Un primo passo, ma non basta
Urge un cambiamento radicale
Finalmente sul fronte del lupastro qualcosa si sta muovendo anche in Ticino, dopo lunghi mesi di immobilismo. Venerdì il governicchio ha emesso l’ordine di abbattimento per un lupo che in valle di Blenio ha sbranato due bovini. Da notare che le predazioni sono avvenute a fine agosto. I risultati degli esami del DNA che hanno permesso di risalire al colpevole sono arrivati solo due mesi dopo! Una tempistica del genere è scandalosa. E non rappresenta neppure un caso isolato. Ad esempio, il dossier del “famoso” lupo di Cerentino a quanto ci consta giace imboscato da quasi cinque mesi in qualche cassetto bernese.
300 vittime
Come ricorda nel suo comunicato di venerdì l’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori, nell’anno di disgrazia 2022 in Ticino gli animali uccisi dal lupo sono stati oltre 240, mentre una sessantina risultano dispersi (e quindi non vengono indennizzati ai proprietari). Siamo quindi a quota 300 vittime del lupo, quando per tutto il 2020 gli animali predati non arrivavano a 60.
Anche il raggio d’azione del predatore si è allargato. Ormai non sbrana più solo pecore e capre, ma anche mucche, vitelli ed asini. Il lupo, che non è scemo, ha capito che può impunemente assalire animali da reddito, e quindi va avanti a farlo! E’ molto più comodo che farsi venire il fiatone correndo dietro alla selvaggina…
Quanti milioni ci costa?
Davanti a cifre del genere, è incredibile che il primo ordine di abbattimento di un lupo in Ticino – uno di numero, e meglio l’esemplare denominato M187 – arrivi solo a fine ottobre. Evidentemente ai vari livelli istituzionali e burocratici qualcosa non torna. Oltretutto, risulta che il 70% dei lupi colpiti da ordine d’impallinamento nemmeno vengano presi. Ci sono quindi elevate probabilità che il lupastro “condannato” salvi la pelliccia.
Siamo poi curiosi di vedere come si procederà a rendere esecutiva la decisione. Dubitiamo che il reo giri con un cartello con scritto M187. E “naturalmente” mica si può impallinare la belva sbagliata, altrimenti sai gli strilli degli animalisti da salotto urbano! Per noi, invece, ogni lupo in meno su territorio ticinese costituisce una buona notizia!
Ci saranno funzionari dell’Ufficio caccia e pesca appostati per giornate intere, fototrappole posate ovunque, e cos’altro ancora? Quanto costerà l’operazione al contribuente? Per prendere il lupo gli metteranno il sale sulla coda? E tutto questo circo equestre per un solo animale? Lo sapessero i nostri antenati, si rotolerebbero in terra dal ridere.
Ci piacerebbe pure avere un rendiconto dettagliato ed aggiornato su quanti milioni ci stanno costando le malefatte lupesche tra risarcimenti, sussidi ad inutili misure di protezione delle greggi, costi dei funzionari cantonali che si occupano (?) della questione, eccetera.
Stato di necessità
Un ordine di abbattimento non fa primavera. E’ un primo passo, chiaramente benvenuto, ma ci vuole ben altro. Impallinando un singolo lupo a due mesi di distanza dalla predazione commessa non si risolve granché. Nella recente assemblea dell’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori c’è chi ha evocato la difesa fai-da-te. Ed infatti stupisce che nessun allevatore sia ancora passato all’atto in tal senso. E’ però certo che prima o poi accadrà, se il sistema attuale di lungaggini e di njet prosegue! Ci sono in giro gli scioperanti ambientalisti, tra cui professorini universitari (!), che bloccano le autostrade con la scusa della presunta emergenza climatica. Costoro si giustificano blaterando di “stato di necessità”. Altri di questi fankazzisti vanno da un museo all’altro per tentare di vandalizzare le opere più importanti della storia dell’arte. Eh già: versando zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh le emissioni di CO2 diminuiscono d’incanto, come no. E allora, l’agricoltore che vede distrutto il lavoro di una vita dalle predazioni del lupastro, non è legittimato ad imbracciare il fucile? Siamo seri. Oppure i fankazzisti climatici si possono permettere di tutto, trovando addirittura tribunali compiacenti, solo perché sono di $inistra?
Specie cacciabile
Il lupo non è più a rischio di estinzione da un pezzo, e quindi deve diventare specie cacciabile. Anche perché di predatori naturali non ne ha. Sul comunicato con cui il governicchio annuncia l’ordine di abbattimento per M187 si legge che “per l’esecuzione dell’ordine, l’Ufficio caccia e pesca avrà facoltà di avvalersi dell’aiuto di cacciatori”. Delegare l’incombenza ai cacciatori è senz’altro sensato. Se poi questi ultimi dovessero impallinare anche qualche lupo supplementare oltre a quello designato, non ci stracceremo le vesti. Se si vuole che l’agricoltura di montagna (e non solo di montagna) abbia un futuro, gli ordini d’abbattimento del lupo devono fioccare. O, meglio ancora, non ci dovrebbe essere alcun ordine d’abbattimento individuale, bensì il fuoco libero!
Andazzo inconcludente
Il problema è la protezione assoluta di cui attualmente beneficia il lupo. Essa è ormai del tutto avulsa dalla realtà. Le basi legali sono federali, ma anche internazionali. Vedi la famosa Convenzione di Berna del 1979. La Svizzera nell’agosto del 2018 ha chiesto che il grado di protezione del lupo nell’ambito di detta Convenzione venisse abbassato da “assoluto” a “semplice”. Pare però che la proposta, per qualche misterioso motivo, non venga appoggiata dagli altri Stati europei. Sembra inoltre che la stessa Confederella non abbia chiesto di inserirla all’ordine del giorno dell’Assemblea della Commissione permanente della Convenzione, che si terrà a fine novembre. In considerazione di tale inconcludente andazzo, è palese che la Svizzera deve disdire la propria partecipazione alla Convenzione di Berna e decretare che su territorio elvetico il lupo non necessita più di alcuna protezione speciale! Finiamola di mandare in malora il nostro settore agricolo per rispettare trattati internazionali del piffero! Questi accordi internazionali sono delle vere calamità per la nostra autonomia e la nostra sovranità. E’ quindi tempo di fare repulisti e di cominciare a cancellarne un po’! Altro che continuare a sottoscriverne di nuovi!
#swissexit
Lorenzo Quadri