Da un ventennio Lugano è privo delle fontane a Lago. La valenza turistica di questi impianti è sicuramente data: le vecchie fontane, per quanto “elementari” (erano delle semplici pompe d’acqua con delle luci) figuravano su tutte le cartoline della città. Vennero rimosse per posare il San Carlino ma poi, una volta smantellata questa struttura – dopo un lungo tira e molla “San Carlino su / San Carlino giù” – non vennero più ripristinate.

Lugano ha così perso un’attrattiva, che però si può riguadagnare con una spesa relativamente contenuta, nell’ordine di 2 – 2.5 milioni di Fr.

Scartati dunque per questioni di fattibilità sia tecnica che finanziaria progetti esagerati da 35 milioni di dollari canadesi, ci si ritrova ora con una proposta interessante, dal costo adeguato (come detto attorno ai due milioni di Fr) e dalle molteplici possibilità. In effetti, dai tempi delle “vecchie” fontane ad oggi di acqua sotto i ponti – tanto per restare in tema…  – ne è passata parecchia. E la tecnologia ha fatto dei passi da gigante. Oggi non si parla più di semplici spruzzi colorati, ma di giochi d’acqua gestiti da una centrale computerizzata, che potranno dar vita ad un elevatissimo numero di combinazioni e a dei veri e propri spettacoli: compresi delle fiamme d’acqua e degli schermi d’acqua su cui proiettare immagini.

Le fontane verrebbero collocate al largo dei giardini Belvedere, una “location” coerente con il progetto di risistemazione del Lungolago e che permetterebbe di contribuire all’attrattività e all’animazione di quella parte di centro urbano. Un’area dove sorgerà la nuova grande piazza del LAC. Nel prossimo futuro sarà infatti indispensabile far vivere anche quella parte del centro cittadino, che attualmente si “spegne” dopo la piazza Battaglini.

Va anche aggiunto che il progetto in questione è tecnicamente fattibile, è modulabile (se il Comune desidererà potrà in futuro ingrandirlo) è compatibile con le rotte dei battelli della Navigazione. Inoltre, il Cantone lo ha già esaminato in maniera approfondita (è stato valutato perfino l’impatto fonico dell’acqua che ricade nell’acqua…) ed è pronto a rilasciare la licenza edilizia.

Sta quindi ora alla politica comunale decidere se, al di là delle affermazioni di principio, si vuole che le fontane tornino a Lugano in tempi brevi oppure se, per l’ennesima volta, invece di costruire, ci si arenerà in discussioni sul sesso degli angeli, e le fontane le dovremo aspettare per un altro ventennio. Quando si potrebbe riaverle in un paio d’anni. E come detto, si tratterebbe di giochi d’acqua infinitamente più avanzati delle vecchie e gloriose fontane. Adesso è davvero solo una questione di volontà politica.

Lorenzo Quadri

Capodicastero Turismo

Città di Lugano