Professoressa di Losanna blocca l’autostrada per il clima. E l’ateneo la giustifica!
Nei giorni scorsi a Berna cinque cosiddetti “attivisti per il clima” (in altre parole: climatisti fanatici) hanno bloccato sia l’entrata che l’uscita dell’autostrada A6 nell’ora di punta. Si può immaginare con quali conseguenze. Le forze dell’ordine hanno dovuto trascinare via i manifestanti.
E’ piuttosto ironico che queste iniziative ad opera di fankazzisti climatici si svolgano proprio nella ro$$overde città di Berna, ma tant’è.
A fare notizia è stata tuttavia una circostanza particolare, ma anche preoccupante. Tra i manifestanti c’era pure tale Julia Steinberger (Julia chi?) professoressa di economia ecologica presso l’Università di Losanna. Ah, ecco.
Comportamento vergognoso
Il ro$$o DECS un paio di anni fa pubblicò l’agenda scolastica ufficiale farcita di immagini e citazioni degli scioperanti climatici. Ovvero, giovani che saltano le lezioni per andare in piazza a berciare slogan insensati. Quindi il DECS invita gli scolari a bigiare. Se questo è il modello che la scuola pubblica promuove… Nel caso del blocco stradale a Berna, siamo già al passo successivo. A manifestare è direttamente una professoressa (universitaria).
Da parte di chi rappresenta le istituzioni, è profumatamente pagato dalle medesime ed ha pure un mandato educativo, un comportamento simile è vergognoso. Poiché mettersi a bloccare il traffico di proposito è pure reato, è ovvio che il Ministero pubblico dovrà pronunciare le sanzioni del caso. E osiamo sperare che esse saranno esemplari. I soliti sfigati automobilisti vengano criminalizzati e vessati per ogni inezia. Sarebbe il colmo se i fankazzisti climatici potessero invece permettersi di bloccare un’autostrada, creando evidenti situazioni di pericolo, e poi passarla liscia.
Autodifesa penosa
Ma anche il datore di lavoro della professoressa deve fare il proprio verso. Ed è inutile sciacquarsi ipocritamente la bocca con la libertà di espressione: non c’entra una fava. La libertà di espressione non autorizza a bloccare un’autostrada nell’ora di punta. E’ dunque penosa l’autodifesa della donna, la quale dichiara: “E’ estremamente importante (?) capire che anche i professori sono cittadini di questo paese e anche a loro è consentito criticare lo Stato da un punto di vista scientifico”. Ma costei chi pensa di prendere per il lato B?
Tanto per cominciare, nel fanatismo climatico non c’è niente di scientifico. Il climatismo è assurto a forme di isteria che di razionale non hanno alcunché. Si pongono semmai al livello dell’integralismo religioso, che è la negazione di ogni “scienza”. Altro che “critica scientifica”!
Spieghi poi l’intellettualina losannese quale sarebbe la valenza scientifica di un blocco in autostrada!
Università allo sbando
I dipendenti di un ente pubblico, di qualsiasi ente pubblico, devono astenersi dall’assumere comportamenti dannosi alla reputazione del datore di lavoro. In questo caso il danno reputazionale c’è eccome. Infatti: 1) E’ stato commesso un reato e 2) Un istituto universitario non può accettare di venire identificato col fanatismo climatico, pena la perdita di qualsiasi credibilità accademica.
Ed invece la reazione dell’Università di Losanna – o meglio: la non reazione – è altrettanto scandalosa dell’iniziativa dell’insegnante. L’ateneo infatti annuncia che non ci saranno provvedimenti. Addirittura se ne esce con la seguente fregnaccia: “L’Università di Losanna sostiene l’impegno pubblico degli accademici. Per quanto riguarda la disubbidienza civile, l’Unil non può sostituirsi al Ministero pubblico”. Ossignùr. Punto primo: come scritto sopra qualsiasi ente pubblico, anche il più scalcagnato, prende misure amministrative nei confronti di un collaboratore che con il suo comportamento ne lede la reputazione. A maggior ragione in presenza di un intervento del ministero pubblico! O l’ateneo vodese pensa di sorvolare su eventuali condanne penali? Quanto alla prima affermazione, ovvero “l’Università di Losanna sostiene l’impegno pubblico degli accademici”: scusate ma ci scappa da ridere! La panzana è plateale. La realtà è semmai che “L’Università di Losanna sostiene l’impegno pubblico di $inistra degli accademici”. Se la stessa professoressa avesse bloccato la dogana di Chiasso per “dimostrare scientificamente” l’insostenibilità dell’immigrazione incontrollata e dell’invasione di frontalieri, poco ma sicuro che la reazione dell’Unil sarebbe stata assai diversa. Altro che “sostegno all’impegno pubblico degli accademici”!
Chiudere i rubinetti
Troppi intellettualini $inistrati che stanno alla guida delle Università svizzere abusano del loro ruolo per fare propaganda di parte.
C’è chi impone la lingua gender nelle comunicazioni interne. C’è chi nega la realtà scientifica sostenendo che il sesso di una persona non è un dato di fatto biologico bensì un’opinione soggettiva (gravissimo, per un’Università!). C’è chi organizza corsi antirazzismo destinati solo ai bianchi. Questa è una palese violazione della norma penale contro il razzismo. Infatti si parte dal presupposto che tutti i bianchi siano dei (potenziali) razzisti e che solo i bianchi siano razzisti. E c’è chi regge la coda alle professorine che bloccano le autostrade nel nome del proprio fanatismo climatico.
E’ chiaro che così non si può andare avanti. La Confederella deve dare un segnale chiaro. Ad istituti che si comportano come indicato sopra vanno decurtati i finanziamenti pubblici. Atto parlamentare leghista in arrivo.
Lorenzo Quadri