La mattanza di stalli procede con ogni pretesto, alla faccia della crisi economica
Mister Prezzi Stefan Meierhans, poco sospetto di essere un becero leghista, populista e razzista, ha dichiarato che il trasporto pubblico deve darsi una mossa e rivedere le tariffe al ribasso. Perché “complice la pandemia, la gente sta riscoprendo i vantaggi del trasporto individuale”.
Ah ecco. Quindi il trasporto individuale non è così brutto come lo dipinge la narrazione del triciclo PLR-PPD-P$ che, imbesuito dal politikamente korretto, tratta gli automobilisti come dei delinquenti da sanzionare e da vessare.
Il trasporto individuale è una necessità. Specie alle nostre latitudini. Eppure prosegue un po’ ovunque l’ecatombe di posteggi per correre dietro alle mode ed ai populismi ro$$overdi.
Oltre 150 in meno di due anni
A Lugano, rispondendo ad un’interrogazione, il Municipio ha fatto la conta dei posteggi sacrificati in centro per far spazio alle piste ciclabili “pop up” volute dalla maggioranza dell’esecutivo. Per “pop up” si intende realizzate a titolo provvisorio, quindi senza seguire le procedure imposte dalla legge.
Le piste ciclabili “pop up” – in italiano si potrebbe tradurre con: “spuntate a tradimento” – sono state piazzate approfittando del lockdown primaverile. Visto che le strade erano vuote “si” è colta la palla al balzo per preparare la “sorpresa”. Ne è seguita la solita ecatombe di posteggi. Ne sono stati eliminati 47, ma questa è solo l’ultima puntata della mattanza. Lo stillicidio è in atto da anni. Basti pensare che, oltre ai citati 47, in meno di due anni (!) sono stati cancellati oltre 100 parcheggi. Alcuni, in pieno centro, con un pretesto peggio che ridicolo: dopo un secolo, all’improvviso si è scoperto che gli stalli rendevano i calibri di certe strade insufficienti. Ah ecco. Per i posteggi non c’è più spazio, però intanto nelle strade si piazzano paletti “alla cavolo” per costringere gli automobilisti ad assurde gimcane: e per simili operazioni gli spazi sono sempre sufficienti…
Intanto però…
Il risultato della strage di posteggi nel centro cittadino è quello di dissuadere sempre più gente dal recarvisi. A ciò concorre anche il fallimentare PVP, ovvero un piano viario ideologico concepito contro le automobili.
Il bilancio non è certo rallegrante: l’economia del centro di Lugano affonda a causa dello stramaledetto virus cinese, ma c’è chi non trova di meglio che allontanare i clienti di negozi ed esercizi pubblici cancellando posteggi. Intanto però, sulle targhe azzurre che ogni giorno infesciano le strade cittadine, la partitocrazia non fa un cip.
Nei cassetti
L’ecatombe di stalli per creare piste ciclabili che nessuno usa su stradette secondarie dove non ci sono né le auto né le bici mette in difficoltà anche gli abitanti dei quartieri interessati. A Molino Nuovo si possono vedere un paio di esempi illuminanti in tal senso. Che oltretutto sono costati centinaia di migliaia di franchi del contribuente.
Niente contro le piste ciclabili, ma queste non vanno create a scapito dei posti auto. Né si può dimenticare che nei cassetti attendono sempre progetti di piste ciclabili che prevedono la cancellazione di posteggi in quantitativi a tre cifre. La strage sembra non finire mai!
Alla stazione
E’ ancora pendente lo psicodramma degli stalli nel comparto della stazione FFS. Attualmente se ne contano 508, il Consiglio comunale ha stabilito che sotto i 400 non si scende (ed è già un taglio mica da ridere!) mentre la maggioranza del municipio insiste per falciarli a 260. Se qualcuno si immagina di promuovere l’uso del treno dimezzando i posteggi in stazione, forse non è bene in chiaro. Ah già, ma la nuova teoria politikamente korretta è che pure la stazione va raggiunta con i mezzi pubblici. Se poi i mezzi in questione non ci sono, chissenefrega!
In più, ci si dimentica completamente che i posteggi in stazione, grazie al collegamento rapido con la funicolare, servono anche il centro città; oltre che il popoloso quartiere di Besso.
No al provvisorio-permanente
E’ chiaro che i posti auto in stazione devono rimanere almeno 400, ed è altrettanto chiaro che i 47 posteggi sacrificati alle piste ciclabili “pop up” (provvisorie) vanno ripristinati. O qualcuno immaginava forse di ricorrere alla solita truffa del provvisorio-permanente?
E di parcheggi in città non solo non ne cancella più neanche mezzo; ma, soprattutto in tempo di crisi nera, semmai se ne creano di nuovi.
Lorenzo Quadri