Predatore un po’ meno protetto dopo la decisione degli Stati. Ma la strada è ancora lunga

Finalmente a livello federale qualcosa si muove in materia di lupo. Nei giorni scorsi il Consiglio degli Stati ha accettato una revisione della legge sulla caccia partita da un’iniziativa parlamentare della sua Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia (CAPTE-S). La palla passa ora al Consiglio nazionale.

In base a questa revisione, il lupo potrà essere abbattuto preventivamente; non solo dopo che ha fatto disastri come accade ora. O meglio: come NON accade ora. Perché, dall’inizio dell’anno di disgrazia 2022, in Ticino il predatore ha sbranato circa 240 capi di bestiame mentre una sessantina risultano dispersi (e quindi, tra parentesi, i proprietari non vengono indennizzati). Siamo quindi a quota 300 vittime del lupo, quando per tutto il 2020 gli animali predati non arrivavano a 60. Però nel nostro Cantone nessun lupo è stato abbattuto, e siamo ormai in ottobre. In compenso si continuano a spendere soldi del contribuente in fototrappole, pedinamenti, sussidi a misure di protezione delle greggi che non proteggono una fava, e indennità ai contadini danneggiati.

Nel frattempo il predatore, vedendosi impunito, invece di rincorrere cervi e caprioli si abitua a sbranare pecore, che è molto più facile.

L’iter non è concluso

La votazione agli Stati è un primo passo nella direzione giusta. Nell’immediato non cambia però nulla. Già solo per il fatto che la modifica di legge deve ancora essere approvata dal Consiglio nazionale e poi messa in vigore. L’iter è lungi dall’essere concluso. Le maggioranze per far passare la mini-revisione alla Camera del popolo dovrebbero esserci (ci mancherebbe altro). Potrebberoperò nascere divergenze su questioni puntuali; ed esempio sui contributi che la Confederella sarà (o non sarà) tenuta a versare ai Cantoni per gli abbattimenti preventivi. Il governicchio federale non vuole pagare mentre i Cantoni piangono miseria, dicendo che dovrebbero assumere più personaleper far fronte al nuovo compito. Sia chiaro che di gonfiare ulteriormente l’amministrazione pubblica causa lupastro non se ne parla proprio. Semplicemente i guardiacaccia si dedicheranno alla “regolazione” del predatore quando sarà necessario, lasciando da parte attività meno importanti.

Serve un decreto

Prima che entrino in vigore le nuove regole – le quali rimangono comunque blande – passerà parecchia acqua sotto i ponti. Numerose pecore, capre e anche mucche verranno ancora sbranate. Ilupi si moltiplicheranno e altri agricoltori getteranno la spugna. Resta quindi necessario che il governicchio federale (Dipartimento Simonetta) tramite decreto allenti in modo significativo la protezione, del tutto ingiustificata, di cui oggi gode il predatore. Il quale, è manifesto, non sta affatto rischiando l’estinzione; quella la rischiano i contadini di montagna (non solo di montagna, a dire il vero). Urge inoltre disdire la partecipazione della Svizzera all’anacronistica Convenzione di Berna del 1979. Quella che rende il lupo un intoccabile. In generale, più convenzioni internazionali del piffero si disdicono meglio è, dal momento che ognuna di esse costituisce una limitazione dellanostra sovranità.

Chi invece continua ad incaponirsi sulla protezione integrale del lupo? I $inistrati ro$$overdi.  Incredibile: questi ultimi sostenevano la rovinosa iniziativa contro l’allevamento intensivo (asfaltata dalle urne la scorsa domenica) riempiendosi la bocca con il “benessere degli animali da reddito”. Poi però difendono il lupo che li sbrana. Tutto e il contrario di tutto! Ma avanti, votateli…

Boiate a mezzo stampa

Intanto sulla stampa di regime si leggono boiate del seguente tenore, proferite dal capo dell’Ufficio caccia e pesca del Canton Ticino: “vedere il lupo di giorno (in Capriasca) è naturale, le segnalazioni dovrebbero invece arrivarci se dovessero avvistarlo in centro a Tesserete”. Il messaggio ai cittadini è tanto chiaro quanto offensivo: “smettetela di disintegrarci i santissimi con le vostre segnalazioni di avvistamenti di lupi, tanto non ce ne frega un tubo”. E’ inaccettabile che il burocrate di turno si permetta di far passare la presenza del lupo di giorno in Capriasca e Val Collatra l’altro sempre più vicino all’abitato come un fatto “normale”.  Perché di normale non c’è un bel niente. Mica stiamo parlando di avvistamenti di merli!

O dobbiamo dedurne che il Cantone, per tirarsi su le calzette, aspetta davvero che il lupo compaia nel centro di Tesserete, magari a fare shopping alla Migros?  

Il predatore si sta allargando dove non ci dovrebbe proprio essere. Quando aggredirà un bambino, vedremo quali giustificazioni verranno propinate. Qualcosa come “E’ dai tempi di Cappuccetto rosso che si sa che i bambini non devono andare nel bosco perché c’è il lupo”?

Se questa è la mentalità dei funzionari preposti ad occuparsi del lupo, non dobbiamo stupirci se negli altri Cantoni, pur con fatica, qualche abbattimento avviene, mentre da noi… nisba.

A proposito: lo stesso governicchio federale fino al recente passato sfotteva l’ipotesi che il lupo potesse diventare pericoloso per gli umani. Adesso invece la ammette esplicitamente. Chissà come mai?

Lorenzo Quadri