa Serena). La fontana venne portata nel parco di Casa Serena, ma da tempo si trovava in cattivo stato, non funzionava ed era pure stata vandalizzata. Per i 40 anni della residenza, la direzione generale ha dunque deciso di restaurarla e di rimetterla in funzione. Un piccolo ma concreto tributo al passato della città.
Quali sono i grandi progetti per il futuro?
Ad inizio 2017 si spera di poter finalmente cominciare con il cantiere della nuova casa anziani e centro polifunzionale di Pregassona: un’opera molto attesa ed i cui crediti sono stati approvati da tempo. Nei giorni scorsi la città ha potuto finalmente ufficializzare la delibera dei lavori, per cui speriamo bene! Il Consiglio comunale ha inoltre di recente dato il via libera all’Ente autonomo che ci permetterà, assieme al Comune di Canobbio, di costruire una casa anziani in territorio di Canobbio, la cui gestione sarà messa in rete con quelle di Lugano. Il Consiglio comunale nei prossimi mesi si determinerà inoltre sul progetto di trasformare gli attuali istituti sociali comunali di Lugano in un ente autonomo di diritto comunale. Un passo che permetterebbe alle strutture sociali cittadine di dotarsi di un abito gestionale più adatto alle loro esigenze e funzionalità rispetto a quello del dicastero, ma che, come prevedibile, incontra delle difficoltà nell’accettanza politica.
MDD