Il moltiplicatore non sale grazie alla Lega

Il nostro Movimento ha sventato il tentativo di mettere le mani nelle tasche del cittadino in tempo di crisi

Martedì sera il Consiglio comunale di Lugano ha deciso a maggioranza che il moltiplicatore non si tocca. 70% era, e 70% rimarrà anche nel 2013.
Quindi ai Luganesi non verranno messe le mani in tasca come invece avrebbe voluto fare il partito trasversale delle tasse. Se questo importante risultato, evidentemente nell’interesse dei cittadini luganesi, è stato raggiunto, il merito è della Lega dei Ticinesi.
Infatti solo i due municipali leghisti si sono espressi fin dall’inizio, in modo forte e chiaro, contro gli aggravi fiscali. Poi Re Giorgio ha seguito.
Quanto al PLR, il partito – ovviamente a suo dire – della coerenza, del “buongoverno” e della responsabilità:  in Municipio, su questo importante tema, si è presentato addirittura spaccato in tre: Re Giorgio per il 70%, Masoni per il 73%, Pelli per il 75%.
Il gruppo in Consiglio comunale ha a maggioranza seguito il sindaco PLR, sconfessando il ministro delle finanze PLR, mentre una minoranza PLR ha seguito il ministro delle finanze PLR sconfessando il sindaco PLR. Non ci si capisce più niente!
La Lega invece ha sostenuto dall’inizio e all’unanimità il moltiplicatore attuale, senza aumenti. Anche perché un aumento non sarebbe stato che il primo di una lunga serie:  una volta che la breccia è stata aperta, ti saluto Rosina.
Ora, se per qualcuno la scelta di non aumentare le imposte è dettata da calcolo elettorale, per la Lega dei Ticinesi non è così. Per noi la scelta è politica; di principio. Non si mettono le mani in tasca alla gente in tempo di crisi, quando c’è bisogno di rilanciare l’economia, l’occupazione ed i consumi (che costituiscono il 60% del PIL). L’economia ed i consumi si rilanciano solo lasciando nelle tasche della gente e delle aziende il frutto del loro lavoro. Sì, perché i soldi che il cittadino guadagna sono suoi e non dello Stato.
Nel caso concreto del moltiplicatore di Lugano, poi, la proposta  di mettere le mani in tasca alla gente è partita dalla maggioranza del Municipio non già come ultima ratio, ma come prima ratio. Invece di contenere le spese superflue si è preferito passare subito all’aggravio fiscale. Agitando, va da sé, il consueto spauracchio del deficit pubblico. Chiaro che i preventivi e i consuntivi in rosso è meglio non averli, anche per l’ente pubblico. Ma un conto è indebitarsi perché si spende in operazioni senza indotto e perché la macchina amministrativa non è razionale. Altra cosa è invece registrare qualche anno in passivo per sostenere i cittadini e l’economia, che deve far lavorare i residenti. Poiché è lo Stato che deve essere al servizio del cittadino e non il contrario, è ovvio che prioritario è il benessere del cittadino e non le casse pubbliche piene, da poi svuotare in base al principio del tassa e spendi  – e tassa sempre di più e spendi sempre di più. Tartassare la gente in tempo di crisi serve solo a creare povertà e quindi a diminuire ulteriormente gli introiti fiscali, in un circolo vizioso.
Il fatto che la città di Lugano abbia meno soldi non vuole peraltro dire che si avvii al declino. Semplicemente, bisognerà essere selettivi  nella spesa. Si investirà in quelle operazioni che creano indotto economico sul territorio, si taglierà su quelle che non ne creano.
Visto che poi qualcuno in consiglio comunale ha pure citato l’ipotesi di introduzione di fetidi balzelli sul rüt motivati con la volontà di “fare cassetta”: si ripete per l’ennesima volta che simili tentativi verrebbero immediatamente referendati dalla Lega. Con esito scontato.
Lorenzo Quadri