Quanto è successo all’interno dell’amministrazione pubblica di Lugano con i due funzionari che prendevano mazzette da un imprenditore, guarda caso “non patrizio”, lascia davvero l’amaro in bocca.
I due dipendenti della città hanno agito in modo astuto giocando su piccoli importi per non dare nell’occhio e rimanere nel campo della plausibilità. Questo su un arco di anni. Senza una denuncia non sarebbero probabilmente mai stati scoperti.
Oggi il lavoro vale oro, soprattutto un posto sicuro nell’ente pubblico. Come si può pensare di gettare via tutto, di rovinarsi la vita per tangenti che a quanto pare ammonterebbero a 30mila Fr o giù di lì?
E’ chiaro poi che l’accaduto rischia di far planare l’ombra del sospetto su chi invece lavora in modo onesto e c’è da sperare che adesso non si vogliano piazzare controllori ovunque, ostacolando l’attività cittadina.
Le prime reazioni al preoccupante episodio di mazzette non possono che essere quelle espresse dal sindaco Borradori: tristezza, amarezza e anche rabbia per quanto accaduto. Il municipio a maggioranza leghista ha voluto dare subito un segnale forte: decidere senza indugio per il licenziamento dei due dipendenti. Tutti possono sbagliare, ma qui ci sono delle truffe astute portate avanti sull’arco di più anni e mettendo in campo tutti gli accorgimenti per non farsi scoprire. Gli autori sono più che recidivi.
Il municipio ha quindi voluto prendere la strada più diritta possibile; si fosse voluto rispettare pedissequamente le procedure, la posizione sarebbe stata forse più sfumata. Ma la situazione non lasciava spazio per le sfumature. Chi si è impossessato indebitamente di soldi pubblici, sistematicamente e per lungo tempo, pochi o tanti che siano questi soldi, non può neanche pensare di rimanere nell’ente pubblico. Lasciare aperto anche un solo spiraglio sarebbe stato sbagliatissimo. Per vari motivi. Tanto per cominciare, il risanamento finanziario della città richiederà il contributo dei cittadini luganesi; questo contributo presuppone fiducia, e la fiducia bisogna guadagnarsela.
Ma soprattutto un intervento deciso era necessario per motivi di equità in relazione alla situazione occupazionale attuale. Una situazione che sappiamo bene essere particolarmente difficile, e la devastante libera circolazione delle persone porta, al proposito, delle pesanti responsabilità. A Lugano si è superata la soglia di 1100 casi d’assistenza, quando fino ad un paio di anni fa si navigava attorno agli 800. Il problema è particolarmente acuto tra i giovani: nel corso del 2013 sempre a Lugano le persone in assistenza sotto i 25 anni sono aumentate del 30%.
E’ ovvio che, quando ci sono tanti luganesi onesti, giovani e meno giovani, che malgrado gli sforzi non trovano un lavoro, è del tutto impensabile che un municipio di Lugano non licenzi immediatamente dei “mazzettari”. E vedremo se qualcuno avrà il coraggio di fare ricorso.
Lorenzo Quadri